"Extra" Quest: What lies within these walls

Aperta a tutti

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  1. BlackieTheCat
     
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    Lucio squadrò il nuovo arrivato, continuando a trovare il bastone fuori luogo nell'ambiente in cui si trovavano... Per il resto non aveva certo nulla da ridire, non era mai stato uno che dava molto peso all'aspetto esteriore, a meno che questo non fosse di rilevante importanza.
    -Certo, se tu sei M io sono L, guarda... Vabbé, tralasciamo. Mi chiamo Lucio, e se accetti un consiglio ti suggerirei di lasciare qua quell'arnese... Sarebbe solo d'impiccio. Era meglio un'arma meno ingombrante...
    Non voleva certo imporre quella sua idea, ma voleva più essere un modo per evitare di colpirsi fra loro o rallentare una possibile fuga, data la lunghezza del tubo e il limite fisico di spazio presente in casa. Lore a quel punto continuò con un riassunto più stringato, riassumendo al ragazzo i punti fondamentali della situazione... E facendo capire anch'esso che quel bastone poteva rivelarsi fastidioso. Ultima, ma non d'importanza, fu Bettie a parlare... Spronandoli a raggiungere la stanza dalla quale un rumore sospetto sembrò provenire.
    Basta che sia "prendete", e non "prendetele"... Il tonfo certamente non suggerisce nulla di buono.
    -Vedila così Bea, non è "Perché ci vuole qui", quanto "Perché dobbiamo farlo"... E la risposta è che è la nostra unica via di salvezza... Per noi e per Mattia. Inoltre credo che il perché di tutto ciò lo troveremo indagando, per cui direi che non abbiamo molta scelta.-
    La situazione non convinceva neppure lui, troppe cose erano a loro nascoste... Troppi gli interrogativi a cui rispondere... Ma per il loro bene, e per il gusto di voler risolvere anche quell'assurdo enigma, il Risvegliato avrebbe continuato la ricerca. Ascoltò poi con attenzione le parole di Lore, convenendo che la situazione in quel senso non era delle migliori... Chiunque fosse l'artefice di tutti quegli avvenimenti, che si trattasse del padre o meno, si stava divertendo a farli impazzire lentamente... Osservandoli come farebbe un ricercatore con le sue cavie, facendoli muovere di stanza in stanza... Fino a che non fosse giunto il momento di portare gli esperimenti ad un livello successivo, testando quanto la loro sanità mentale potesse resistere ad ogni successivo test.
    -Io rimango della mia idea, e cioè di lasciare qui il bastone e proseguire senza... Poi certo, se rimanesse con quel tubo nelle retrovie ci intralcerebbe la fuga, anche se non è detto che il pericolo debba sempre apparire davanti a noi... Potrebbe capitare che le ombre appaiano alle nostre spalle, e ci troveremmo nella stessa spiacevole situazione. Detto questo direi di procedere, poi sei libero di fare quello che vuoi Mister M... Vedi solo di non creare troppi guai.-
    Anche se suonava severo, Lucio voleva solamente che il ragazzo riflettesse bene sulla situazione, e che non facesse scelte errate che avrebbero portato il gruppo in una situazione di svantaggio... In una casa in cui potevano essere vittime di illusioni o attacchi da un momento all'altro, anche il più piccolo errore poteva risultare fatale.
    Detto questo Cat avanzò con cautela, aprendo appena la porta lasciando visibile solo uno spiraglio limitato, il giusto per sbirciare all'interno della stanza... Che nonostante la penombra in cui era immersa sembrava essere apparentemente tranquilla.
    Certo, aspetterà solo che siano tutti dentro e distratti, prima di agire...
    Aprì ancora un pò la porta, lasciando lo spazio necessario a farci passare parte della testa ed osservare meglio la situazione... Che continuava a suggerire che nulla di pericoloso li stesse aspettando. Oltre a quello Lucio intravise quella che sembrava essere una scrivania, suggerendo che potesse trattarsi dello studio di famiglia... Un pò come nella mappa del Cluedo. Nonostante le grosse finestre, sembrava quasi che la luce facesse fatica ad entrare attraverso il vetro, lasciando quindi un minimo di illuminazione generale.
    Beh, non possiamo certo rimanere qui in eterno...
    E con un cenno del capo Lucio fece segno agli altri che si poteva entrare, anticipandoli addentrandosi nella stanza che sembrava aspettare solo loro.
     
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  2. BeusV
     
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    O mio dio, adesso questo vuole fare il gran figo della situazione.
    Era nervosa, incredibilmente nervosa. E quel tipo col tubo che si comportava da grand viveur accentuava questa condizione.
    M STOCAZZO. Ma dove credi di essere? In un dannato fumetto? Qui mio caro siamo tutti nella stessa merda. Quindi fai poco il prezioso e il misterioso, che già vesti da schifo e hai un taglio di capelli da sfigato. Stiamo calmi il cazzo.
    Il contrasto musetto-parlata degna dei peggiori bassifondi cittadini poteva risultare quasi divertente: ma i ragazzi che la conoscevano probabilmente non l'avevano mai vista così contrariata.
    Mi sembra di essere al festival della cretinaggine invece che in una casa maledetta.
    Tu poi...
    Ora la vittima sembrerebbe essere Lorenzo.
    La mano della ragazza scattò nella borsetta, per poi uscirne con una pistola, che il ragazzo aveva già visto in ospedale, dove più che dai mostri, rischiarono di uccidersi a vicenda.
    Vuoi mandare avanti uno con un tubo. CON UN TUBO. MA PRONTO?!
    Agita l'arma davanti la faccia del ragazzo.
    Abbiamo coltelli e pistole e tu mandi avanti questo disadattato con il tubo. Ma ci rendiamo conto?
    L'unico che le sembrava normale era Lucio, con l'idea di gettare il tubo.
    Ecco, bravo Lucio. In sostanza quel tubo sai dove può andare a finire? Non voglio dirlo io che già ho usato troppe volgarità.
    Dopo quest'ultima gentilissima affermazione, seguì Lucio nella nuova stanza, altezzosa.
    Ovviamente tutto ciò era dovuto all'estrema paura che provava, dovendola mascherare in qualche modo, Beatrice usò il nervosismo.
    Questa storia è fin troppo inquietante...
     
