"Extra" Quest: What lies within these walls

Aperta a tutti

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  1. LoreElite
     
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    Mentre nandava verso la camera da letto di Bettie, Lore poteva distintamente sentire dei passi che lo accompagnavano, come se qualcosa stesse strisciando dietro a lui. Ogni volta che si girava, però, non c'era mai nessuno. Si sentiva oppresso, nonchè spiato, da un qualcosa di oscuro, indicibile, che riscuoteva i suoi più profondi timori.
    Basta! Devo trovare il modo di uscire da qui! Devo trovare gli altri... Devo vivere!
    Concluse egoisticamente, sapendo che in realtà in quel mondo non era molto più importante dell' ultimo arrivato, M, che prendeva abitualmente per il culo con la scusante del nonnismo. Si rendeva però conto che alla fine lui era solo un poco più pratico del posto, ma la sua mente ancora lo rifiutava. Voleva fare in modo di essere in sintonia con quel mondo, con quella realtà. Avrebbe tanto desiderato Spezzarsi, così da capire che si provava. Voleva essere utile. Voleva sapere come era considerato per il Nowhere. Da quanto aveva potuto vedere, il potere si basava molto sulla personalità del soggetto.... chissà cosa gli sarebbe capitato...
    Ora però non era il momento di pensare a cose come quelle. Ora era il momento di sopravvivere ancora una volta a quell' inferno.
    Entrato in camera di Bettie, la sensazione di essere seguito era ormai sparita, per fare spazio all' ansia di quello che avrebbe trovato nel cassetto della giovane donna.
    Aprì dunque il cassetto, infilando la chiave nel buco della piccola serratura e girando la chiave un paio di volte. Il cassetto sembrò allora quasi aprirsi da solo, dolcemente, rivelando il suo innocuo contenuto.
    Un quadernetto rilegato in pelle, con un nastrino rosso come segnalibro. Mentre si avvicinava per prendere l'oggetto, sentì che per una seconda volta da quando era entrato in quella casa non poteva controllare le sue azioni: Vide le sue braccia prendere il diarietto e aprirlo in un punto preciso, tenendolo fermo davanti agli occhi, così che potesse leggere quello che vi era scritto...
    Si trattava di una specie di resoconto dei tentativi di Bettie di far curare il padre, che secondo lui era affetto da uno strano male.... come contagiato. Forse, era proprio di questo che si trattava... un male contagioso... una pazzia galoppante e virale... oppure Bettie voleva semplicemente troppo bene al padre.
    Mentre leggeva, però, poteva sentire chiaramente la voce di Bettie sostituirsi alla sua vocina mentale che di solito sentiva quando leggeva un qualcosa fra sè e sè, e alzando gli occhi la vide. La vide veramente, con uno di quegli sguardi tristi e malinconici che una donna, specie se bella come lei, non dovrebbe mai avere.
    Si commosse, facendosi scendere una lacrima sulla guancia destra. Per lui una lacrima era il non plus ultra della compassione per qualcuno. Erano diversi anni che non piangeva, oramai. Inoltre, la casa sembrò mutare attorno al ragazzo, che si ritrovò immerso nuovamente nella casa dei tempi che furono. La stupenda casa dei tempi che furono, quella stanza in particolare. Lenzuola rosso vivo ornavano il letto, la moquette era rossa, le pareti bianche e i comodini e i mobili erano di legno pregiato, quasi come se fossero stati fatti su misura. Mano a mano che si avviava verso la fine del diario, però, Quell' illusione sembrò quasi svanire, facendolo tornare alla realtà. La lacrima che gli era scorsa sul viso si era ormai asciugata, e , mettendosi il diario nella borsa, cominciò ad uscire dalla stanza. Sentiva che ormai quello che doveva fare lo aveva fatto, e poteva cercare nuovamente gli altri.
    Nel mentre, però, un' altra distrosione della casa, lo fece sobbalzare. Si sentiva raschiare, come un gatto che graffia una porta, e dei bisbigli sommessi. Guardandosi intorno, Lorenzo poteva vedere dei barlumi malsani nelle fessure del muro, e delle cose simili a delle mani cercare di arrivare a lui, benchè ne fosse molto lontano. Era una visione che aveva dell' orribile. Quante anime dannate erano intrappolate in quella casa?
    Adesso però devo concentrarmi sugli altri due.... Emme e Lucio.....
    Non fece a tempo a finire il pensiero che li vide davanti ad una specie di stanzino, e avevano l' aria di due stracci.
    Ragazzi, siete voi?
    Lore decise quindi di attuare la stessa tattica che aveva usato Bea per identificare Lucio, rivolgendo però a M la domanda.
    Hei tu, essere che si fa chiamare con l' iniziale! Qual' è il nome con cui sono solito chiamarti?
    Domanda trabocchetto che poteva sapere solo il vero M. Se avesse risposto bene si sarebbe definitivamente tranquillizzato, chiedendo ai compagni l' andamento della loro esplorazione.

