"Extra" Quest: What lies within these walls

Aperta a tutti

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  1. LoreElite
     
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    Alla risposta della ragazza Lore si sentì in qualche modo imbarazzato. nemmeno lui sapeva perchè, ma percepiva quella risposta come un rimprovero ad un errore madornale. Resosi conto che come al solito stava pensando cose senza senso, fece finire di parlare la presenza, poer poi chiederle:
    Tu.... Volevo dire signorina Bettie.... Posso darti del tu? Sei uno spirito, vero? Possiamo sapere perchè sei qui e perchè sento qualcosa nella mia testa? Sei tu oppure è questo Lui di cui parli?
    Seppur non volendo sommergere di domande il prossimo quasi sempre gli veniva naturale farlo, E se l' interlocutore lo avesse mandato a fare in culo probabilmente avrebbe avuto tutte le ragioni di questo mondo. Ma Lore era curioso, soprattutto in situazioni come quella.
    Nel frattempo seguiva Lucio in quello che sembrava il salotto. Da una parte c'era un divano di tessuto vermiglio, e ai rimanenti tre angoli della stanza c'erano delle poltrone del medesimo colore. Il fuoco nel camino scoppiettava, creando allo stesso tempo un' immadine ttra e rilassante. Dava quasi l' impressione che di lì a poco un' ombra - di quelle che poco prima avevano ghermito Mattia- con pipa e occhiali si sarebbe messa lì a raccontare una storia dell' orrore.
    Quasi sorrise a quel pensiero.... Tornò però alla realtà quando vide che quelle belle poltrone ed il divano erano coperte di ragnatele, il fuoco creava dei giochi di ombre a dir poco spettrali sul tessuto delle medesime. Lorenzo quasi giurò di vedere un insetto simile ad una scolopendra rintanarsi nei cuscini del divano.
    Fu a quel punto che Lucio propose di dividersi all' interno della stanza. Non amava molto il fatto di dividere un gruppo... soprattutto all' interno di situazioni come quella. Ma all' interno di una stanza sola ci poteva anche stare. Quello che non sopportava del dividersi è che se un gruppo da una parte ha bisogno di aiuto troppo spesso il gruppo che viene a soccorrerlo arriva troppo tardi.
    Ok Lucio... appena trovo qualcosa ti faccio sapere...
    Mentre Lucio andava verso il divano Lore stava già cominciando a rovistare fra i cuscini delle due poltrone, facendo attenzione a mettere ogni cosa al suo posto.
    Intanto mentre cercavano qualcosa che sembrava e poteva anche non esserci, la ragazza continuò a parlare, accennando al fatto che solo "esseri come loro" potevano sentire il suo richiamo. Cosa avevamo di tanto speciale? Perchè non i Ricognitori?
    Bettie, Perchè non hai chiamato dei Ricognitori? Sarebbero stati molto più utili alla tua causa, no?
    Poi, si ricordò. Si ricordò di Daphne e del suo diario, dei suoi discorsi sui Ricognitori che sanno solo spaccare ed uccidere.... Sui risvegliati che andavano "conservati". Insomma si rese conto che forse non era il caso di chiamarli.
    Bettie, scusa se ti faccio così tante domande... ma nel caso che la casa venisse distrutta, cosa succederebbe? Credimi, non voglio fare niente di tutto ciò.
    Nel frattempo cercava quello che doveva essere uno dei fantomatici indizi che li avrebbero tirati fuori da quella situazione. Cercava sopra, sotto dietro e persino in mezzo alle poltrone e spostava anche qualche quadretto occasionale sul quale era raffigurata prima un vasetto di fiori e poi un oceano con delle barche...
    Lucio, tu ricordi qualcosa della tua vita passata?
    Domanda forse futile, nessuno lo faceva. Anche lui faceva fatica a ricordarsi chi era, il suo cervello gli dava solo immagini sfocate della sua vita "normale".
    Nel frattempo si era quasi abituato al formicolio uniforme del suo corpo, come se da sempre reagisse così.
    Continuando a cercare nella stanza, visto che Lucio era ancora impegnato a cercare in mezzo ai cuscini del divano, Lore si spostò verso il centro della stanza, notando il tavolincino da caffè posto davanti al camino. Un tavolino basso, molto carino. Su di esso vi era della carta straccia, probabilmente abbandonata lì da tempo. Aprì la piccola pallina di carta, facendo attenzione a non romperla, e scoprì che si trattava di un altro frammento di giornale.
    Ho trovato qualcosa, Lucio, un altro frammento di giornale.
    Si prese qualche secondo per leggere
    Babbo mentalmente instabile? Qundi Lui potrebbe....
    All' improvviso, nella stanza sembra calare il freddo della più dura delle tormente di neve. il freddo stringeva le vene di Lore, quasi bloccando la circolazione sagnguigna. Il respiro si faceva sempre più pesante e faticoso, e un sibilo percorse la sua testa da parte a parte, come una subdola freccia scoccata da un cacciatore nascosto dietro al divano.
    Ebbe quasi la sensazione di stare sanguinando dalle tempie, e di perdere litri e litri di sangue sul pavimento. Un brivido mi percorse il corpo già informicolito.
    La ragazza accennò di nuovo a Lui... forse a conferma della teoria di Lore, o forse no.
     
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  2. BeusV
     
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    Mi lasciano sempre sola...
    Quella mattina B. si era svegliata con la cosiddetta "luna storta". Aveva fatto colazione da sola e non aveva trovato nessuno con cui chiacchierare. Niente di niente. E la cosa la innervosiva parecchio.
    Mi considerano pazza, solo per via delle mie allucinazioni.
    Era da un po' che questa idea le frullava in testa. Si sentiva in qualche modo non accettata dagli altri. Avrebbe voluto far capire loro che non era colpa sua, che lei non voleva possedere nessun potere, men che meno voleva avere visioni e cose simili.
    Mise via le stoviglie usate per la colazione e aprì la finestra. Respirando profondamente, all'improvviso sentì una morsa alla testa e al petto.
    Che succede?
    La stretta era dolorosa ma al contempo possedeva una sorta di dolcezza... Come il profumo di un fiore che sta appassendo.
    Frrrtt
    Qualcosa uscì dalla tasca della felpa. Altro non era che il solito scarabeo che appariva nei momenti più disparati, frutto di una probabile allucinazione.
    Questa volta però, l'insetto non cambiava continuamente forma e colore: sembrava essersi fossilizzato su l'apparenza di un cervo volante, di un colore dorato e opalescente tipico degli scarabei con cui si adornavano le regine egizie.
    Oh, ciao. disse, prendendo l'essere sul palmo della mano.
    La ragazza era consapevole che l'animale era solamente una proiezione mentale, ma non le importava. Quel cosetto le faceva sempre compagnia, e la faceva sentire piuttosto al sicuro. Finchè c'era, voleva dire che poteva usare il suo "potere". E questo era un gran vantaggio, lì a Nowhere.
    Nonostante la presenza rassicurante la morsa non se ne andava.
    Non capisco... Mi sento soffocare qui...
    Decise così di uscire, Magari è solo un attacco d'ansia, uscendo potrebbe passarmi così raccolse le sue cose (la solita borsa in cuoio), mise lo scarabeo di nuovo nella tasca con sonori ronzii di protesta di quest' ultimo e aprì la porta principale del QG.
    All'improvviso, iniziò a camminare contro la sua stessa volontà.
    COSA??
    I piedi si muovevano da soli verso una meta sconosciuta. Non riusciva a fermarsi... La situazione era fuori controllo.
    Dopo aver tentato in ogni modo di bloccarsi, compresa una scenetta abbastanza comica di lei che aggrappata ad un albero veniva trascinata via dai suoi stessi piedi, decise di lasciar perdere e di seguire la via che il suo stesso corpo aveva scelto per lei. Dopo parecchi snervanti minuti, arrivò alla meta.
    Ma che razza di casa è?
    I suoi piedi smisero di aver volontà propria, e la morsa in un primo momento si acuì per poi scomparire quasi del tutto. B. comprese così di essere arrivata.
    Tentennando si avvicina all'abitazione. I ronzii dell'insetto le fanno vibrare la tasca, come una specie di avvertimento, ma lei lo ignorò.
    L'edificio le faceva una strana impressione. Era come incantata. Drogata quasi...
    Questo posto... MA CHE CAZZO, MI STA IPNOTIZZANDO?
    Scosse forte la testa, per poi prendersela tra le mani. Non poteva certo farsi affascinare da un edificio.
    Come il canto di una sirena... Questo edificio mi dice di entrare dentro... Quanto potrò resistergli?
    Con quel briciolo di volontà che le rimaneva, provò a guardare in una finestra. Dava su un salotto e lì riconobbe una figura famigliare, che stava trafficando con delle poltrone.
    Lorenzo??
    Nella casa infatti, non vi era altri che Lorenzo, il ragazzo con cui spesso si era trovata ad affrontare mostri strani e persino a profanare una tomba, tutto questo in continuo rapporto di tivogliobene-mistaimoltosulcazzo.
    Questa visione la convinse a fare quello che la casa stessa voleva che lei facesse. Entrare.
    Perciò, la ragazza si avvicinò alla porta d'ingresso ed iniziò a battere i pugni sulla porta, strillando
    A-PRI-TE-MI! VOGLIO ENTRARE! MI SENTITE?