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  3. IDSeeker
     
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    Il ragazzo fu praticamente attaccato dai suoi stessi compagni, soprattutto dalla ragazza. A qualcuno non andava bene il suo nome, a qualcun'altro non andava bene come si vestiva e poi a nessuno piaceva quel bastone, come se avesse tra le mani un'arma di distruzione di massa che può fare del male solo a loro. Come se l'essenza stessa del bastone facesse uscire di senno chiunque lo guardasse, per Dio! Facendo un immenso sforzo per non incazzarsi, disse con tono calmo, ma visibilmente sul punto di esplodere
    "Se avete dei problemi col mio nome dovete andare a dirlo ai miei genitori, visto che me l'hanno dato loro..."
    Alzò il bastone metallico di fronte a sé.
    "E poi questo è la prima cosa vagamente simile ad un'arma che mi è capitata sotto mano mentre venivo qui: scusate tanto se non sono passato per l'armeria mentre una voce ipnotica mi portava qui contro la mia volontà. Inoltre, so come si usa un bastone: ho passato diversi anni ad allenarmi per usarlo in combattimento, anche se non l'ho mai usato in situazioni vere... anche se dubito fortemente che qualcuno dei presenti si sia allenato in vista di una situazione come questa..."
    Tacque un attimo, cercando di non farsi venire il sangue amaro per quelle, tutto sommato, cazzatine tirate fuori dai suoi "compagni"
    "Cazzo!" gli sfuggì infine mentre si portava di nuovo la mano alla testa; questa volta il mal di testa ce l'aveva sul serio
    "Non sembrate dei ragazzini, eppure vi comportate come tali, soprattutto tu"
    Indicò la ragazza
    "Se hai qualche problema con il mio vestiario, denunciami alla polizia della moda, sono sicuro che mi faranno una bella multa; così io potrò denunciarti alla polizia del buon senso, così ti danno l'ergastolo: a vestirti come la stra-cazzo di reginetta del ballo in una casa in cui si può tranquillamente morire, da quel che ho capito..."
    Trasse dei profondi respiri: mai prima d'ora aveva visto uno sfoggio tanto possente di stupidità adolescenziale in una ragazza.
    "Ora... cerchiamo di uscire vivi da qui, POI... e solo poi: potrete infamarmi..."
    Concluse. Si rimise il tubo metallico dietro il braccio destro, come si tiene solitamente il bastone nel karate quando non lo si sta usando. Quasi non si era accorto della voce che aveva suggerito loro di andare nello studio: da quando era lì aveva avuto più familiarità con le voci nella sua testa che non con le persone. Vedendo che anche gli altri se ne andavano in questo fantomatico studio, li seguì a ruota, stando in fondo alla fila e guardandosi indietro per evitare sorprese.
     
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  4.  
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    Lo studio, dall'aspetto classico e l'aria elegante, vi accoglie con calore, avvolgendovi nella sua morsa fatta di legno pregiato e morbida moquette. Nessuno di voi si sarebbe aspettato un'accoglienza così "calorosa", non in questa casa; un'eco lontana di chiacchiericcio e risate sommesse vi giunge all'orecchio, seguito da un tintinnare di bicchieri.
    Sulla scrivania sono sparpagliati diversi fogli, foglietti e pagine strappate. Accanto ad essa, proprio ai piedi di un bel mappamondo antico da arredo, una bottiglia dal vetro piuttosto spesso: il tonfo che avete sentito è stato causato probabilmente da questa.
    Sempre sulla scrivania, notate sporgere da quella che sembra un'agendina di cuoio dei foglietti che attirano la vostra attenzione...








    Dietro alla foto, potete leggere la scritta: "Jacob, Gennaio 1956".

    [Solo per Blackie, a causa dell'abilità Investigare lv2]
    Qualcosa attira la tua attenzione. Quel mappamondo ha qualcosa di strano... Provi ad osservarlo meglio, e ad armeggiarci intorno. Dopo qualche minuto, riesci ad aprirlo tramite un meccanismo a pressione, e dentro, oltre a qualche bottiglia di spirito, scorgi una chiave...