    Edited by LoreElite - 15/9/2011, 23:59
     
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  2. BlackieTheCat
     
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    Ad aspettarli fuori dalla stanza non ci furono altro che sussurri e sibili, coperti nell'avanzare da rumori di graffi... Forse provocati da colui che aveva prodotto gli squarci attorno a loro.
    Non credo siano le ombre, il loro modo di agire è più nascosto, non lasciano segni...
    Dagli squarci inoltre comparvero occhi e mani, aggiungendo al tutto una piega inquietante... Come se non bastasse già la tensione raggiunta fino a quel momento. Proseguendo però la fonte del raschiare sembrò farsi più precisa, localizzata in una stanza alla loro sinistra.
    -Attenzione, non sappiamo cosa ci aspetta là dietro...-
    E a quelle parole, quasi meglio di un 'apriti sesamo', la porta si spalancò... Mostrando il vuoto contenuto del ripostiglio.
    Buco nell'acqua... Beh, meglio che trovarsi faccia a faccia con un mostro squartatore.
    M però reagì in maniera differente allo stanzino, fissando un punto indefinito all'interno di esso, quasi come se qualcosa fosse effettivamente collocato lì dentro.
    Non dirmi che anche lui è vittima di un'illusione...
    Il compagno però non reagì con timore o terrore, anzi... Con una rabbia inspiegabile si avventò contro Lucio, alzando il bastone per colpire il ragazzo, lasciandogli pochissimi istanti per cercare di schivarlo...
    Cazzo Lore, tu e le tue previsioni azzeccate!
    Ma reagire non sarebbe servito, in quanto lo stesso M si fermò prima di colpire effetivamente Cat, col bastone a pochi centimetri dal naso. Qualche goccia di sudore gli scivolò dalla fronte, trattenuta fino a prima quando il pensiero di salvarsi da botte sicure era una priorità nella mente del ragazzo. Allo stesso tempo la rabbia sembrava essersi dissolta nel ragazzino, e nei suoi occhi viveva solo il riflesso del nulla assoluto... Forse a causa di una nuova illusione, o anche per colpa di quella che effettivamente l'aveva portato ad aggredirlo.
    -Ehi, va tutto bene?-
    Mentre Lucio cercava di capire lo stato mentale del ragazzo, Lore raggiunse i due risvegliati, ponendo al compagno una domanda per capirne la reale indentità... Un pò come aveva fatto Bea con lui precedentemente. Nel caso M fosse stato troppo scosso per rispondere ci avrebbe pensato lui, dato che non voleva perdere ancora tempo prezioso dopo che le illusioni si stavano facendo più violente.
    -Abbiamo poco tempo, per poco un'illusione non ci portava a picchiarci a vicenda...-
    Lucio osservò il fondo dello sgabuzzino, notando nel fondo quello che doveva essere uno scaffale, anche se rovesciato o comunque caduto. Inoltre il rumore di graffi sembrava essere cessato... A differenza dei sussurri continui... Che anche quello avesse a che fare con la visione di M?
    -Di qualunque cosa si trattasse comunque può darsi che stesse facendo la guardia a qualcosa... Vale la pena di dare un'occhiata più a fondo.-
    E, senza aspettare 'se' o 'ma', Cat si avventurò nel ripostiglio, in cerca di una soluzione a quel maledetto mistero.