    Scusa Eiko, ho dovuto arrangiarmi un po' con la storia, visto che eravate andati già avanti...
     
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  3. BlackieTheCat
     
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    Nuovi enigmi si aggiungono ai precedenti, ed ognuno andava risolto con calma, come si deve... Un buon mistero va risolto nei tempi dovuti, senza fretta e furia.
    "Esseri come noi"? Intende dire esseri umani? O c'è altro nascosto... In effetti è curioso il fatto che nessuna creatura o Ricognitore sia mai giunto qui prima d'ora, se è da tanto che aspetta e prova a chiamare aiuto... Che sia una trappola? O davvero solo noi potevamo rispondere a questa chiamata... Ma soprattutto...
    Lo sguardo si perse ancora in cerca di presunte ombre, pronte a saltare fuori dai muri in qualsiasi momento... Come già successo prima.
    Chi sono loro, e chi è Lui? E se c'è una possibilità che lo lascino stare, allora quali sono i loro veri obiettivi? Non cercano dunque prede con cui sfamarsi? Dobbiamo davvero risolvere questo mistero, e forse sarà necessaria un pò di fretta, in questo caso... Possiamo soltanto fare affidamento su di noi.
    Sembrava però che l'argomento turbasse non poco Bettie, e il perché era solamente un'altra domanda da accantonare in un angolo momentaneo nella mente... Era il momento di indagare. Anche se con riluttanza, Lore sembrò accettare la proposta di Lucio, dividendosi per poter esplorare un'area maggiore nella stanza... Ma se da una parte il gatto preferiva una ricerca silenziosa e minuziosa, dall'altra poteva sentire il compagno mormorare probabilmente con lo spettro, anche se non distingueva al meglio le frasi a causa della continua attenzione che rivolgeva nei confronti di possibili indizi nella stanza. Fu solo quando l'altro si rivolse direttamente a Lucio che questi ricevette ogni singola parola della domanda... Per quanto curiosa essa potesse essere.
    -Se ti riferisci a ricordi riguardanti possibili vite precedenti, allora non ne ho ancora sviluppati di quel tipo, anche se sarei curioso... Se invece intendi ricordi di quando eravamo nella nostra realtà allora sì, sinceramente a parte il vuoto prima del risveglio non ho accusato altre lacune nella mia memoria... A parte le solite che già avevo fin da prima. Senza contare che mi sembra prematuro considerare quella parte come vita passata...-
    Le parole del ragazzo erano legate alla sua forte volontà di non cedere quel briciolo di sanità mentale che ancora conservava, considerando la vita che viveva tutti i giorni come l'unica realtà da non dimenticare... Il mondo in cui tornare. Certo, ormai si era abituato a vivere a Nowhere, ma l'aveva fatto per un puro istinto di sopravvivenza, e nulla più. In quel senso non si sprecò neppure a ritornare la domanda al diretto interessato, in parte perché considerava errata quella corrente di pensiero... E anche perché sinceramente non gli interessava molto saperne altro. Per lui esistevano solo i dati necessari, e praticamente nulla più... Il resto era racchiuso in una cartella temporanea, utile nel caso gli fosse servito ripescare qualche fatto secondario o simili.
    -Piuttosto...-
    I due notarono quasi contemporaneamente le cartacce raccolte sul tavolino di fronte al camino, decisamente appariscenti data la loro natura irregolare in quel luogo così apparentemente ordinato... Ma fu Lore per primo ad arrivare ad esse, e a scoprire un nuovo ritaglio di giornare... Portatore di ulteriori notizie e interrogativi.
    Venti? Sei giovane, non c'è che dire... Anche se più il padre che mi preoccupa, e la sua sanità mentale...
    E quasi come se qualcuno avesse ascoltato quei pensieri, un'ondata di gelo ricoprì entrambi, avvolgendo la stanza... E con quello un sibilo penetrante sembrò perforargli il cervello, dandogli quasi l'impressione che un ago lo stesse lentamente spolpando, infilzandolo e muovendosi in esso lentamente... Fino a farlo soffrire alla follia. Solo dopo un istante che parve durare un'eternità il tutto cessò, liberando i due da quella sensazione opprimente ed orribile... La casa, o probabilmente questo "Lui" da come confermò Bettie, stava ancora giocando con loro, e con la loro sanità mentale... Divertitò, o forse infastidito dalla loro presenza in quel luogo.
    Non ho scelta per ora... Lei sembra l'unica fonte di informazioni a noi disponibile, riguardo questo argomento...
    Affidandosi al fatto di averla sentita parlare appena un secondo fà, e riprendendosi dal forte shock subito, Lucio si rivolse ancora una volta allo spirito che aveva portato lui e i due compagni fino a lei, nella speranza che anche lei si facesse coraggio e rispondesse a qualche domanda in più...
    -Bettie, so che forse non ti sarà facile rispondere... Ma abbiamo bisogno di saperne di più su questa presenza. Se proprio non puoi dirci nulla riguardo alla sua identità basterebbe sapere di cosa è in grado, per sapere a cosa prepararci...-
    Non sapeva se i suoi quesiti avrebbero trovato risposta, ma in quel momento almeno un tentativo lo doveva dare. Finito di parlare una nuova fonte di input attirò la sua attenzione... E si trattava di input sonoro, e decisamente rumoroso. Forti colpi sembravano voler sfondare il legno di una parete della casa, o forse della porta, e fra quelle botte una voce era distinguibile... Una voce a lui familiare.
    Non può essere... Anche Bea è stata portata qui?
    D'istinto alcuni passi furono compiuti in direzione del rumore, sporgendo la testa per sbirciarne la fonte... Ovviamente con la dovuta cautela. Se anche la giovane si fosse aggiunta al gruppo allora forse avrebbero avuto più possibilità di risolvere il mistero.
     
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    Tranquilla, Beus, va benissimo =)


    Non c'è bisogno che qualcuno si avvii ad aprire alla ragazza: la casa, quasi in segno di accoglienza, spalanca la porta d'ingresso, cercando di portarla dentro con un turbine di attrazione, voci e visioni, com'era stato per i suoi predecessori.
    Intorno a lei, le pareti sembrano cessare di esistere, lasciando il posto ad una sorta di buco nero, un tunnel oscuro costellato da grida, pianti, e volti nascosti nell'ombra.
    Ma dura poco, qualche secondo al massimo. Poi, come gli altri, anche lei sa che non le sarà possibile afferrare la maniglia di quella porta che si è appena richiusa, e lasciare quel luogo.

    Nel frattempo, nel salotto, la voce di Bettie giunge disturbata alle vostre orecchie (o menti?), quasi ci fosse qualche interferenza.

    -Ero...viva... una volta...- flebile, distante, cogliete poche parole.
    Non sentite altro. Non sapete se sia perché non può raggiungervi, o se si rifiuta di parlare. D'altronde, sapevate che esisteva questa possibilità...

    -Era la mia casa...-
    Un'altra voce. Sibilante, più acuta di quella di Bettie. Sembra quasi accompagnata da una folata di vento.
    Non potete affermarlo con sicurezza, ma pare venire dai pressi del camino. Silenzio. Un innaturale silenzio. Una risata infantile, e lo scalpiccio di piccoli piedi sul parquet.