     
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  5. LoreElite
     
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    Cazzo Bea ma allora sei ritardata! Se fai stare dietro uno con un bastone lungo un metro e mezzo novantanove su cento per difendersi oppure solo per girarsi te lo da in testa, GENIO DEL MALE!
    Fu il commento che riuscì a sortire dalla sua bocca, dopo che la ragazza imbizzarrita gli stava praticamente puntando contro la pistola.
    Adesso stai calma così possiamo procedere tutti quanti insieme in allegria...
    Disse, stavolta con un tono più rilassato.
    Entrò nello studio con Lucio, dopo di Bea,mentre ancora M si lamentava. Si posizionò al centro della stanza, osservandola stupefatto. Essa sembrava così ben curata e così integra che per qualche secondo gli sembrò di avere viaggiato di nuovo nel passato. Quella soffice moquette faceva da cornice attorno ad un quadretto di mobili di legno pregiato ed un mappamondo antico, come quelli che si vedono nei film d' avventura.
    Sembrava di essere entrati nella zona franca della casa, dove addirittura gli spiriti potevano prendersi una pausa dalle loro torture quotidiane. Ebbe l' impressione di ciò poichè in seguito alla loro entrata si potevano sentire delle risatine sommesse, come se qualcuno si stesse divertendo e brindando per qualcosa prima che loro entrassero nella stanza. Quello che lo fece pensare fu il tonfo sentito poco prima.
    Chissà che diavolo...
    Non fece in tempo a finire di coordinare il pensiero, che dei foglietti e delle pagine strappate sulla scrivania catturarono la sua attenzione.
    Al centro di essa, vi era situata un' agendina in cuoio, con delle pagine che spuntavano da essa. In tutto erano un paio ed una foto; aprì dunque l' agendina, la quale era piena di scarabocchi e scritte quasi illeggibili, per lo più senza un senso: Cose come "casa", "bosco" eccetera. Le due paginette strappate però sembravano avere un significato maggiore:
    La prima sembrava un' abbozzo di una lista di cose da fare, terminante in una serie di parole sconnesse e confuse, mentre il secondo foglietto sembrava essere il continuo del primo, con alcune frasi che lasciavano intendere qualcosa sul "capire" e su dei bambini.
    Una frase lo colpì più di tutte, in quei due foglietti.
    Più che una frase, una parola in essa contenuta, che fece risaltare agli occhi il complesso nella quale era scritta.
    CITAZIONE
    Fame

    Fame?... Bettie, che succedeva dentro a questa stanza?
    Barbara?
    E purtroppo non mi son fatto la Barba....RAAAAA!
    Pensò, ridacchiando, per poi tornare con la mente a quei foglietti.
    Quella presenza cominciava a non rassicurarlo più di tanto... se lo studio era del padre, come era solito essere nelle case di quell' epoca, perchè quegli appunti? Adesso era addirittura apparsa una Lei. Quindi adesso avevamo un Lui ed una Lei.
    Ci manca solo L' Altro, Tizio, Caio e Sempronio, e magari anche una fetta di culo con il limone.
    Fu poi il momento per lore di esaminare la foto. Essa era color seppia raffigurante un ragazzino vestito come per andare a scuola, oppure per un ricevimento importante, con tanto di cravattino e riga da una parte. Sembrava essere stata scattata all' interno della casa. D' istinto Lore la voltò, temendo il peggio.
    CITAZIONE
    "Jacob, Gennaio 1956"

    Oh mio dio, ma questo è Jacob!
    Disse con gli occhi che si aprirono dalla sorpresa, anche se si aspettava in un certo senso la foto del ragazzino in quella stanza... ma accanto a quegli appunti tutto sembrava più minaccioso, come se Jacob fosse stato ucciso da qualcuno.
    Fu in quel momento che i sospetti di distolsero un poco dal padre. In fondo, è tanto facile dare la colpa ad un malato mentale....
    Bettie! Bettie fino a quel punto è andata contro il padre, facendolo passare per il povero pazzo il quale va tenuto sotto controllo....
    Prese Lucio, Bea e M e li fece accostare alla scrivania.
    Voi cosa ne pensate?
    L' insicurezza, oltre al formicolio diffuso, stava adesso dominando il ragazzo. Doveva fidarsi o meno di Bettie? e di questo Lui? Oppure erano semplicemente tutti contro di loro in quella casa e avrebbe fatto meglio a non fidarsi di nessuno se non Bea, Lucio ed il nuovo arrivato? Si passò una mano nei folti capelli mentre squadrava ancora i foglietti di carta.
    Avete letto? Se si io direi di continuare a cercare per la stanza, chissà di non trovare qualcos' altro...
    Vide quindi che Lucio si avviava con lui verso il mappamondo. Notò ai piedi di esso una bottiglia, che esaminò.
    Deve essere stata questa a causare il rumore...
    Nel mentre, Lucio stava armeggiando con il mappamondo da arredo e, dopo qualche traccheggiamento, riuscì a scovare una sorta di meccanismo a pressione che rivelò uno scomparto dentro al mappamondo, dentro al quale vi erano delle bottglie di alcool e una piccola chiave.
    Grande Lucio! Ma... Secondo te che vuole che facciamo con lo spirito? Darci fuoco alla casa?
    Subito dopo il ritrovamento di Lucio, Lore si diresse verso la libreria praticamente davanti alla scrivania, cercando qualsiasi cosa potesse essere stata interessante per quel frangente.
    Facciamo come in salotto Lucio, ok? Dividiamo la stanza in settori e raccogliamo tutto quello che può sembrarci interessante!
    Detto questo, Lore cominciò a frugare fra i copiosi libri di quella scaffalatura
     