    Edited by BlackieTheCat - 17/9/2011, 00:55
     
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  3. IDSeeker
     
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    Una volta usciti dalla stanza, solo bisbigli e scricchiolii li accolsero nel corridoio; e presto gli scricchiolii si tramutarono in raschi sempre più forti man mano che proseguivano. Ogni tanto qualcuno dei bisbiglii sembrava avere più senso, come se fosse più vicino degli altri, anche se il suo tono sibilante non prometteva nulla di buono. Tutti intorno a loro, occhi bianchi e mani desiderose di afferrarli venivano fuori da squarci lungo le pareti. M stringeva il tubo, pronto a colpire anche se ombre se fosse servito a salvarsi.
    Finalmente arrivarono nel luogo da dove sembravano provenire i rumorosi raschi emessi da chissà quale creatura. In uno sprazzo di ottimismo, il ragazzo pensò che si potesse trattare di un animale come un cagnolino che voleva uscire. La disperazione fa brutti scherzi. Non fece neanche in tempo a proporre di aprirla, che essa si aprì da sola. Una figura era rannicchiata sul fondo dello stanzino. Il ragazzo vide gli occhi innaturalmente sbarrati e le dita lunghe e insanguinate, probabilmente l'origine del continuo graffiare che continuava a sentire. Se mai fu umana quella creatura, ora rimaneva ben poco di quei tempi. M si fece indietro, quando si sentì fermato da qualcuno, o qualcosa. Sudò freddo in quell'istante di orribile scoperta; ma senza avere la possibilità di girarsi o difendersi, l'essere gli sibilò qualcosa nell'orecchio, fino in fondo al suo cervello. Gli diceva che non doveva fidarsi di Lucio; M voleva controbattere, ma l'unica cosa che riuscì a fare era stringere più forte il tubo metallico, pronto ad attaccare e il bersaglio non era la creatura. La demoniaca parlantina dell'essere gli indebolì la mente sempre di più. Alla fine, ormai non più se stesso, alzò il tubo con rabbia mai provata e cercò di colpire il compagno di fianco a lui. Sembrava così giusto: Lucio doveva morire altrimenti sarebbe stato lui ad ucciderlo. Un flash di lucidità lo fece fermare appena in tempo, dato che la sua arma si trovava ora a pochi centimetri dal viso del compagno. Rimase fermo in quella posizione un paio di secondi, incapace di elaborare quello che stava per fare. Alla fine ritrasse il bastone e, come colpito da una stanchezza innaturale, si mise in ginocchio, sorretto dal tubo piantato in terra. Aveva anche un po' di fiatone, anche se non si sentiva molto. Il mondo attorno a lui era muto e oscuro, in quel momento. Fu per puro caso che riuscì ad udire la voce di Lore, in lontananza, che gli faceva una stupida domanda. Con una voce fortemente seccata, come se fosse appena stato risvegliato da un bellissimo sogno, M rispose al ragazzo appena arrivato:
    "Qualsiasi cosa inizi per M, Lore..."
    Non si mosse dalla sua posizione semi-rannicchiata e continuò a cercare di ritrovare se stesso. Presto si sarebbe ripreso, o almeno lo sperava.

    Scusate la schifezza, ma non voglio farvi aspettare oltre
     
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    Seeker, nessuno ha fretta. Se postare diventa un peso, o non ci stai con tempi e impegni, ci regoliamo in un altro modo, non c'è problema. Ma vorrei che v'impegnaste nei post, e non postaste solo per obbligo, perché un obbligo proprio non è. Adesso andiamo avanti, ma ti sei giocato una scena che aveva un buon potenziale... spero non sia per mancanza di voglia.


    Il ripostiglio è piuttosto buio, e l'unica fonte luminosa su cui potete contare è la pallida luce che proviene dal corridoio.
    -Non puoi entrare lì-, sentite dire. -Papà non vuole, si arrabbierà, lo sai-. Una voce sottile, e piuttosto bassa: vi voltate, e vedete un bambino. Si trova quasi alla fine del corridoio, davanti alla porta di una delle stanze che non avete visitato. In realtà, ora che ci fate caso, non siete certi di vederlo... Si tratta, più che altro, di un alone pallido, sfocato, ma, per un attimo, credete di averne distinto le sembianze. Poi, anche l'alone svanisce. Ma il bambino parla di nuovo.
    -Ti farai male-, prosegue. -Smettila, esci da lì...-.
    Un boato secco rimbomba per la casa, tanto forte e tanto improvviso da farvi sobbalzare. In una situazione normale, lo identifichereste come un tuono, ma sapete per certo che non sta piovendo, ora.
    E, di nuovo, per un istante, la figura del bambino vi è chiara; è molto piccolo, e vi sta fissando con occhi spenti. Accanto a lui, passa velocemente un'altra figura... una donna. Ma lei si dirige verso il bagno di Bettie.
    Bettie grida qualcosa che non riuscite a capire, ma il suo urlo, per qualche ragione, quasi vi stringe il cuore. Entrambe le figure svaniscono, ma sentite qualcosa strisciare nell'ombra.
    -Sta tornando-, sussurra Bettie, tremante. -Non andate nell'ombra... Fate attenzione...-.
    Ma sapete bene che, se volete andare a fondo, dovrete passare per l'ombra. Nessuno vorrebbe farlo, ma, ora, questo è il vostro compito.
    Numerosi barattoli cadono da uno degli scaffali. Lì accanto, pare esserci una scaletta a pioli, tramite la quale potreste salire... Ma dove?