    -Mamma... mamma- chiama la voce, sempre più simile a quella di un bambino piangente.
    Un fragore improvviso. Un quadro si è staccato dalla parete, cadendo al suolo e portando con sé un vaso di ceramica, pieno di fiori ormai impolverati e rinsecchiti.
    Il calore del fuoco si fa tanto intenso che quasi potreste dire di avere caldo. Ma non c'è calore in questa voce: sembra una tacita supplica, il lamento di una sofferenza che si protrae ormai da tempo...
    Poi, un altro fragore, ma questa volta può udirlo solo il ragazzo con il giornale in mano. A seguire il fragore, un lampo di luce, poi, tutto nero.
    Una creatura, che pare avere le sembianze di una belva feroce, si avventa contro di te. Ma ti trapassa senza ferirti.
    Però, sembra averti raggelato nel profondo.

    "La tua vita...", una voce mostruosa, gutturale e profonda proviene dalla fiera, "è finita... Dentro la tua testa... Lui... Niente... La fine... Arrenditi...".

    Con un balzo, si posiziona in un punto vuoto sopra il tuo capo.

    "Non tornerai... Non tornerai mai... Mai..."

    Un ruggito. Un lungo, agghiacciante ruggito che ti gela il sangue nelle vene. Poi, più nulla.
    Impieghi qualche istante a tornare alla realtà. Quando finalmente ci riesci, ti accorgi che Bettie ha ripreso a parlare.

    -Jacob... La tua voce... Da quanto tempo-. Se poteste vederla, sapreste che il suo volto sarebbe rigato di lacrime. Ma questa volta, non sembra terrorizzata: solo commossa. Che si riferisca alla voce accanto al camino?
    -Lui... Colui di cui mi avete domandato...- un sospiro. Un lungo sospiro.
    Ma non potete sentire la conclusione. Di nuovo, la sua voce viene meno, per poi ritornare, improvvisamente, pochi minuti dopo.
    -Loro, le altre persone qui... Non sono come voi- sta dicendo, e sapete che si riferisce ai Ricognitori, -Loro non possono... Non possono sentirmi. Non hanno... non sono...-.
    Silenzio. Di nuovo silenzio.

    -Dov'è la mia mamma...?-

    CITAZIONE
    Turni: Lore, Blackie, Beus



    Edited by Eiko Quinn - 6/8/2011, 05:13
     
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  5. LoreElite
     
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    Quella terribile sensazione.... e poi una voce che sembrava provenire da dietro alla porta di ingresso... Bea? Anche lei qui?
    Era allo stesso tempo sorpreso e felice di saperla in quel posto. Felice perchè bene o male era l' unica persona con la quale aveva più o meno legato e che non lo aveva lasciato perdere nell' ospedale, quando era in preda ai mal di testa lancinanti. Non che odiasse gli altri, e ciò era dimostrato dal fatto che parlava con loro ed era incline a dare loro una mano, ma Bea- dopo Leo, che considerava come un fratello - era la cosa più vicina ad un amica che potesse trovare in quel posto. Certo, anche Lucio cominciava a stargli simpatico, e di Lena non sapeva abbastanza per farsene un giudizio. C'è anche da dire che Lore era una persona che, per quanto inizialmente diffidente, alla fine tendeva a fare amicizia con tutti.
    Si affacciò dalla porta del salotto verso la porta d' entrata, e vide Bea che entrava.
    Più siamo, prima risolviamo il mistero, prima ce ne andiamo da qui. Poi mancano solo gli Scooby Snacks.
    Pensò, divertito dal suo svarione mentale.
    Ciao Be...
    Non fece in tempo a finire di salutarla, che Bettie cominciò di nuovo a parlare, ma stavolta la sua voce gli arrivava distante, malinconica, come se stesse per spezzarsi quel legame che permetteva loro di cogliere le parole che la ragazza trasmetteva loro.
    Perchè era questo che Lore percepiva. Per lui Bettie comunicava attraverso le loro menti, e loro percepivano quel tipo di comunicazione come una normale comunicazione orale. Ma non c'era da fare scienza su questo particolare. A lui bastava che Bettie gli desse in qualche modo delle indicazioni per aiutarli ad uscire di lì. Poteva anche scriverle sul muro, a lui non importava.
    Dopo qualche secondo si silenzio, nel quale Lore stava di nuovo cercando di salutare come si deve Bea, un' altra voce sopraggiunse come un turbinio di vento alle loro menti. Più acuta, più infantile, informa il rinnovato trio del fatto che quella era la sua casa. Dopo un numero indefinito di passettini sul parquet, la vocina pare spostare il suo centro di emissione di onde sonore dai pressi del camino fino quasi al centro della stanza, chiamando piangente la madre.
    Un' altro di quelli che sembravano dei tuoni a cielo aperto invase la casa, e insieme a lui un vaso pieno di fiori ormai rinsecchiti da tempo ed un quadro - uno dei quadri che prima lore aveva spostato per cercare il fantomatico indizio- erano caduti al suolo, frantumandosi. Lore contemplò il vaso con i fiori secchi muoversi, cadere ed infine infrangersi per terra in poco più che un mucchio di polvere e qualche coccio. Forse la strana presenza voleva dare loro un segnale della fine che potevano fare. Forse era un invito a consegnarsi subito.
    Un invito che avrebbe declinato.
    All' improvviso, forse in risposta alle sensazioni del giovane ragazzo, il fuoco sembra allora divampare nel camino, tanto che Lore tirò fuori quasi di riflesso il coltello da cucina, buttando la sigaretta ormai finita. Il calore investiva la pelle del ragazzo, che avvertiva sulla faccia come tanti aghi che gli pungevano le guance. Nel frattempo, potevano ( o poteva? E se fosse stato un sogno? ) sentire ancora la vocina che si lamentava, anche se Lore non riusciva bene a cogliere le parole.
    Un' altro rumore frastornante invase la casa. Poi, come se qualcuno avesse fatto una foto con flash, una luce invase la stanza, che successivamente si arrese alle tenebre.
    Lore non riusciva a vedere nè Bea nè Lucio. Forse avevano preso anche lui. Forse era stato troppo incosciente, oppure troppo stupido da non accorgersi che stava venendo trascinato dove era stato trascinato poco prima Mattia.
    All' improvviso a Lore parve di scorgere di nuovo il lupo che aveva visto all' entrata. Di sicuro non era un lupo normale. era come i Mannari di underworld. Massicci, con il vello scuro e gli occhi rossi di sangue.
    Vieni, bastardo....
    Con il coltello in mano, si avventò contro la bestia ringhiante, consapevole di non avere scelta se non quella di mettere in gioco la sua vita per cercare di uscire da quella situazione, quella specie di prigione nera senza sbarre.
    La fiera sembrò avere la stessa idea del ragazzo, avventandosi contro di lui.
    RRRRAAAAAGH!
    I muscoli del braccio con cui Lore impugnava saldamente il coltello erano contratti, pronti per un affondo al collo del nemico. Ma quando i due erano ormai vicinissimi e Lore cercò di affondare il coltello nel collo del Mannaro, si accorse sorpreso che esso era immateriale e che lo stava attraversando da parte a parte, non provocandogli alcun danno, se non una sensazione spiacevole di freddo e vuoto interiore. Questo unito allo slancio che aveva preso per sferrare un colpo a vuoto, lo fecero sbilanciare, candendo pesantemente su quello che doveva essere il pavimento.
    La belva ammonì il ragazzo con una voce gutturale e tenebrosa:
    CITAZIONE
    "La tua vita...è finita... Dentro la tua testa... Lui... Niente... La fine... Arrenditi..."

    No! Non mi arrenderò mai!
    Disse, cercando inutilmente di sferrare un colpo con il coltello al ventre della fiera ,che nel frattempo era balzata sopra al suo corpo disteso, prima di accorgersi che i movimenti del suo braccio erano impediti dalla presenza nella sua testa, che adesso sembrava proiettarsi in quella belva, la quale adesso stazionava sopra di lui.
    CITAZIONE
    "Non tornerai... Non tornerai mai... Mai..."