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  6. BlackieTheCat
     
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    Fu prima di entrare nello studio che Bea scoppiò, aggredendo verbalmente prima il ragazzino e poi persino Lore... Ormai fra i due sembrava esserci un rapporto di odio/amore. L'unico che sembrò salvarsi fu Lucio, fortunatamente... Nel caso se la fosse presa con tutti sarebbe stato più difficile convivere e collaborare per uscire da quell'inferno. Anche il ragazzino si lasciò andare alla rabbia, difendendosi dai vari attacchi che gli erano stati rivolti contro.
    -Sinceramente dubito che i tuoi genitori ti abbiano chiamato M, poi non so... Magari erano sadici. Per quanto riguarda il bastone ti suggerivo semplicemente di lasciarlo qua per ora, non mi sto lamentando con te della tua scelta... In una situazione diversa potrebbe anche rivelarsi un'ottima arma, certo... Ma qui c'è poco spazio per agire, e noi siamo già in quattro... Tutto qua, era questo che volevo dire.-
    E lasciando correre il resto Lucio entrò finalmente nello studio, seguito poi dai suoi compagni... L'ambiente si presentò come se l'era in parte immaginato, grazie alle rapide occhiate che aveva lanciato attraverso la soglia: Mobili in legno, una morbida moquette, una libreria carica di libri, una scrivania vittima del tempo e del lavoro di cui è stata testimone... Un pò la tipica immagine di studio elegante, con tanto di mappamondo e poltrone. La stanza faceva sembrare di trovarsi in un'altra casa, da quanto risultava accogliente e serena... Se fossero stati in un videogioco quello poteva benissimo essere il luogo di ritrovo, dove li aspettava il savepoint e i soliti png pronti a condividere utili suggerimenti con i giocatori.
    Solo che qui non c'è modo di salvare, se si muore è per sempre... E i pochi png presenti in questa casa potrebbero benissimo rivelarsi i nemici più spietati...
    Ad interrompere il filo di pensieri arrivò Lore, che praticamente trascinò i compagni verso la scrivania, dove sembrava aver trovato dei fogli da un'agenda... E le parole che riportavano non erano delle migliori. In uno sembrava esserci una lista di cose da fare, che a metà però deviava in una serie di parole sconnesse... Quasi maniacali. Forse il segno d'inizio della pazzia del padre, di cui Bettie parlava nel giornale.
    E se il padre non fosse impazzito, ma posseduto? Può anche essere che si sia inventato tutto, certo... Ma questa teoria non sembra essere così assurda in fondo... Dal secondo foglio sembra quasi che i bimbi non siano stati uccisi, ma dati in pasto a qualcosa... Che diavolo è successo in questa casa?
    Oltre ai due appunti sulla scrivania si trovava una foto, il cui soggetto sembrava essere Jacob, stando al nome segnato sul retro.
    Che Bettie si riferisse a questo quando diceva che Jacob non era come lei? Perché lui è stato divorato, e ne è rimasta solo l'ombra di ciò che era? Dobbiamo scoprire altro...
    Nuovi significati e obiettivi si aggiunsero a quella ricerca della verità, nuove motivazioni spingevano il ragazzo a proseguire... Mentre la sete di conoscenza lo stava lentamente ossessionando, divorandolo...
    -Proviamo, non si sa mai...-
    Cat cominciò ad osservare i vari particolari presenti nella stanza, in cerca di qualche anomalia... Deciso a concludere quanto prima quel gioco in cui erano capitati. E un elemento sembrava non appartenere a quella quiete, i resti di una bottiglia caduta in frantumi giacevano infatti per terra, accanto al mappamondo...
    Che il suono di prima fosse causato dalla caduta di questa bottiglia? Sì, ma... chi o cosa l'ha fatta cadere allora?
    La sua attenzione passò poi verso il globo lì accanto, in quanto qualcosa di esso non lo convinceva...
    Ne ho già visti come questi, di solito si possono aprire per riporci vini e altro...
    Lasciò scorrere le dita sulla superficie liscia, in cerca di quello che poteva essere un pulsante o una maniglia per poterlo aprire... Finché l'indice della destra non sfiora una leggera discontinuità nell'insieme, come se ci fosse una piccola sezione separata dal resto... E premendola con lo stesso dito che l'aveva trovata questa si rivelò essere un bottone a pressione, che con un leggero scatto fece in modo di aprire il mappamondo davanti ai suoi occhi.
    Direi... Bingo.
    Al suo interno si trovavano, come si aspettava, bottiglie di alcool di vario genere, delle quali non sapeva dire molto data la sua scarsa conoscenza del liquido. Ma un leggero scintillio si fece strada fra il vetro opaco, e cercando sul fondo il risvegliato trovò una piccola chiave.
    Bene bene, questo sì che è un ritrovamento...
    Lore gli arrivò alle spalle all'improvviso, riportandolo alla realtà congratulandosi per il ritrovamento.
    -Beh, grazie... Ci tornerà utile prima o poi.-
    Con un rapido movimento Lucio ripose la chiave nella tasca dei jeans, allontanandola dallo sguardo del compagno.
    Eh no, ti sei già tenuto i giornali trovati all'entrata e nel salone... Questa se permetti la terrò io. E poi non era alla scrivania? Che fa, mi segue?
    Nella mente del ragazzo si stava purtroppo facendo largo il lato scomodo del suo carattere... Quello che preferiva agire da solo, e che odiava interventi esterni ed avere persone intorno quando occupato... Ma fortunatamente riuscì a tenerlo a bada, lasciando trapelare all'esterno la solita facciata di collaborazione che faceva comodo per non inimicarsi il gruppo.
    -Va bene, però vediamo di fare in fretta... Comincio ad essere dell'idea che più rimaniamo in una stanza e peggio diventa la situazione per noi. Hai presente l'illusione del salotto, no?-
    Ascoltò l'idea del compagno, suggerendo però una condizione che poteva salvar loro la pelle... Senza contare che sentiva che le ombre si sarebbero fatte vedere da un momento all'altro.
    -Direi di fare un pò toccata e fuga... Esploriamo ogni stanza senza rimanerci troppo, per poi spostarci nella successiva...-
    Se quei "Loro" avevano portato il padre di Jacob alla follia, nulla avrebbe impedito loro di fare lo stesso con quei risvegliati... Portandoli a scannarsi a vicenda, come lo scenario che suggeriva prima Lorenzo. Decise allora di spostarsi sulla porta, facendo da palo e controllando la situazione all'esterno... Pronto inoltre ad aprire la loro unica via d'uscita nel caso si facesse viva una qualsiasi presenza malevola.
    -Se non trovate nulla usciamo di qui in fretta... Non rischiamo più del dovuto.-
     