    Vi ho già dato l'indizio (cioè ve l'ho già detto) nel post precedente... ripescatelo =)
     
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  5. LoreElite
     
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    Ok ok, siete voi
    Rispose, facendo spallucce e ghignando complicemente
    Cavolo, quello che temevo è veramente successo.... Dobbiamo sbrigarci!
    Non lo dava a vedere, ma la sua preoccupazione era alle stelle. Faceva sempre così, quando era preoccupato. Faceva lo spavaldo.
    Sarà il caso che tu ti alzi, M... Essere incazzati non aiuterà nessuno.
    La prima volta da quando lo aveva visto che non lo prendeva in giro. Anche se ora come ora voleva fare il duro per cercare di far vedere agli altri che era inutile stare lì rannicchiati a pensare che le ombre presto li avrebbero attaccati, aveva una grande sensibilità verso i due.
    Si mise le mani in tasca, guardando nel ripostiglio. Tutto ciò che riusciva a vedere era una fioca luce bianca e pallida, con la voce di un ragazzino che li esortava a non entrare in quel luogo. O almeno, sembrava che lo stesse facendo. O forse era solo un ricordo? Si, decisamente. Esortava QUALCUN' ALTRO a non entrare in un certo posto.
    Un rumore improvviso fece scattare in posizione di guardia il ragazzo.
    Tuoni? ma qui non piove! No... non sono tuoni... è la casa....
    Di nuovo la luce fioca.
    Chi è questo qua? Un'altro menmbro della famiglia?
    Il bambino aveva uno sguardo terribilmente vacuo e vuoto. Uno sguardo che nessun bambino, nessun uomo, nessuna donna, nessun essere umano dovrebbe mai avere. Uno sguardo pieno di tristezza e dolore... lo sguardo di chi ha visto la Morte in faccia.
    La Morte.... non si può testimoniare cosa dice la Morte...
    Parole apparentemente senza senso, ma che il ragazzo capiva bene. Quella casa stava solo cercando di impaurirli. Tutto qua. Che si stesse piano piano abituando alle orride visioni di quel mondo parallelo e distorto? Probabile. Intanto doveva uscire di lì.
    Bettie urlò mentre un' altra figura femminile sembrò dirigersi nel bagno dal quale poco prima era sbucato, ed un groppo alla gola sembrò formarglisi d' improvviso. Una donna che urla non va mai bene. Una donna non dovrebbe MAI urlare.
    Bettie!
    Pensò con un' impeto di rabbia, mentre digrignava i denti.
    All' improvviso, gli venne un flash.
    Rabbia... Tutte le volte che ho avuto paura qui dentro è stato in seguito ad uno dei miei attacchi d' ira... Rabbia... la rabbia diventa ansia... l' ansia diventa paura... la paura terrore... il terrore panico... il panico paranoia.....
    Ebbe per un istante una sorta di illuminazione, e credette di avre capito come continuare a sopravvivere in quella casa.
    Sbuffò, cercando di calmarsi assumendo di nuovo la sua posizione rilassata con le mani in tasca, mentre Bettie li esortava a non entrare nell' ombra, proprio mentre qualche barattolo faceva un rumore molesto e metallico cozzando contro il pavimento di legno.
    Si frugò in borsa
    Ma qui una volta non avevao una torcia? SI!
    Esclamò trionfante tirando fuori l' oggetto da dentro alla borsa. La accese, tracciando quindi un rapido arco luminoso per vedere dove fosse l' origine di quei rumori.
    Bingo!
    Degli scaffali abbastanza malridotti e degli scatoloni accatastati formavano una sorta di scala sulla quale potevano salire per apreire una botola, che probabilmente portava in soffitta...
    Scusate l' avventatezza ma... io mi butto.
    Basta. Non ne poteva più di quel posto. Voleva andare in soffitta, ed era convinto che lì vi sarebbe stata la soluzione a quel bizzarro mistero.
    Entrò quindi nel ripostiglio, calcando cautamente ogni suo passo, ed illuminando la botola che aveva visto sull' uscio di quella stanzina.
    Girandosi disse agli altri due
    La serratura sembra essere stata rotta da qualcuno... Avete qualcosa per forzarla?
     