    Questo lo dici te! Vedremo chi riderà per ultimo!
    Essa ruggisce nuovamente, quasi come se avesse raccolto la sfida. Il ragazzo, come stremato, comincia ad avvertire dei giramenti di testa, i quali finiscono quando riesce di nuovo ad avvertire la voce di Bettie che parla di un certo Jacob.
    Si accorge solo a quel punto di essersi immaginato tutto e di aver reso uno spettacolo dell' individuo non più sano di mente esistente al mondo.
    Rialazandosi di scatto, si guarda intorno freneticamente.
    Dove sei, bestia? dove sei?
    Dice, cercando di convincersi del fatto che tutto ciò che era successo fosse accaduto veramente.
    Non sopportava il fatto che qualcuno o qualcosa potesse giocare liberamente con la sua mente.
    Bettie parla, riferendosi di nuovo a Lui. Che fosse la bestia con la quale Lore si era scontrato? un' altra domanda da aggiungere alla lista.
    Infine parole confuse provenirono da Bettie, apparentemente parole senza un legame o un nesso logico.
    Un' ultima frase di Jacob interruppe il silenzio di Bettie.
    Non sapendo che dire ripose il coltello nella borsa.
    Bel casino, eh? allucinazioni, camini che esplodono, fragori ... Che facciamo ragazzi? Continuiamo a cercare qui oppure ci muoviamo verso un' altra stanza? Sono sicuro che se non ci muoviamo a risolvere questo mistero impazziremo tutti, uno per uno.
    Sapeva che Lui la prossima volta gli avrebbe fatto attaccare uno dei due compagni, e non voleva che questo accadesse. Dovevano perciò muoversi.
    Stavolta cercò di prendere lui l' iniziativa, e disse:
    Ci avviamo verso la cucina?
    E dicendo questo faceva per avviarsi nella stanza limitrofa.




     
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  6. IDSeeker
     
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    M si era appena risvegliato nel suo letto dopo un sonno senza sogni. Era lì solo da un giorno, ma gli sembrava già passata una vita. Mentre andava verso la cucina, notò una ragazza che se ne andava di corsa. Il ragazzo non la inseguì; all'inizio si chiese dove stesse andando così di fretta, ma poi catalogò il tutto come "roba per chi è qui già da un po'". Non fece troppo caso all'assenza di fame: di solito non aveva mai fame da appena sveglio e sapeva che la colazione era il pasto più importante della giornata e che quindi non andava saltata. Si sorprese della quantità di cibo che trovò nella dispensa: c'era l'occorrente per preparare ogni dannato piatto conosciuto dall'umanità, forse anche qualcosa in più. Prese una tazza, ci versò dentro un po' di latte e prese dei biscotti al cioccolato da inzuppare. Quella era un'abitudine che gli era rimasta fin da quando era bambino e non l'aveva persa con l'avanzare degli anni. Si sedette e prese in mano il primo biscotto. Quando però stava per infilarlo nel latte, qualcosa lo bloccò. Non nel senso fisico del termine: era più una questione mentale. Sgranò gli occhi, come se di fronte a lui ci fosse chissà chi invece della tazzina azzurra ricolma di latte. Nella sua mente udì nuovamente una voce simile a quella che lo aveva ossessionato il giorno prima all'istituto; anche se questa aveva un tono diverso: meno ipnotico, ma comunque abbastanza forte da condizionarlo. Che la Morte avesse deciso di prendere la sua anima a tutti i costi, dopotutto? Eppure l'intervento di Hope avrebbe dovuto scacciarla fino a che la sua ora non fosse veramente giunta. Il ragazzo lasciò cadere il biscotto all'interno del latte, che subito dopo riemerse, galleggiando sul bianco liquido. Si alzò in piedi, quasi come se fosse l'istinto a guidarlo, e si diresse verso l'uscita proprio come la ragazza che aveva visto poco prima. Che fosse uscita per lo stesso motivo? Non si pose la domanda, infatti stava già percorrendo la strada verso l'inudibile voce che lo guidava. Prima di uscire riuscì ad afferrare la prima cosa vagamente rassomigliante un'arma che gli capitò sotto mano: un bastone di metallo lungo un metro e mezzo circa era appoggiato a terra, quasi desideroso di essere afferrato. Ora si trovava al di fuori della base, mentre con passo sostenuto si dirigeva verso un bosco che si trovava non molto lontano da lì. Attorno a lui non c'era nessuno e l'unico suono che si poteva udire sembrava creato da delle cicale in lontananza, anche se il fatto che questo suono fosse molto più basso rispetto al normale (suggerendo quindi una dimensione molto maggiore delle suddette cicale) inquietò non poco il ragazzo. Stava per cominciare il primo tratto di boscaglia quando il ragazzo riuscì a formulare un pensiero compiuto senza essere distratto dalla "cosa" che lo stava attirando là dentro:
    "Che diavolo sto facendo? Devo tornare subito alla base prima che..."
    Purtroppo non riuscì a finire che si trovava già all'interno della selva. Alla fine, dopo aver attraversato un lungo tratto di foresta senza riuscire a pensare lucidamente, giunse finalmente ai piedi di un'enorme casa in stile vittoriano che stonava non poco con il paesaggio rurale intorno ad essa. Le distorsioni spazio-temporali che non volevano lasciarla non aiutavano ad inserirla nel quadro generale.
    "Almeno non è stata la Morte a chiamarmi questa volta"
    pensò senza riuscire a decidere se essere felice o sconsolato da quella deduzione. M si avvicinò lentamente alla porta, fino a giungerle davanti. Il ragazzo, finalmente di nuovo libero di pensare, esaminò i dintorni e vide un campanello proprio lì affianco. Senza esitazione, quasi arrendendosi al fatto che chiunque possedesse un minimo di capacità ipnotiche avrebbe potuto portalo ovunque volesse, lo premette con l'ausilio del bastone di metallo che teneva nella mano destra e quando la lugubre melodia che ne scaturì si interruppe poco dopo esclamò
    "Ehi! C'è nessuno in casa?"
    Attese una risposta, sperando che non ci fosse nessuno.

    Edited by IDSeeker - 12/8/2011, 01:32
     
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  7. BlackieTheCat
     
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    D'improvviso la voce di Bettie si fa distorta, come un segnale audio disturbato... Anche se non era possibile saperne la causa.
    Beh, di certo non sei viva ora...
    Alle parole della donna si accodano altre provenienti da una diversa fonte, apparentemente situata nel camino... Per quanto assurdo potesse sembrare. Anche se l'assurdo a Nowhere era di ordinaria amministrazione...
    La seconda voce sembrava appartenere ad un bambino, e dal suo discorso era possibile evincere che il piccolo abitasse in quella casa, una volta... E nel frattempo inquietanti passi e risate accompagnavano il tutto.
    Che sia il figlio di...
    Inutile tentare ulteriori pensieri, in quanto un nuovo fragore travolse i presenti in sala, portando caos e sconquassando le pareti... Portando un quadro a cadere portando con sé un piccolo vaso con tanto di fiori rinsecchiti... Non una grande perdita, insomma. Fu il caldo improvviso però a rendere la situazione più spiacevole, nonostante il fuoco nel camino non sembrava crescere o espandersi... Anche se sembrò danzare in modo particolarmente inquietante. Ma per quanto quello potesse sembrare strano di certo non superava il fatto che accadde successivamente.
    Lore infatti sembrò scorgere qualcosa, e coltello in mano si avventò contro il nulla, finendo a terra e cominciando a parlare da solo, o forse rivolto verso una presenza visibile solo a lui...
    E' colpa delle ombre, di questa casa? O forse è come con Bea, parte di un'illusione solo sua...
    Illusione o no, tutto sembrò tornare alla normalità quando Bettie riprese a parlare, ma non a loro... La sua voce, mentre pronunciava il nome di un certo Jacob, sembrava sollevata, quasi commossa... Che questo Jacob fosse il bambino sentito prima? Se fosse stato così allora i dubbi diventavano certezze... La madre di cui il bambino parlava doveva essere Bettie.
    Nuovamente le parole di lei si fanno distorte, e le frasi si concludono ancor prima di aver dato loro una risposta riguardo questo Lui, fautore di tutti i problemi nella dimora. Sennonchè l'argomento della conversazione sembra passare su di altri soggetti... Forse proprio i Ricognitori a cui avevano accennato prima.
    -Aspetta, non sono cosa??-
    Nulla, il silenzio cala di nuovo sulla stanza, chiuso solamente dalle ultime parole preoccupate del ragazzino... A quanto pare Bettie stavolta era sparita davvero. Nel frattempo Lore aveva finito di prendersela con i suoi demoni, ed era tornato a rivolgersi al compagno.
    -Beh, direi di andare a vedere se all'entrata era veramente Bea... A quanto pare l'abbiamo sentita entrambi, potrebbe essere che sia giunta qui portata dalla stessa malia che ha coinvolto noi.-
    Tale teoria venne in qualche modo confermata dal rumore di passi che sembravano provenire dall'entrata, segno probabile che la ragazza fosse entrata in casa e che ora si stesse muovendo nel corridoio.
    -In tre sarà più facile sopravvivere in questo strano posto, e potremmo risolvere il mistero in un tempo minore.-
    Lucio concluse la frase muovendosi poi verso l'entrata, dove sperava di trovare la compagna ad aspettarli... Se veramente era finita nella loro stessa situazione una mano non le avrebbe fatto male.
    -Una volta risolta questa faccenda ci potremo muovere in cucina, perché no.-
    Anche se, mentre uscivano dalla stanza, un'altra voce sembrò farsi sentire dall'esterno... Stavolta non conosciuta.
     