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  7. BeusV
     
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    Bada a come parli, o questa è la buona volta che ti sparo nella schiena, Lorenzo.
    Raramente usava i nomi per intero, se molto lunghi: questo le veniva dal fatto che avendo un nome lungo, solitamente veniva abbreviato, anche dai suoi stessi genitori.
    Il suo nome intero era usato nei rimproveri.
    Lasciò perdere quel tipo assurdo che si faceva chiamare per iniziale, probabilmente perchè in parte poteva aver ragione.
    Ma solo in parte.
    Si ripromise mentalmente di parlare solo a Lucio, e di ignorare gli altri due.
    Entrando nello studio, provò una forte soggezione, come sempre le accadeva in quel tipo di stanza... E le voci ovattate e il rumore di brindisi non l'aiutava.
    Questo non è un bel posto...
    Qualcosa la trascinò, piuttosto rudemente verso la scrivania, e con suo sommo indispettimento, si trattava di Lore, che aveva deciso di ignorare.
    Prossima volta gli stacco la mano a morsi.
    Questi pensieri violenti vennero interrotti dai foglietti che le venivano porsi.
    Dio mio... Che orrore...
    Non si capiva molto. Ma una brutta immagine le venne davanti gli occhi, fulminea: cannibalismo.
    Era un pensiero istintuale, derivato da quelle parole, come se fossero delle parole chiave.
    Diede uno sguardo veloce alla foto, per metterla via subito. Si sentiva male.
    Tutto poteva essere soggetto a violenza, ma non bambini. Era il suo punto debole, lo stesso che l'aveva fregata il giorno del risveglio.
    Il malessere era forte, le sembrava di respirare a fatica.
    Lucio, hai ragione... Questo non è un bel posto... Andiamo via...
    Era disposta ad andare da sola, se nessuno avesse voluto seguirla.
     
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  8. IDSeeker
     
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    Il discorsetto ebbe l'effetto sperato: finalmente gli altri avevano capito che c'erano cose più importanti del suo taglio di capelli a cui pensare in quel momento e così si erano mossi verso la stanza successiva. Uno studio dall'aria accogliente ora si mostrava in tutto il suo antico splendore di fronte a loro. Le risate ed i brindisi di sottofondo non disturbarono M che, come detto prima, aveva avuto più esperienza con le voci che non con le persone in carne ed ossa; anche se l'inquietudine era una sensazione che non se ne sarebbe mai andata quando assisteva a certi fenomeni. Strinse più forte il tubo metallico nella sua mano destra. I quattro ragazzi cominciarono a cercare qualunque cosa fosse utile a capire cosa fosse successo nella villa. Un'esclamazione di Lore fece girare M di scatto verso di lui. Aveva anche nominato un certo Jacob; M non aveva idea di chi fosse il nome, ma sembrava che il ragazzo lo conoscesse bene. Poco dopo, Lore trascinò gli altri tre verso la scrivania. Una volta arrivati, mostrò loro, dei fogli di carta con delle scritte ed una vecchia foto di un bambino tutto in tiro, forse per un evento speciale. Le parole scritte sui due foglietti di carta erano messe quasi tutte alla rinfusa ed avevano ben poco senso, tranne se le si esaminava singolarmente; ma farlo avrebbe avuto ancora meno senso dei foglietti stessi. Alla vista di quella foto, insieme alle insensate parole sui fogli di carta, la ragazza che fino ad un momento prima sembrava un marinaio in cerca di una rissa sbiancò all'improvviso. Con una frase detta quasi nel panico, la ragazza suggerì di andare via dalla stanza il più velocemente possibile. Intanto Lucio aveva trovato, grazie ad un colpo di fortuna o ad una spiccata abilità investigativa, una vecchia chiave d'argento o di metallo che si mise velocemente in tasca dopo averla fatta vedere a tutti. Anche lui, anche se in tono più pacato, aveva suggerito di andare via dalla stanza il prima possibile per non rischiare. Insomma, Lore sembrava l'unico a voler rimanere per trovare altri indizi.
    "Io credo che abbiano ragione: più ci muoviamo, meglio è per tutti..."
    disse con noncuranza a Lorenzo. Aspettò la decisione degli altri e, se si fossero mossi, sarebbe rimasto in fondo alla fila per coprire loro le spalle. Sapeva maneggiare un bastone anche in spazi stretti, cavolo!
     
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  9.  
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    Un'improvvisa accozzaglia di note vi fa sobbalzare; sembra che qualcuno stia calpestando alla rinfusa i tasti di un pianoforte... e pare intenzionato a continuare per molto. Il rumore è tanto forte da farvi credere che lo strumento si trovi nella vostra stessa stanza, sebbene sappiate che non è così.
    Non sentite la voce di Bettie da quando siete entrati nello studio, come se lì non potesse raggiungervi.
    Ma, al di fuori della porta, udite un mugolio soffocato, come se volesse attirare la vostra attenzione. Ma non riuscite a capire quello che sta dicendo...
    Il pianoforte continua a strimpellare, fino al punto di darvi fastidio; non avete ancora avuto modo di visitare una stanza con un pianforte, ma capite che non può essere altro che lì vicino.
    Sia il piano che la voce fievole di Bettie sembrano volervi attirare fuori dallo studio, forse per mancanza di tempo, forse per avvertirvi di un pericolo imminente. Non potete saperlo.
    Non appena anche uno solo di voi metterà piede fuori dalla stanza attuale, verrà ulteriormente travolto da quella confusione di note, in modo così strafottente che crederà di essere spinto con forza verso il pavimento.
    "La stanza... della musica...", sono le uniche parole comprensibili di Bettie da sotto quel fracasso infernale. Sì, infernale è l'aggettivo adatto: quella parvenza di musica ha un che di diabolico e spaventoso.
    Se guardaste in fondo al corridoio, scorgereste, di fianco al bancone della cucina, l'entrata di una stanza; solo voltando la testa in quella direzione, il frastuono v'investe con più ferocia.
     