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  6. BlackieTheCat
     
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    I due amigos finalmente si chiarirono, mentre Lore si preoccupava di spronare M ad alzarsi... E stavolta senza inventarsi un nuovo nome, stranamente.
    Forse lo stress ha preso anche lui... Chissà cosa ha dovuto affrontare prima di arrivare qui.
    Anche se non lo voleva ammettere, o più che altro non se ne rendeva ancora conto, anche il livello di stress di Lucio era decisamente elevato, e i sintomi cominciavano a farsi evidenti... Nervosismo, freddezza e distaccamento da tutto ciò che non reputava utile in quei frangenti... Una sorta di concentrazione spontanea d'emergenza, che lo portava a risolvere in primis i problemi a causa dello stress, e che allo stesso tempo in un qualche modo fungeva da autodifesa per i rapporti con gli altri, in quanto allontanandosi dai compagni evitava di dare loro risposte schiette e gelide, che avrebbero potuto creare grattacapi nel gruppo.
    -Vediamo cos'abbiamo qui...-
    Una voce però lo spronava a lasciar perdere lo stanzino, parole pronunciate da un ragazzino... E a quanto pare non si trattava di M. Voltandosi i ragazzi videro tutti la stessa luce, che per un'istate pareva aver avuto sembianze umane... Un po' come la madre in uno dei ricordi.
    Illusione o ricordo? Sembra più il secondo... Ma se così fosse, con chi sta parlando realmente? E perché il padre non vuole che entri in questa stanza? Forse ci stiamo realmente avvicinando alla fine...
    Un forte boato riempì il corridoio, e con l'intensità con cui vibrava doveva aver raggiunto ogni angolo della casa... La potenza di un tuono, ma la provenienza doveva essere differente... A meno che non fosse anche quello parte del ricordo, forse l'ambiente attorno a loro riusciva ormai a mutare solo a livello uditivo, e poco a livello visivo. E, come se un vero lampo avesse illuminato il tutto, la figura del bambino si fece nuovamente chiara... Fragile creatura, i cui occhi rispecchiavano il suo essere vittima dell'oblio... Occhi di un'anima che aveva ceduto tutto, e che nulla più poteva comunicare ai poveri ospiti della dimora. Lucio sentì allora il compagno commentare qualcosa riguardo alla morte, forse testimone di qualche evento a loro sconosciuto.
    -Anche volendo non avrebbe potuto... Non è tanto diverso dalle ombre che ormai popolano la casa... Il triste spettro di un anima strappata troppo presto alle gioie della sua innocente vita, e marchiata dal nero destino che ha afflitto l'intera famiglia.-
    A testimoniar le sue parole fu Bettie, lanciando un grido che strinse il cuore del risvegliato, facendogli pesare quella morsa emotiva ad ogni battito... Il conto alla rovescia prima della fine?
    Merda, che abbian preso anche lei? Se così fosse non abbiamo davvero molto tempo...
    Le figure della visione svanirono nel nulla, nello stesso modo in cui erano apparse, e in quel preciso istante sembrò che qualcosa stesse scappando e nascondendosi nell'ombra, strisciando come una serpe... E Bettie, apparentemente ancora fra loro, avvertì i tre di non entrare in quella stessa ombra che sembrava dare rifugio a chissà quale creatura.
    Qualunque cosa stia tornando ci converrà fare in fretta, persino Bettie sembra ormai sempre più debole...
    Fortunatamente Lore si era attrezzato, e con una torcia estratta dalla borsa illuminò lo sgabuzzino, diramando il nero che dominava su esso.
    -Nessuna avventatezza, se vogliamo uscire da questo casino dobbiamo proseguire in questa stanza... Sembra che tutto ci porti qui.-
    Lucio seguì il compagno, stando attento a non urtare nulla nel muoversi, gettando uno sguardo guardingo qua e là dove le ombre avevano trovato rifugio dalla luce, nei piccoli angoli fra mobili e cianfrusaglie.
    -Fortunatamente sì, ogni tanto si trova qualcosa di buono che non si rivolta contro di noi.-
    E, piede di porco alla mano, Cat si avvicinò alla botola con l'intento di forzarla ed aprirsi un passaggio per raggiungere quello che forse sarebbe stato l'ultimo luogo nella visita a quella magione... Il luogo dove ogni domanda avrebbe trovato risposta.
    Toh, manca solo un save point... Beh, spero tanto che non ce ne sia bisogno. Non si torna indietro, ne qui ne altrove... Né avremo una seconda chance, dovremo agire con astuzia e cautela.
     