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  8. BeusV
     
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    La porta si spalanca improvvisamente, e Beatrice viene trascinata dentro violentemente, come se qualcuno la stesse strattonando a sè tirandola per la maglietta.
    Durante questo strattonamento la vista improvvisamente le sembra mancare, visto che non vede altro che nero.
    Un tonfo al cuore, ha sempre avuto paura della perdita della vista.
    Ma il nero rivela strane visioni, volti seminascosti dall'espressione angosciata, con occhi persi e vitrei e bocche spalancate per far prorompere urla disumane.
    Fortunatamente questo delirio dura poco, ma abbastanza da lasciare la ragazza tremante e spaventata.
    Dio mio... Ma cos'era quella roba? mormorò a sè stessa.
    Pensavo di aver trovato una stabilità, una sorta di sicurezza da quando mi sono spezzata... Ma c'è ancora qualcosa capace di annientarmi.
    Fisicamente, ma sicuramente nella mia mente...

    Lo scarabeo si era placato, non emetteva più vibrazioni.
    Era un avvertimento... Perchè non l'ho capito prima?
    Il cuore le si riempì di tristezza che andò ad aumentare il senso di malessere provocato dalle allucinazioni mostruose di prima.
    Osservò con attenzione l'ambiente circostante. Non c'era nulla di strano, nessuna macchia di sangue, osso, teschio o schifezze del genere.
    Solo molta molta polvere e fatiscenza, con nell'aria quello che le pareva un odore dolciastro, che le faceva pensare a fiori bellissimi come rose e violette sulla via della decomposizione.
    Un tempo però, poteva essere anche una bella casa...
    Non azzardò a muovere un altro passo, e cercò di calmare i battiti del cuore che continuavano a mantenere un ritmo impazzito.
    Impalata lì, vide qualcuno avvicinarsi a una porta, probabilmente quella del salotto visto dalla finestra.
    Appena la figura fu vicina, un moto di sicurezza le si spanse nel cuore.
    Lucio! Sei tu vero? E c'è anche Lore no? Siete voi?
    E se non fossero davvero loro?
    Questo brutto presentimento le si fece spazio nella mente.
    Se fosse anche questa una trappola?
    Se siete davvero voi, rispondi alla mia domanda: qual'è l'animale da cui prendi il nome?
    Non azzardando a muoversi dal corridoio, continuava a squadrare Lucio, aspettando la sua risposta.
    Nel frattempo, sentì uno strano rumore. Un rintocco parecchio macabro.
    Un campanello?
    Una voce sconosciuta confermò il suo dubbio. C'era veramente qualcuno fuori la porta, ma non riusciva a riconoscere chi potesse essere.
    La voce era troppo profonda per essere una di quelle dei ragazzini, e le uniche persone più grandi che fin'ora avesse conosciuto al QG erano lì con lei al momento.
    NON ENTRARE! CHIUNQUE TU SIA, VAI VIA FINCHè SEI IN TEMPO!
    Provò ad urlare più forte che potesse, ma la voce le uscì arrocata e di volume abbastanza basso. Probabilmente non l'avrebbe sentita, ma almeno ci aveva provato.
     
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    Nel salotto, Bettie tace. Non risponde all'esortazione di Lucio a finire la frase, e non dà cenni della sua presenza.
    Un suono. Musica... Una musica malinconica, nostalgica e quasi antica, accompagnata da un disturbo soffocato e stridulo, come se venisse da un grammofono o uno strumento simile.
    Un pianto. Questa volta, sapete che si tratta di Bettie.

    -Lui... Jacob... Non è come me. Non può muoversi, non può parlare come vuole... E' solo unombra di ciò che era...- spiega, tra i singhiozzi; non sta prestando attenzione al gruppo di ragazzi: è troppo presa dalla propria disperazione. Vi chiedete quanto possa soffrire, uno spettro.
    Sempre che Bettie lo sia.
    Mentre vi dirigete verso l'ingresso, una voce familiare vi giunge all'orecchio, ma sembra distorta, lontana... Come se parlasse in una valle d'eco, nel bel mezzo di un temporale. La luce inizia a lampeggiare, lasciandovi al buio per meno di un secondo, ma vi sembra un'eternità: questa volta, non sentite alcun grido, non vedete immagini che sapete essere nella vostra mente, ma, entrambi, venite assaliti da sentimenti contrastanti, che non vi appartengono. Di colpo, vedete la casa tornare vivace, piena di colori, come se fosse tornata indietro nel tempo, e, davanti a voi, si muovono delle persone.

    "Mamma, ti prego... Non puoi negarlo".
    Non potete vedere la proprietaria della voce, ma la riconoscete: si tratta di Bettie.
    "Tesoro, papà è solo stressato, non devi essere così in pensiero... Lo sai che ha molto da lavorare, e...".
    La figura che sta parlando è davanti a voi, ma è incredibilmente sfocata, e riuscite solo a stabilire che si tratta di una donna, grazie alla voce e alle parole di Bettie. Sua madre...
    Dei passi. Si stanno spostando. Quella che dovrebbe essere Bettie fa capolino da una stanza che non avete ancora visitato, apprestandosi a seguire la madre con passo rabbioso.

    "Ma non vedi? Non può essere solo stressato! Hai visto come si comporta con Jacob ed Eli? Mamma, mi fa venire i brividi!", grida, strozzata. Sembra davvero sconvolta.
    "Bettie, cara... Vedrai che andrà tutto bene, si sistemerà tutto. Domenica sera daremo la cena, e vedrai che si divertirà e tornerà quello di prima. Sai che ci tiene tanto..." la rassicura la donna, apparentemente avvicinandosi a lei. Ma Bettie, per quanto riuscite a capire, scuote la testa con vigore.
    Poi, prima che possa ribattere, un nuovo rumore di passi: simile a quelli sentiti prima, pare un ragazzino che corre.

    "Mamma, ascolta...". La voce di prima. E' lui...
    "Oh, Jacob, cosa c'è?" sentite chiedere la donna, la madre di Bettie... e di Jacob.

    Poi, com'è iniziato, svanisce in una nube distorta. Intravedete appena la figura di Bettie che cammina lenta verso la porta dalla quale era uscita. La stanza di fronte a voi... quella a destra dell'ingresso.

    Anche Beatrice ha potuto assistere alla scena, essendosi svolta poco distante da lei. Invece, il nuovo arrivato viene invitato ad entrare dalla porta che, ancora una volta, si spalanca.
    Non è certo un'accoglienza piacevole: ancora grida agghiaccianti e lamenti da far gelare il sangue nelle vene. Visioni distorte accompagnano il tuo ingresso, e ti pare di sentire il soffocato suono di un violino, che, unito all'aspetto della casa, ti regala un senso di malinconia. Ti ritrovi nell'atrio, accanto alla ragazza appena entrata, la stessa che, poco fa, ha provato ad avvertirti, a tenerti fuori, ma era comunque troppo tardi: la casa, o qualcun'altro, non lo volevano. Senti che altre persone stanno arrivando... Risvegliati che ancora non conosci.