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  10. LoreElite
     
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    Niente. Solo libri inutili
    Non c'era la benchè minima traccia di un qualsivoglia indizio del cazzo, in quel posto.
    Nel frattempo, sembrava che agli altri fosse preso fuoco al culo, visto che volevano andarsene tutti via da quella stanza.
    Cazzo, ma che vi prende? Prima siete tutti per l' "esploriamo, esploriamo!" e poi volete tutti andarvene di corsa! ma che cazzo!
    'n attimo.. raccolgo due cose e arrivo..
    Disse, e dirigendosi verso la scrivania prese i vari foglietti che prima aveva esaminato e se li mise in borsa, nella stessa tasca degli altri che aveva trovato all' inizio. Mentre stava per andarsene, però, si ricordò delle bottiglie di spirito, alcool o qualunque cosa fosse. Se ne mise un paio in borsa. Alla brutta avrebbe dato fuoco alla casa. O al maledetto pianoforte che non smetteva di suonare, trapanandogli i timpani e scassandogli di brutto i coglioni.
    Cazzo, erano dei musicisti provetti in questa casa, eh?
    I rumori molesti di solito non gli davano fastidio, ma quello si. Era come vedere un barbone con una chitarra a cui mancano 4 corde che strimpella saltellando per una piazza. Uno spettacolo decisamente fastidioso, quindi. Anche perchè quel pianoforte sembrava che venisse quasi picchiato, invece che suonato.
    Qualcuno gli dica di smettere, e che cazzo!
    Quel rumore cominciava seriamente a dargli fastidio.
    Bettie, dopo vari mugolii si fece finalmente sentire, e disse ai ragazzi di dirigersi verso la "stanza della musica"
    In quel momento ebbe come la sensazione che Bettie stesse perdendo la lucidità mentale.. come se stesse anche lei impazzendo. Da calma e pacata che era quando erano entrati in quella casa, stava lentamente iniziando a sparare frasi sconnesse, a volte anche senza senso, e i suoi discorsi si stavano sempre più limitando a ordini o indicazioni.
    Tutto questo gli pareva strano, e fece crescere ancora di più i suoi sospetti.
    Fu quindi il primo ad uscire dalla stanza e a dirigersi verso la fonte del rumore, che mano a mano si faceva sempre più forte ed intenso, tanto che gli fece portare le mani alle orecchie
    PORCA TROIA CHE CASINO!!!
    Ma chi cazzo ti ha insegnato a suonare?
    Nel mentre che si avvicinava ed il rumore si faceva sempre più assordante, Non fece a meno di pensare ad una cosa
    Chissà come mai la voce di Bettie non riusciva ad arrivare in ufficio.... Forse quella stanza le era vietata? E' strano che in tutte le stanze in cui può accedere ci sia un senso di desolazione e trasandatezza mentre in quella stanza particolare sembrava regnare l' ordine....
    A capo della fila dei ragazzi, si decise ad entrare nella stanza indicata da Bettie. Era una stanza grandissima, immersa nelle tenebre quasi totali.
    Si rusciva però a distinguere due divani rovinati, i quali presentavano diversi squarci sui cuscini; accanto ad uno di essi vi erano due piccoli comodini, mentre davanti all' altro, posto alla sua sinistra, vi era un piccolo tavolo da caffè. Il pianoforte era in un angolo della stanza, e continuava a suonare con un' intensità che pareva crescente. Ogni tentativo di ignorare la sua musica era vano, da quanto fosse terribilmente penetrante, oltre che sconnessa e stonata.
    Guardò gli altri, e tirando fuori il taccuino scrisse sulla prima pagina bianca:
    CITAZIONE
    E MO?

    Successivamente si mise la penna sopra un' orecchio, la quale sparì fra i folti capelli ; poi portò il foglietto sotto il mento, assumendo un' espressione perplessa.
     
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  11. BlackieTheCat
     
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    Tutti sembrarono concordare sul fatto di lasciare la stanza in fretta, a parte Lore che sembrava un pò restio ad abbandonarla su due piedi, e si fermò per recuperare delle bottiglie dal mappamondo.
    Beh, l'alcool invecchiato è migliore mi pare... Basta che non lo usi per dare fuoco a tutto, non so quanto farebbe piacere alle presenze... E a noi che siamo ancora dentro casa.
    Ma per quanto potesse apparire contrario il metallaro si portò avanti al gruppo, aprendo per primo la porta... Facendo così entrare nella stanza tranquilla fino a prima un infernale rumore di pianoforte suonato male, ma molto male.
    Fa male anche pensare con questo chiasso, spero solo non sia qualche tiro mancino di quel Lui o Loro che siano... Ma che sto dicendo, è di certo opera loro... Mi chiedo solo quale sia il loro scopo.
    Lucio tentò inutilmente di attenuare il rumore coprendosi le orecchie, ma il baccano sembrava quasi superarle senza nemmeno troppa fatica, rimanendo assordante in modo quasi assurdo.
    Se non ci sbrighiamo a fermarne la fonte finiremo con i timpani in frantumi...
    Seguì allora Lore verso la stanza dalla quale sembrava provenire la fonte del caos, durante il quale a Cat sembrò di sentire la voce di Bettie, anche se le poche parole percepite suonarono sconnesse, forse a causa del frastuono.
    Ora che ci penso è da quando siamo entrati nello studio che non si fa sentire... che sia una coincidenza? Forse è come per Jacob riguardo il camino... Alcuni luoghi le sono vietati.
    Come se il pianoforte posseduto non bastasse, Lore si mise ad urlare adirato, probabilmente era arrivato al limite della sopportazione... Dava l'impressione della bomba dalla miccia corta, come aveva avuto modo di vedere negli ultimi avvenimenti.
    Ci siamo quasi...
    Si aspettava di trovarsi qualche sorpresina durante il tragitto, dato che il suono li aveva spinti ad uscire per cercarne la causa così in fretta, ma forse i guai si trovavano proprio nei pressi del pianoforte... O forse lo strumento stesso avrebbe causato loro i peggiori guai.
    Cautela ragazzi...
    Lucio cercò di comunicare quel suo pensiero con gesti, facendo cenno di tenersi pronti mentre si apprestavano ad entrare nella famosa "Stanza della Musica". L'interno si presentò più cupo rispetto allo studio prima visitato, anche se un minimo di luce era presente anche grazie alla porta da loro aperta. La stanza si presentò in modo elegante, in un certo senso simile al salotto anche se con qualche mobile in più... E il pianoforte maledetto al posto del camino, nell'angolo opposto al loro.
    Questo è il perché gli strumenti non si dovrebbero suonare da soli.
    Lore si rivolse poi agli altri, comunicando con un bigliettino la sua perplessità, dato che in quella camera il suono stava dominando l'etere, e comunicare verbalmente sarebbe stato praticamente impossibile o comunque molto difficile. Per Lucio non c'era molto da fare, quel suono non avrebbe fatto altro che far scoppiare loro i timpani, e quasi sentiva già il sangue scivolare dalle orecchie... Che si trattasse di una qualche illusione sonora invece?
    Cautela o no dobbiamo fermare il suono ad ogni costo...
    Cat spiegò poi il suo intento, utilizzando il block notes che teneva in tasca e la penna nella tracolla per trascrivere su carta il suo piano, in modo più breve e rapido possibile.