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  7. IDSeeker
     
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    I guai non erano finiti per i tre sfortunati, che ora si trovavano di fronte al ripostiglio vuoto. Esso sembrava ora un mostro pronto a divorarli nell'ombra della sua pancia. Lore esortò il ragazzo ad alzarsi, cosa che questi, non senza una certa stanchezza mentale, fece suo malgrado. Non rispose alla provocazione di Lore: aveva ragione, solo che quando certi stati mentali ti vengono imposti da certe entità sovrannaturali si fa fatica a non ubbidire. Una volta riacquistato l'equilibrio grazie al tubo ancora piantato in terra, si girò a sua volta verso il buio stanzino. Fece per entrare, conscio che l'unica via d'uscita era lì dentro, quando una vocina infantile attirò la sua attenzione dietro di lui: un bambino dallo sguardo vacuo sembrava esortare qualcuno, apparentemente non loro, a non entrare nella stanza. Probabilmente si trattava dell'ennesima illusione-flashback che la casa tentava di propinare loro. La sua immagine scomparve, ma non la sua voce, che continuava a dire, con tono sempre più severo, di non entrare nella stanza che ora rappresentava la loro unica speranza di risolvere il mistero e, se qualche Entità avesse voluto, magari la loro via d'uscita attraverso quella trappola illusoria schiaffata a forza nella foresta per attirare ignari esseri umani da sacrificare alle ombre. Lore disse una cosa riguardo alla morte che fece sorridere appena il ragazzo: se ne avesse avuto la forza, avrebbe ribadito il contrario per esperienza diretta. Un boato simile al tuono strappò violentemente la sua attenzione dai suoi pensieri: era certo che fuori non ci fossero le condizioni adatte per favorire quel fenomeno atmosferico; insomma, era tutto nuvoloso e grigio, ma non sembrava, per qualche oscuro motivo, che fosse in procinto di piovere. Il bambino riapparve, questa volta in una forma più nitida che permise ai tre di coglierne i tristi particolari del visino, da cui traspariva la sua disperazione. La fugace figura di una donna gli passò vicino, dirigendosi però verso un'altra stanza. Un urlo, che il ragazzo riconobbe appartenere a Bettie, lo colpì particolarmente: una ragazza non dovrebbe urlare così, soprattutto se vicino a lei c'è una figura che, ad occhio, poteva essere la madre. M scrollò la testa, tentando di rimuovere delle orribili immagini dalla sua mente, mentre si girava nuovamente verso le ombre dello stanzino, che ora sembravano quasi fremere nell'attesa che i tre ci si buttassero dentro. Betti, ora dalla voce visibilmente scossa, li esortava a sua volta, come aveva fatto il bambino, a non entrare nelle ombre dello sgabuzzino. Il ragazzo sapeva già da prima che quella era la loro unica via d'uscita ed ora, dopo quelle visioni, era più determinato che mai a risolvere il mistero della casa ed andarsene. Lore, probabilmente colto dalla stessa rivelazione, estrasse una torcia e l'accese verso le ombre della stanza, fiondandovisi dentro fino a raggiungere la porta che si trovava in fondo ad una scala a pioli; anche Lucio si mosse dentro la stanza ora illuminata dalla torcia insieme all'altro ragazzo, come se i due fossero mossi da una mente collettiva che li faceva agire in sincronia per il raggiungimento del successo. Probabilmente quello era il risultato di molte battaglie combattute insieme; o almeno così pensava M. Seguendoli a ruota per restare nella luce, rimase indietro per tentare di proteggerli con la sua arma mentre gli altri due aprivano la via. Non che potesse fare altro, ma almeno quello voleva farlo: voleva rendersi utile in qualche modo anche lui. Le ombre sembravano serpeggiare verso di loro, nel tentativo di inghiottirli. M tirò vanamente alcuni fendenti all'aria, tentando di farle indietreggiare:
    "Non per mettervi fretta, ma non abbiamo più tempo!"
    disse con una certa agitazione mentre la distanza tra loro e l'oscurità totale diminuiva significativamente ogni istante.