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    Lore, Blackie, Beus, Seeker

     
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  10. LoreElite
     
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    Nonostante Lucio Stesse pregando bettie di finire il suo discorso, essa pareva non rispondere. Lore seguì quindi Lucio verso l' ingresso per andare incontro a Bea, la quale sembrava essere appena entrata. Bea sembrava quasi felice di vederli, Quando forse il giusto presentimento che non fossero i reali Lucio e Lore parve assalirla.
    Lucio prende il nome da un animale?
    Questa ancora non la sapeva. In ogni caso, stava a lui rispondere. Strano che non avesse chiesto qualcosa anche a lui, dopotutto un alter ego poteva averlo sotituito all' entrata della casa uccidendo il vero Lore, per quanto ne poteva sapere Bea. Non diede peso a quel fatto.
    All' improvviso, la casa parve impazzire di nuovo, e i tre poterono udire una musichetta come proveniente da uno strumento simile ad un grammofono. Una musica triste e malinconica si spandeva per la casa.
    Si, Bea, siamo noi. Se vuoi posso dirti di ricordarmi di te mentre mi scambi per una giraffa al dormitorio oppure di te mentre cerchi di mozzarmi una mano nel parco dove ti sei Risvegliata. Ora, visto che la casa ha preso questo rendez-vous come una cosa malinconica....
    Non fece in tempo a suggerire di muoversi che Bettie scoppiò in pianto.
    Alla fine lo capiranno che qui vale la regola Meno parole, pù fatti... e magari anche cchiù pilu pe ttutti!
    Avrebbe riso a quel pensiero, se il dolore straziante di Bettie non gli avesse invaso la mente. Si immaginava quanto potesse soffrire, povera ragazza.
    Lore fece per muovere qualche altro passo verso di Beatrice, ma la casa fece come per dare di matto per l' ennesima volta.
    E ma porca di quella troia......
    disse, spazientito. Cominciava ad averne abbastanza di tutte quelle distorsioni. Unito al formicolio generale del corpo, rendeva la situazione insopportabile. Sentiva la rabbia verso quella casa che cominciava a montare.
    Giuro sul cristaccio infame che non entrerò mai, MAI MAI MAI più in una cazzo di casa qui nel Nowhere. MAI
    Le luci fecero come per spegnersi di nuovo, mentre sensazioni come angoscia e felicità, costrizione e liberazione, claustrofobia ed agorafobia si divertivano a giocare con le sue sinapsi, facendo sentire Lore talmente a disagio che sentiva il sapore del vomito in gola, come se avesse appena affrontato un viaggio in traghetto con mare forza nove. Il tutto era accompagnato dalla voce di quella che sembrava sua madre. Che ci faceva sua madre in quel posto?
    Nah, deve essere un' illusione della casa.... lo spero almeno.
    Se sua madre si trovava lì doveva salvare pure lei.
    Un' altra da aggiungere alla lista.
    Finito quel travaglio, Lore osservò la casa che tornò come ridipinta e ristrutturata. Le ragnatele avevano lasciato il posto a soprammobili variopinti e le crepe nel muro a quadri raffiguranti donne benestanti in campi fioriti e nature morte, nonchè paesaggi sia rurali che di mare. Le pareti erano rivestite di carta da parati color crema e il battiscopa era color porpora. Una casa veramente stupenda. Ora che ci faceva caso, ogni cosa in quella casa adesso tendeva ad essere luminosa, asettica e rassicurante... talmente tanto da far accaponare la pelle.
    La luce che entrava dalle grandi finestre spalancate le quali avevano dei vasi di profumati tulipani sul davanzale era fortissima, talmente forte da rendere sfocato alla vista ogni oggetto che guardava. Si tolse gli occhiali, esclamando:
    Cazzo,ma....
    Quando sentì la voce di Bettie che interloquiva con una donna che pareva essere sua madre, Capì.
    Capì che era una visione di un tempo passato, nel quale Bettie e tutta la sua famiglia erano vivi.
    Mentre assisteva a quella scena di vita vissuta di Bettie i suoi sospetti che Lui fosse il padre di Bettie che aveva sclerato di brutto e massacrato tutte e quattro le famiglie andarono confermandosi. Si sforzò, però, di tenere la mente aperta ad altre possibilità, nel caso in cui la sua ipotesi fosse sbagliata.
    Alla fine della discussione madre-figlia-fratellino, Lore potè intravedere una figura sfocata, molto probabilmente quella di Bettie, andare in quella che era la stanza di fronte a loro.
    Subito dopo, il turbinìo di sensazioni riprese a sfrecciare nel cervello di Lore, ed una volta finito quella specie di viaggio nello spaziotempo, osservò di nuovo la casa, che era tornata fatiscente e lugubre.
    Avete visto anche voi Bettie che si dirigeva là? Io proporrei di seguir...
    La porta sbattè di nuovo violentemente. Un altro Risvegliato era entrato in quella casa.
    Ma è una moda interrompermi allora!
    Pensò, scocciato.
    Guardando verso la porta, vide un ragazzo abbastanza alto, forse quanto lui, che indossava degli shorts grigi, una giacchetta di quella che sembrava ecopelle di un colore grigio scuro che presentava delle strisce bianche e blu che continuavano per tutte le maniche e delle scarpe nere e blu.
    Un taglio di capelli veramente improponibile completava il quadretto: Non sapeva se definirlo un cschetto o un incidente con il tosaerba.
    Quello che colpì però maggiormente l' attenzione di Lore, oltre alla figura sconosciuta e alquanto bizzarra, fu il fatto che egli era armato con un lungo bastone di metallo con due dadi alle estremità. Con un' arma del genere poteva sopraffarli facilmente dalla lunga distanza, ma bastava che Bea usasse il suo potere per immobilizzarlo per renderlo innocuo.
    Chi sei?
    Disse, a voce abbastanza sostenuta.
    Nel frattempo mise la mano dentro la borsa, in cerca del coltello del quale strinse saldamente il manico. Poteva in ogni caso rappresentare una minaccia. Era pronto a qualsiasi reazione avrebbe potuto avere il ragazzo.
     