    Non voleva lasciare Bea indietro, e sapeva che il suo volersi dividere avrebbe causato disagi, ma non poteva farne a meno... Era come voler disinnescare una bomba, di certo non mandi tutta la squadra a rischiare la vita. Se poi il piano nascondeva un'illusione o altro in quel modo non sarebbero stati tutti sue vittime, e almeno metà di loro si sarebbe salvata e avrebbe avuto modo di intervenire.
    Già, ma chi lascio con Bea a coprire le spalle? Con Lore non sembra andare sempre d'accordo, quindi sarebbe meglio evitare se proprio... Magari sbaglio, ma preferirei non rischiare troppo. Rimaniamo io e il bastonatore mascherato... Resterei io, ma non sarebbe il massimo mandare mister M in avanguardia con Lore...
    Si rese conto che non poteva certo prendere tutte le decisioni da solo e imporle agli altri, anche se non era quello il suo intento... Cercava solo di trovare una soluzione adatta e sensata alla situazione in cui si trovavano. Decisi però di lasciare che gli altri esprimessero anche le loro opinioni, e poi agire di conseguenza.
     
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  12.  
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    Una folata di vento, d'improvviso; il suono cessa, così com'è iniziato. Tutto torna a tacere, e la risata sommessa di una donna si disperde tra le mura della casa.
    -Qui...-, sentite la voce di Bettie provenire proprio da accanto al pianoforte. Vi esorta ad avvicinarvi...
    La casa è di nuovo avvolta nel silenzio, il silenzio più pesante ed agghiacciante che abbiate sentito.

    CITAZIONE
    Questo è solo un intervento "arrandom", adesso continuate i turni normali (quindi posta Beus, poi Seeker) =)

     
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  13. BeusV
     
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    E questa sarebbe MUSICA?
    Il frastuono era assordante. E dire che il pianoforte era il suo strumento preferito... Ma in quel momento, lo stavano davvero stuprando.
    E in più, Lorenzo non aiutava con le sue urla sproloquianti.
    Giuro che se non lo ammazza qualcun'altro, oggi lo faccio io...
    Era nervosa al massimo. ODIAVA il rumore. Di tutto cuore.
    Seguì i ragazzi fino alla fantomatica "Sala della Musica" dove si erano bloccati di colpo. A scrivere.
    Idea intelligente però...
    Quello che oggi le stava insopportabilmente sulle palle, aveva riguadagnato un punto.
    Anche Lucio le porse un foglietto, giusto il tempo per farle leggere la parte riguardante lei e annuire.
    Prese la pistola con tutte e due le mani, pronta ad alzarla e puntare... Sebbene non avesse mai sparato prima.
    Con uno sguardo riuscì ad intravedere il pianoforte, ma fu solo un'occhiata, visto che i ragazzi la superavano di gran lunga in altezza.
    Il rumore sembrò cessare tutt'un tratto, per dare posto ad un silenzio tombale.
    Un silenzio ORRENDAMENTE tombale.
    Preferivo il rumore... finchè c'è rumore c'è vita... Ma questo silenzio...
    Il silenzio doveva essere rotto, o ne sarebbe uscita pazza.
    Lorenzo, per una volta i tuoi strepiti sono serviti a qualcosa... disse, con un risolino nervoso, dimenticandosi persino del suo voto segreto del "non parlare a nessuno meno che a Lucio"
    Ma poi chi cazzo ha una SALA DELLA MUSICA, ma dove siamo, nel milleottocento?
    Devo continuare a parlare, devo. Non posso sopportare il silenzio. Non posso.
    Piuttosto preferisco dire la prima cosa che mi viene in mente...
    Cioè ragazzi, non vi pare strano? la voce iniziò ad acuirsi, tradendo l'immenso nervosismo.
    Non ho mai creduto di dover prendere una pistola in mano, eppure... Mi ritrovo in uno strano mondo, in una casa completamente FUORI, a dover usare una pistola. E in tutto questo soffro di allucinazioni perenni e posso far muovere le piante. Cioè è ASSURDO. Sono ancora convinta sia un sogno... Dai insomma, vedo perenennemente uno SCARABEO...
    Il ricordarsi di quest'ultimo la rese consapevole della sua mancanza. L'insetto infatti sembrava sparito.
    E questo, le fece perdere l'ultimo bagliore di speranza.