    Scusate per l'ultimo pezzo, che è un attacco d'arte che mi è venuto, ma non ho saputo resistere alla tentazione di aggiungere un po' di suspense XD


    Edited by IDSeeker - 27/9/2011, 23:24
     
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    Dopo qualche resistenza, la botola si apre, di scatto. L'apertura è talmente improvvisa da farvi sobbalzare, e un fascio scuro fuoriesce dall'apertura, come uno stormo di pipistrelli impauriti, investendovi con violenza.
    Un gemito spettrale proviene dalla soffitta: una voce profonda, che vi causa un brivido lungo la schiena.

    La soffitta è buia, polverosa, e il tetto è piuttosto basso, quasi da costringervi a chinare la testa. Una lampadina penzola dal soffitto, una catenella accanto; ma, se provaste ad accenderla non accadrebbe nulla.
    Vi guardate intorno, esplorando la stanza come meglio potete: ci sono mucchi di scatole, pile di libri, un paio di specchi coperti da teli, qualche vecchio mobile.
    Di tanto in tanto, sentite grattare alle pareti, un raspare lento e pacato, costante, che vi fa sentire braccati.
    Durante l'esplorazione, sparsi per il pavimento, trovate altri frammenti di giornale. Iniziate a chiedervi chi abbia portato quei giornali in quella casa, ma forse sarebbe un interrogativo senza risposta:







    Tra i mobili, uno, fra tutti, attira la vostra attenzione...
    Si tratta di una specchiera, simile a quelle viste nelle stanze da letto. Non sapete perché, ma vi sentite attratti da questa... Specialmente Lore.

    [Quanto segue è solo per Lore]
    Ti avvicini alla specchiera, osservando lo specchio opaco, che non riflette più nulla. Ti avvicini fino ad osservarlo da vicino, molto vicino... E, d'improvviso, è come se qualcosa uscisse dallo specchio: come dietro un telo trasparente, cangiante, un figura si sporge in avanti, minacciosa. Non riesci a distinguerla, non sembra neanche umana, ma senti che ti sta parlando.

    "Daisy... cerca Daisy...".

    Ti senti sbalzare all'indietro per l'urto, e ti ritrovi a terra, a fissare un pezzo di carta straccia, che, non sai come né perché, tieni stretto tra le dita...



    Accanto alla tua testa, un'altra vecchia foto:



    [Da qui tornate ad assistere tutti e tre]

    Una voce. Una voce femminile, seguita da una maschile. D'un tratto, è come se la soffitta fosse divisa a metà: da un lato, grigia, decadente, dove siete voi; dall'altro, inondata da una luce tenue ma calda. Sembra che una metà sia in bianco e nero, e l'altra a colori...
    Due figure, ancora vagamente sfocate, ma questa volta visibili, si materializzano nella metà luminosa. Un uomo e una donna...

    "Grazie per questo quadro... Lo desideravo da tanto". La donna stringe qualcosa tra le mani.

    "È un piacere... Era qui da tanto tempo"
    . L'uomo le sta vicino.

    Tacciono entrambi. Iniziate a sentirvi storditi, come se fissaste un'illusione ottica, un quadro pieno di colori sgargianti.

    Ora le figure sono vicine. Più vicine di prima.

    "Non avrei dovuto... Perdonami..."
    . La donna ha lasciato cadere il quadro che stringeva. L'uomo la cinge per le spalle.

    "Sono io... che devo chiedere perdono...".

    Le figure si uniscono, poi tutto scompare.