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  11. BlackieTheCat
     
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    La presenza alla porta si rivelò essere proprio Bea, che giustamente dimostrò diffidenza nei loro confronti.
    Nessuna sorpresa, date tutte le illusioni che circondano la casa...
    Certamente però la ragazza poteva essere a sua volta un'illusione creata appositamente per loro o solo per lui, come prima era accaduto a Lore e l'incubo che l'ha portato a lottare con il nulla.
    -L'animale è il gatto... Dimmi però, cosa mangiamo con il thé al QG?-
    Trovò che la domanda fosse adatta, con una risposta semplice da ricordare e su un argomento non troppo personale... Non voleva toccare tasti dolenti riguardanti il risveglio che aveva sopportato. Prima però di ricevere una risposta una musica raggiunse i loro timpani, una melodia alquanto triste... Che fornì l'accompagnamento più che adatto alle parole che seguirono, dalla malinconica voce di Bettie che era tornata fra di loro.
    Forse lo spirito di Jacob era più debole, ed è rimasto legato ad un luogo... Forse a quello a cui teneva di più, o quello legato alla sua morte... O più semplicemente erano un mucchio di supposizioni, prive momentaneamente di prove valide.
    Nel frattempo anche Lore si rivolse alla compagna, e con quel discorso doveva aver risolto ogni suo dubbio riguardante la reale presenza dei due di fronte a lei... E del fatto che non fossero mere copie create per ferirla. Ma mischiata alla voce del ragazzo sembrava esserci una seconda voce, più distante e sottile... Ma sempre conosciuta, quasi famigliare.
    -Chi...
    Nulla, sembrava che alla presenza in quella casa piacesse confonderli ogni volta che credevano avvicinarsi alla risposta tanto agognata... Ed infatti nuove luci riempirono il corridoio, che per un istante portò il buio fra di loro... E una volta che questi si disperse una nuova casa li accolse... Una più colorata, più "viva". E quella sensazione di vitalità fu confermata dal suono di nuove voci che diresse le loro attenzioni verso le proprietarie: Una doveva essere Bettie, la tonalità era praticamente la stessa, mentre la seconda ancora non la conoscevano... E persino il suo aspetto era difficilmente riconoscibile, in quanto risultava sfocata nonostante la vicinanza.
    Siamo... Nel passato?
    Era possibile che la casa, o Bettie stessa, stesse ricreando per loro una scena di vita passata, per insegnare loro qualcosa... O per indicare la via da seguire. I loro discorsi, e più il fatto che i tre stessero vivento quei ricordi, acquistavano senso se si pensava all'incidente riportato nel giornale... Il papà di cui parlava Bettie doveva essere quello che tanto la preoccuava nell'articolo, e tanto la spaventava ora... Aumentando le probabilità che fosse stato proprio lui ad uccidere tutti... O a causare comunque tutte quelle morti. Mentre scoprirono che la donna del mistero altri non era che la madre di Bettie e di Jacob, che fece capolino per un rapido richiamo alla genitrice... Prima che tutto sparisse in una nube di polvere nera, che furiosa vorticò fino ad avvolgere ogni angolo dell'ambiente attorno a loro... Riportando lo scenario al decadente presente a cui appartenevano... E sinceramente tutti quei vortici e luci cominciavano a dare non poco la nausea.
    -Quella stanza...
    Lore dette conferma che alla visione aveva partecipato anche lui, suggerendo giustamente di addentrarsi nella stanza da cui Bettie proveniva... E in fondo non era neppure così lontana. Le sue parole però furono interrotte dal secondo spalancarsi della porta, e dall'arrivo in casa di un altro ragazzo... E se si trattava di un risvegliato doveva essere una nuova recluta. Il giovane portava con se un lungo bastone, che probabilmente aveva raccolto come strumento di difesa... Anche se difficilmente quel tubo sarebbe stato pratico, in un luogo chiuso e abbastanza ristretto come potevano essere le varie stanze... Probabilmente avrebbe fatto più male a loro che a un ipotetico nemico.
    -E tu sei...?
    E con i due compagni attese di conoscere l'identita dell'altro, sperando solo che non fosse un altro problema di cui occuparsi.
    -Ascolta, se sei un nemico sappi che hai scelto le persone sbagliate contro cui mettersi... Mentre se sei un nuovo risvegliato... Beh, benvenuto in una casa piena di guai... Guai di cui ti pregherei non aumentare il numero, data la difficile situazione in cui ci troviamo. Per farla breve...-
    E per la seconda parte si rivolse anche alla ragazza, in modo da aggiornarla dei fatti precedenti al suo arrivo.
    -Ci troviamo rinchiusi in questa dimora, e non ne potremo uscire se non risolvendo l'enigma che cela al suo interno... Fonti cartacee ci hanno fornito utili indizi per il momento... Sappiamo che ci sono stati dei morti, provocati probabilmente da un padre psicopatico... Ma queste sono solo supposizioni, non prendetele come informazioni certe. Per quelle invece non possiamo far altro che fidarci della voce che ci ha condotti tutti qui, una donna chiamata Bettie e figlia del padre di cui parlavo... O comunque degli articoli prima citati.-
    E a quelle parole fece cenno al compagno di passare a Bea i due ritagli, per fare in modo che anche lei potesse leggerne il contenuto.
    -E inoltre Mattia è stato preso da delle ombre sbucate dal nulla, ombre che potrebbero tornare da un momento all'altro... Per cui non comportatevi con troppa leggerezza, ogni azione può risultare fatale in questo luogo.-
    Con le sue parole non voleva scatenare il panico, quanto più cercare di evitare che altri finissero nella stessa situazione del ragazzino... Non sarebbe stato certamente piacevole.
    Ci è dato sapere però che una volta svelato l'arcano lui verrà liberato dalle ombre... E noi da questa casa.
    Lucio concluse il discorso voltandosi verso la stanza che tanto aveva destato interesse dopo l'ultima visione, indicandola con un ulteriore cenno della testa.
    -E data la situazione che abbiamo appena vissuto... Quella dovrebbe essere la nostra prossima destinazione, per cui se vuoi attaccarci ragazzino fallo ora, altrimenti seguici senza creare troppi problemi, ok?-
    Concluse il lungo monologo con un sorriso inquietante e innocente allo stesso tempo, lo stesso che aveva spesso rivolto a Tia quando lo faceva innervosire una volta di troppo... Non sopportava lasciarsi prendere dall'ira, e quel sorriso nascondeva l'ira che preferiva non far scaturire nel caso si presentassero altri problemi. Ora che avevano ottenuto un nuovo indizio non avrebbe permesso a mostri o risvegliati di impedirgli di indagare a riguardo.
     
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  12. BeusV
     
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    Mentre aspettava la risposta di Lucio, un logorroico e conosciuto spilungone sbucò apparentemente dal nulla e rispose ad una domanda non fatta.
    Un sorrisetto divertito aleggia sulle labbra della ragazza.
    Guarda Lore, con quest'uscita non dubito di te sicuramente...
    Già sentendosi più tranquilla, ricevette la conferma con la risposta dell'altro ragazzo.
    Sono loro!
    Smise di tremare. La presenza di quei due era assolutamente rassicurante: oltre ad essere due persone alte e fisicamente forti, erano quelli che qui a Nowhere soleva chiamare "amici".
    Certamente dovrò farmi venire il mal di collo per parlare con loro, ma almeno non sono sola...
    Noi mangiamo biscotti, che sarebbero enormemente più buoni se non stessimo pian piano perdendo il senso del gusto...
    Stava per chiedere qualche aggiornamento quando all'improvviso la casa sembra avere una specie di sussulto.
    La carta da parati strappata torna intera, come una ferita che ci cicatrizza e tutto sembra recuperare colore, diventare pulito.
    Attonita, Beatrice si guarda intorno, cercando di capire cosa possa essere successo.
    Sembra... Sembra tornata indietro nel tempo...
    La conferma non tardò ad arrivare.
    CITAZIONE
    "Mamma, ti prego... Non puoi negarlo".

    E questa chi è?
    Quella voce femminile la turbò non poco. Le ricordava tremendamente quella di una ragazza della sua scuola.
    Non aveva mai saputo come si chiamasse, o forse non se lo ricordava, ma era una presenza costante, la vedeva dappertutto... Aveva sempre avuto il dubbio che la seguisse, per non si sa quale motivo.
    Non mi devo allarmare... è solo suggestione...
    Una figura irriconoscibile entrò nel suo campo visivo. Era sfocata, dai lineamenti irriconoscibili: sembrava vista da una persona dalla miopia piuttosto accentuata.
    Non posso essere diventata miope, solo la donna è sfocata, il resto no...
    Seguì con interesse la conversazione tra le due: sentiva distintamente la rabbia della prima ad aver parlato, ma la seconda aveva un tono indecifrabile.
    Rassegnata? Stanca? Sicura...? Non capisco...
    All'improvviso la voce di un ragazzino.
    Un bambino... Ancora... Perchè sempre di mezzo i bambini? Non è giusto...
    Una sorta di malinconia le venne improvvisamente. Era certa che quel ragazzino fosse morto troppo giovane. E violentemente.
    Credo che non abbia fatto una bella fine... E nemmeno la giovane arrabbiata...
    Tutto però torna come prima, in un lampo. La casa è di nuovo cadente, sporca, antica.
    Un rumore improvviso la fa sobbalzare. La porta si è spalancata, trascinando dentro un ragazzo.
    I due ragazzi lo avevano subito placcato con le domande, espresse in modo piuttosto minaccioso.
    Il tipo non sembrava pericoloso, anzi le appariva un po' come uno degli "sfigati" della scuola, piuttosto anonimo e dal taglio di capelli discutibile.
    Per non parlare degli abiti.

    Ovviamente era sempre meglio un ragazzo vestito casual in una situazione disagiata che una vestita con vestitini anche in luoghi del genere, ma questo pensiero non le sfiorò nemmeno la mente: era abituata a vestirsi così, e non sarebbe stato un mondo brulicante di mostri a farle cambiare idea.
    E poi se proprio devo morire, fatemi essere un cadavere ben vestito...
    Ascoltò in silenzio poi la spiegazione di Lucio, e chissà perchè si aspettava che fosse successa una cosa del genere.
    Prese delicatamente i ritagli, che le sembravano vecchi e fragili.
    La storia le sembrava piuttosto chiara: sparizioni, padre psicopatico... Ne aveva lette di storie del genere. Era segretamente appassionata alle storie dei serial killer, e questo non le pareva nulla di nuovo.
    Ad un certo punto però, la testa della ragazza scatta in alto. Non dice nulla, ma è visibilmente atterrita.
    Quel ragazzino... Ma perchè sempre lui... mormora, quasi rassegnata.
    Enigma, non capisco che enigma possa esserci... è MORTA, perchè dovrebbe avere bisogno del nostro aiuto? Oramai è storia, è passato, e di sicuro non saremo noi a cambiarlo... Perchè ci vuole qui?
    Non riusciva a credere che uno spettro potesse avere bisogno di aiuto.
    Certamente è una storia triste e tutto il resto... Ma perchè non trova la pace? Non esiste più... I suoi dolori dovrebbero essere finiti...
    Non so cosa pensare... Ma vi seguo...
    Fa per andare, lanciando un ultimo sguardo al ragazzo nuovo. E a quello che sembra un tubo tra le sue mani.
    E chi sei, superMario?
    La cosa la divertiva. Oramai conosceva le bestie di Nowhere piuttosto bene, e sapeva che quel tubo sarebbe potuto servire solo da stuzzicadenti per una creatura.
     