     
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  14. IDSeeker
     
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    Quando Lore aprì la porta, una cacofonia suonata al pianoforte ad altissimo volume entrò prepotentemente nella stanza, facendo tappare d'istinto le orecchie a tutti i presenti. Una voce suggerì di andare nella sala della musica. Per fortuna, i quattro la trovarono oltre il breve corridoio; qui videro il maestoso pianoforte che sembrava sul punto di esplodere tanto faceva casino. I due ragazzi si misero a scrivere per cercare una soluzione insieme, dato che il volume del baccano era troppo alto per riuscire ad intendersi a parole. Quando M vide il foglietto in cui Lucio chiedeva che due andassero al pianoforte per cercare di spegnerlo, il ragazzo, in un immaturo tentativo di accattivarsi gli altri dopo il disastroso inizio, appoggiò la mano sulla spalla di Lucio e gli fece un cenno con la testa per offrirsi come unico e solo volontario di quella apparentemente rischiosa operazione. Senza aspettare il consenso di nessuno, M partì all'attacco con il mitico bastone di metallo che aveva trovato sul pavimento vicino alla porta del QG. Caricando come se non ci fosse un domani, il ragazzo si avvicinò a rapide falcate al pianoforte per colpirne le parti interne e farlo tacere. Un altro secondo con quel rumore e sarebbe impazzito. Quando ormai fu ad un paio di passi da esso e pronto a colpire, il pianoforte smise improvvisamente di suonare, lasciando i quattro in uno dei silenzi disturbanti che avessero mai sentito. M era ancora lì, con il tubo pronto a colpire ma fermo a mezz'aria, guardandosi intorno freneticamente per vedere se il silenzio presagiva qualcosa di brutto a colui che voleva picchiare quel pianoforte, quando la ragazza cominciò a parlare in modo quasi spasmodico pur di interrompere il gravoso silenzio. Cominciò a lamentarsi del fatto che una casa di ovvie origini antiche avesse una stanza dell'ottocento; poi cominciò a parlare di allucinazioni e di un fantomatico scarabeo. Almeno ora il ragazzo aveva trovato una motivazione a quella personalità da scaricatore di porto: era chiaramente impazzita in quel luogo maledetto. Si chiese se lo fosse già da prima che entrasse in quella casa o se lo era diventata durante l'"opera" suonata dal pianoforte. Ora che ci ripensava, aveva letto qualcosa riguardo a questa follia nel Diario, quando era arrivato alla base. Concluse che quello che si era presa il capo, aveva contagiato anche quella ragazza. Finalmente, da quando era in procinto di distruggere il piano, riuscì a muovere gli arti per tornare in una posizione comoda. Fece qualche passo indietro, per ricongiungersi con gli altri. Si trattenne dal dire "Beh, sembra che ora sia tutto a posto" per evitare l'effetto "ultime parole famose". Almeno quel cupo silenzio era interrotto dai deliri della ragazza, anche se M non capiva se rallegrarsene o preoccuparsi...
     
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  15.  
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    Il coperchio del pianoforte si aprì, con un rumore secco e improvviso. Gli spartiti, fino a quel momento fermi sul leggio, cadono a terra, sparpagliando fogli sul pavimento; tra spartiti recanti il Dies Irae di Mozart, la Messa da Requiem di Verdi e la Sarabanda di Haendel, tre fogli in particolare attirano la vostra attenzione...







    -Barbara era mia madre...- sussurra Bettie al vostro orecchio, un sussurro spettrale e melanconico.
    Se, poi, osservaste l'interno dello strumento, vi accorgereste che quel piano è completamente privo di corde.

    Un respiro affannoso, sibilante... C'è qualcuno, in questa stanza...
    La casa piomba nel buio totale. Non vedete più nulla, neanche chi avete di fronte; il respiro affannoso si avvicina alle vostre orecchie, come una belva che vi dà la caccia, che vi preme il suo fiato sul collo... Ma vi rendere conto, con amarezza, che non si tratta di una belva: è un respiro umano, potete distinguerlo chiaramente. Aria sul collo, sul volto, nelle orecchie... si sta muovendo.
    Nonostante il buio, vedete lo spazio aprirsi di nuovo, modificarsi, instabile com'è. Uno squarcio di luce bianca, ma non benevola: dentro, un volto spaventoso. Non ha lineamenti umani, ma assomiglia terribilmente ad una persona. Non è il Lui di cui parla Bettie: è qualcosa di molto, molto più agghiacciante... È paura.

    "Dove sono?".
    La voce chiara e sottile di un bambino, o una bambina, fa capolino. Ma può sentirla solo Cat.
    Una figura ti si compone davanti agli occhi. Sì, è una bambina: è vestita con un abito leggero ed elegante, e non può avere più di sette o otto anni. I capelli lunghi e boccolosi le donano un'aria da bambola... Ma a te fa solo venire i brividi. Lei ti si avvicina, tendendoti la piccola mano bianca; il suo volto è contratto in una smorfia di tristezza, come se stesse per piangere.
    "Aiutami... Vieni con me" gemette, supplicante. I suoi occhi sono tanto grandi e belli quanto tristi. Noti che è avvolta da una specie di nebbia densa, azzurrognola e dall'aspetto soffocante. Sembra il fumo di un incendio, o di un camino...
    Lei continua ad avvicinartisi. Gli occhi le si rovesciano lentamente all'indietro, e dagli angoli della bocca le esce un liquido che non riesci ad identificare.
    Un grido. La bambina sta gridando. Il dolore... la sofferenza atroce... Vuoi quasi morire.
    Una creatura fatta di fumo ti si avventa contro, e credi che stia per attaccarti. Ma, quando provi a difenderti, se ci riuscirai, ti accorgi che è già svanita.

    La stanza è tornata come prima: niente più buio, niente squarci... niente volti.
    Solo le note di un Per Elisa.
     
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