    La soffitta è di nuovo grigia. Nel punto in cui sono scomparse le figure, però, è rimasto qualcosa: il quadro che la donna ha fatto cadere.

    waterhouse_the_lady_of_shalott02



    CITAZIONE
    Ok, a questo punto, potete fare le vostre supposizioni sul "caso". Scrivete ciò che pensate, ragionateci. L'unica condizione è che non vi muoviate dalla soffitta. Alla fine, chi si sarà avvicinato di più alla soluzione reale, avrà un ruolo più prominente degli altri nel finale =)

     
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  9. LoreElite
     
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    Finalmente si ritrovarono tutti in soffitta.
    Buio pesto, poteva immaginarselo. Fortuna che aveva la torcia. cercò di compiere un arco abbastanza ampio con la luce della torcia che aveva in mano, per discernere meglio che genere di indizi potevano trovarsi in quella stanza dal soffitto tremendamente basso, così basso che doveva stare gobbo per non picchiare la testa.
    Quel dannato graffiare ancora non cessava. Dio solo sa come avrebbe voluto dare fuoco a tutta la casa sin dal principio.
    Ad ogni modo, cominciarono la loro esplorazione.
    Forza. Potremmo essere nel nucleo di tutto questo orrore.
    disse ai due compagni
    Casa di merda.....
    Aggiunse, sottovoce.
    Osservò per qualche secondo la specchiera, che sembrava chiamarlo. O almeno lui si sentiva chiamato da essa, come se avesse un effetto ipnotico sul ragazzo. Si avviò quindi a passi lenti ma fermi verso la specchiera, come ipnotizzato.
    Scostò il telo che la ricropriva, trovandosi davanti una figura sinistra, che sembrava fissarlo con astio.
    Per cosa? per quale motivo lo odiava?
    Si sentiva atterrito, spaventato.
    La creatura sembrò avvicinarglisi, come se volesse dirgli qualcosa in tono confidenziale.
    D... Daisy? Chi è Daisy? Parla!
    Alla sua sollecitazione, però, la figura umanoide sembrò ridacchiare, e in pochi secondi assunse le sembianze di un lupo argenteo, con gli occhi rosso sangue. Ringhiava, come se avesse fiutato una preda.
    Brutto stronzo... allora sei tu! Lui!
    Lore sfilò il coltello da fuori alla borsa a tracolla, per cercare di difendersi, ma invano. Oramai gli era già addosso, e lo aveva scaraventato a terra.
    Fu così che riprese i sensi. Disteso a terra.
    Ma che bello... Vengo preso allegramente come il pazzo di turno....
    Disse a mezza voce, ancora disteso.
    Probabilmente aveva urlato tutto il tempo contro quel lupo, ma poco importava.
    D' improvviso, scattò a sedere con le gambe incrociate. La casa stava ancora mutando sotto i loro occhi, e li fece assistere ad una scena alquanto romantica.... Alla fine le due figure scomparvero, lasciando un quadro, che attirò l' attenzione dle ragazzo per un poarticolare.... Sembrava infatti che davanti alla gondola, in lontananza, ci fosse un uomo ad osservare la fanciulla, e la sua espressione sembrava trasmettere angoscia... la stessa angoscia di chi è braccato a vita. Che c' entrasse qualcosa con il mistero? Che ci fosse qualcuno che tormentava il padre? Fu una strana sensazione nella mano con cui stringeva il coltello a farlo tornare alla realtà . Insieme al manico del coltello, nella mano c'era anche un foglietto di carta, e vicino ai suoi piedi una foto, raffigurante un' elegante signora.
    Oltre a quella foto, vi erano tanti altrri frammenti di giornale.
    Ci siamo. Questa deve essere la fine del nostro viaggio.
    Sparse tutti i frammenti di giornale in suo possesso sul pavimento, compreso il diario di Bettie.
    Forse era meglio ragionarci insieme prima, ma....
    Disse, stando carponi sul pavimento di quella soffitta, facendo guizzare il suo sguardo un frammento di giornale all' altro, soffermandosi sui documenti come le scritte del padre e il diario di Bettie.
    Sembrerebbe quasi... che la pazzia del padre fosse indotta da qualcosa... da qualcuno... Daisy!
    Disse prendendo in mano la fotografia della donna.
    Una sorta di... succube?
    Illuminazione. E forse questo c' entrava anche con il particolare del quadro.
    Forse ci sono ragazzi... Daisy potrebbe essere una sorta di succube, che ha manipolato mentalmente il padre di Bettie, e gli ha fatto perpetrare tutti questi orrori alla sua famiglia! Naturalmente sono solo supposizioni, ma per ora è tutto quello che sono riuscito a tirar fuori da questi indizi.
    Ancora le parole dei due amanti eccheggiavano nella testa del ragazzo, come se volessero farlo riflettere sui loro discorsi... ma ormai era convinto della tesi che aveva espresso. Difficilmente avrebbe cambiato idea, se non ci fossero state delle altre prove.
     
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