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  13. IDSeeker
     
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    Nessuna risposta provenne dalla casa.
    "Oh beh: è chiaro che in casa non c'è nessuno..."
    pensò mentre si guardava le distorsioni attorno al perimetro della casa.
    "Sarà meglio tornare alla base adesso, entità ipnotiche permettendo..."
    concluse tra sé e sé. So girò, sperando di potersene andare senza dover vivere un'altra esperienza simile a quella del giorno prima. In quel momento, manco il destino gli avesse letto nel pensiero, la porta si aprì rivelando un interno avvolto da un'oscurità penetrante. Il risucchio fu così potente che M non riuscì neppure ad aggrapparsi a qualcosa per evitare di finire nell'oblio. Ora si trovava dentro una specie di dimensione alternativa completamente stravolta da suoni e immagini raccapriccianti: visioni orribili di volti deformati che ricordavano solo lontanamente degli esseri umani ed una cacofonia composta da urla di dolore e suoni così alti da risultare estremamente fastidiosi per l'orecchio umano, come lo stridore di unghie su una lavagna all'ennesima potenza, ora lo accoglievano all'interno della dimora. Pian piano i volti si espansero e si sciolsero lungo l'orizzonte visivo del ragazzo, come colori che si dipingevano da soli direttamente sulla tela nera che componeva quel mondo, creando immagini che lentamente parevano avere un senso: una faccia divenne un muro, un'altra divenne un mobile; tutte si fusero insieme fino a ricreare perfettamente la realtà come l'avrebbe vista chiunque. Tutto questo processo di "realizzazione" fu accompagnato da una malinconica sonata di violino, che dava a tutte quello che il ragazzo stava osservando basito un tocco di nostalgica tristezza. Quando finalmente non era più possibile distinguere alcun volto in stato di trasformazione, tutto sembrava al suo posto ed il violino finì il suo breve assolo, M trasse un profondo respiro, come se fino a quel momento fosse rimasto in apnea. In effetti quello che aveva visto gli aveva tolto il fiato, letteralmente. Ora attorno a lui poteva distinguere tre figure ben distinte: due ragazzi ed una ragazza. Il primo aveva lunghi capelli ricci e castani con un fisico nella media; il secondo aveva anch'egli dei capelli lunghi e castani, però lisci, il fisico era simile a quello del primo con l'eccezione dell'altezza; l'ultima era, paradossalmente, l'unica dei tre ad avere dei capelli corti, anche se il taglio era comunque femminile ed era vestita come se fosse pronta ad andare ad una festa. Solo il primo sembrava un po' più alto di M, anche se il secondo lo mancava di poco. Gli stava ancora passando la sensazione di warp spazio-temporale quando il primo e la terza gli chiesero semplicemente chi fosse, quest'ultima aggiunse anche una specie di mezza battuta che forse poteva c'entrare con il tubo metallico. Il secondo, invece, aggiunse alla semplice domanda tutta una serie di informazioni in una volta, che di certo non potevano essere ricevute e comprese appieno da M, rintronato com'era dall'entrata attraverso quella specie di tunnel allucinante. Dopo qualche secondo di silenzio, come a cercare di organizzare le risposte che doveva dare, prese la parola.
    "Allora... prima di tutto: stiamo calmi"
    disse con tono rilassato (fin troppo rilassato: quasi perso) mentre alzava la mano libera in segno di "stop" verso il secondo ragazzo.
    "Chi ha mai parlato di attaccare? Io sono in questo postaccio da meno di ventiquattro ore e questo è già il secondo enorme casino in cui sono finito per purissimo caso."
    disse mentre portava la mano libera verso la fronte, come colto da un forte mal di testa.
    "Ombre assassine, voci ipnotiche, gente a caso in edifici a caso in mezzo a foreste a caso... dammi un attimo di respiro dannazione..."
    sembrò concludere, con il bastone rimasto sempre saldamente in posizione dietro il braccio destro, appoggiandosi contro la porta che ora non poteva essere più aperta. Dopo un paio di secondi si rese conto di non aver divulgato l'unica informazione che gli era stata chiesta, così disse con tono più accondiscendente:
    "Scusate la mia poca cortesia: ho avuto una nottataccia... in ogni caso io sono M. Voi chi siete, se posso chiederlo?"
    Si tolse la mano dalla fronte e la riportò al fianco sinistro, aspettando chissà quale reazione o risposta dai suoi nuovi compagni di sfiga.

    Edited by IDSeeker - 12/8/2011, 01:31
     
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    Per il momento, la situazione sembra tornata tranquilla. Nessun segno di Bettie, né di altre voci, e la casa si è calmata. Per il momento, almeno...
    Sentite un tonfo attraverso la porta chiusa che avete potuto osservare nel ricordo di Bettie. Sembra che qualcosa sia caduto.
    D'improvviso, la voce di Bettie torna alle vostre orecchie, ma piuttosto disturbata.
    -Studio.... Nello studio.... Prendete...-.
     
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  15. LoreElite
     
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    Finì di squadrare guardingo il nuovo arrivato, assumendo un' aria tranquilla, ridacchiando alla sua reazione riguardo allo sproloquio necessario ma forse un pò troppo dispersivo di Lucio.
    Riassunto generale per Super M: Siamo nella merda fino al collo, Una casa fatta di LSD infestata da fantasmi e altre astruse presenze vuole contrastarci mentre cerchiamo di risolvere un mistero che dobbiamo risolvere, a meno che tu non voglia soggiornare qui dentro per l' eternità. In sostanza: Benvenuto nel Nowhere, luogo ideale per una villeggiatura in tutta pace e tranquillità
    Non voleva essere scortese con lo strano ragazzo che si era presentato loro, voleva soltanto rendersi il più amichevole possibile.
    Ah ed un' ultima cosa: Occhio con quel bastone.
    Disse, sorridendo.
    Bettie li spronò ad andare nello studio, si sentì uno strano tonfo.
    Sussultò un poco sentendolo, ma subito si ricompose. Nel frattempo osservava la casa: Era veramente enorme. Pareva più una villa. Forse era abituato alle 7 o 8 stanze di casa sua. Per Bettie poteva essere una cosa normalissima, abitare lì.
    Dopo aver squadrato la porta chiusa ed essersi fatto affascinare dalla maestosità di quella casa, si riprese e disse:
    Sentite, qua se non ci muoviamo potremmo impazzire oppure ucciderci l' uno con l' altro. Prima che entraste voi due disse rivolgendo per un attimo lo sguardo verso Bea e Mmi sono ritrovato a prendere a coltellate l' aria perchè pensavo che un bestione mi volesse attaccare. Sospetto fortemente che dietro tutto questo ci sia il padre di Bettie, che viene chiamato Lui. Tornando con lo sguardo a fissare tutti e tre stavolta con un tono più calmo disse:
    Ora, per evitare che questo Lui ci faccia credere di essere dei mstri e farci uccidere l' uno con l' altro suggerirei di muoverci a trovare la soluzione, anche se non so dove sia. Rispondendo a Beatrice, direi che il motivo per il quale siamo qui potrebbe essere qualunque. Dall' uccidere demoni a raccogliere more con gli Orsetti del cuore. Non ne ho la più pallida idea.
    Per inciso M, io sono Lorenzo. Chiamami pure Lore. Lei è Bea e quell' altro è Lucio.
    Squadrando il tubo metallico in possesso di M, Lore pensò che forse poteva essere solo d' intralcio se fosse stato in retroguardia, poichè avrebbe potuto colpire lui, Bea o Lucio invece degli eventuali pericoli.
    Ora, noi stavamo andando verso lo studio...
    Disse, indicando la porta chiusa di fronte a loro.
    Penserei ce sarebbe meglio che andassi avanti tu, con quel tubo... Voi che ne dite?
    Disse, rivolto stavolta a Lucio e a Bea
     
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