Risveglio di Mark

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    Quando si dice avere culo... XD


    Luce. Luce improvvisa, intensa... quasi accecante. Ti investe, come un raggio prepotente, ma non può ferirti. Non ti infastidisce... È così, piacevole... così tiepida.
    Al contrario, la splendida fanciulla che, fino a pochi istanti prima, ti teneva prigioniero nella sua morsa dagli occhi di vetro, pare esserne colpita, e danneggiata. Dalle sue labbra, questa volta fuoriesce un grido... Un grido di dolore.
    Lei, la nebbia, il grigiore, tutto sembra essere investito da questa luce così esuberante, così forte, così...
    Così viva.
    E, nel fulcro di quest'ondata di luce, proprio davanti a te, intravedi qualcosa.
    Dapprima non riesci a distinguerla bene, ma, pian piano, si fa più vicina a te. E allora, la vedi.
    Una bambina. Una ragazzina, forse. I suoi tratti non sono definiti, non riusciresti a descriverli, ma è luminosa. Lei è luce. La vedi come un essere umano, e sai perfettamente che aspetto abbia, ma, se qualcuno mai dovesse chiederti di descriverla, tu non riusciresti nell'impresa.

    "Sai... Anch'io ti stavo aspettando".
    È la sua voce. Sai che è la sua voce. Ma lei non ti farà del male.
    "Tutti loro aspettavano me... Aspettavano che qualcuno mi portasse a loro... Tu".
    Le anime sono investite dalla luce. Hanno smesso di parlare, di gemere, di piangere.
    "Purtroppo, io non posso nulla per loro. Loro, sai, sono già perduti. E lo sanno bene".
    Non comprendi. Non riesci a comprendere. Perché mai, allora, desideravano la sua venuta? Perché, la volevano?
    "Io vorrei aiutarli. Ma non posso... Non me lo lasciano fare. Anche se lo desiderano, non ci riescono... Non posso costringerli",
    Si avvicina, e ti sorride.
    "Io sono Hope..."
    Diresti che tutto è andato a buon fine. Diresti che tutto si è concluso nel migliore dei modi. Ma quelle anime sono condannate, e nessuno sarà mai salvato.
    Perché chi è disperato, non vede speranza. Non la vuole, e non la vedrà mai.
    La ragazzina pare rattristata. Il volto sorride, ma i suoi occhi sono malinconici. La sua luce è intensa, ma, accanto a quelle anime, sembra così debole e pallida...
    Ti accorgi di essere finito al centro del cortile, con Hope accanto. La nebbia è scomparsa, e con lei il senso di oppressione che sentivi prima, ma è rimasto un alone leggero di tristezza.
    Scorgi qualcuno, al cancello. Una figura, una persona vestita di nero. Anche se non riesci a vederne il volto, senti che ti sta guardando, e hai la sensazione che ti abbia fatto un cenno col capo...

     
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  2. IDSeeker
     
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    Manco a farlo apposta, accadde proprio un miracolo in senso letterale: una luce accecante inondò l'ambiente, scacciando l'opprimente nebbia e la malvagia ragazza che gli stava portando via la vita in un gemito di dolore. Mark, al contrario, si sentiva protetto e al sicuro in quella luce che gli ridava le forze. Il ragazzo ora notava, al centro di questa folgorante luce, una figura minuta si stagliava tra lui e la calda luce della speranza. Forse era per questo che non riusciva a coglierne i tratti in modo definito, ma quando lei parlò, egli fu sicuro che la voce che sentiva proveniva da lei.

    "Sai... Anch'io ti stavo aspettando"

    "Sembra che un sacco di gente mi stesse aspettando" pensò il ragazzo mentre l'ascoltava con attenzione.

    "Tutti loro aspettavano me... Aspettavano che qualcuno mi portasse a loro... Tu"

    La calda luce fece tacere le anime, che ora sembravano un po' più in pace con sé stesse.

    "Purtroppo, io non posso nulla per loro. Loro, sai, sono già perduti. E lo sanno bene"

    "Perché non possono essere aiutati" pensò il ragazzo, quasi timoroso di chiederlo di persona per non interrompere il suo discorso. Quasi come se lei gli avesse letto nel pensiero, continuò:

    "Io vorrei aiutarli. Ma non posso... Non me lo lasciano fare. Anche se lo desiderano, non ci riescono... Non posso costringerli"

    Ella si avvicinò al ragazzo; anche se non poteva dirlo con certezza, gli sembrò di vederla sorridere

    "Io sono Hope..."

    "Hope... Speranza: un nome davvero appropriato" trovò il coraggio di dire Mark. Ora anche lui sorrideva, anche se in fondo gli dispiaceva per quelle persone, che non avrebbero mai conosciuto la gioia che ora riempiva il suo cuore. Mai lasciarsi andare e combattere sempre: ancora una volta, il ragazzo aveva constatato che era solo non arrendendosi mai che si poteva sopravvivere. L'espressione indescrivibile della ragazza mostrava segni di tristezza, anche se stava sorridendo; Mark li ricollegò subito alle anime dannate. Doveva essere frustrante essere l'incarnazione della speranza eppure non riuscire a salvare delle persone per la loro incapacità di provare quella sensazione così bella. Finalmente il ragazzo si guardò intorno: ora il cortile era stato sgombrato dalla nebbia e poteva vedere tutto il paesaggio. Anche se l'innaturale oppressione della nebbia era scomparsa, un velo di tristezza rimaneva posato su quel luogo. Al cancello, intanto, era apparso una figura vestita di nero: sembrava rivolta in quella direzione, al centro del cortile; un successivo e sicuro cenno del capo suggerì che chiedesse di raggiungerlo. Ora che la sua mente ed il suo cuore erano liberi, Mark non faticò a camminare con sicurezza verso il cancello che lo avrebbe riportato alla libertà. Se così si poteva chiamare ciò che lo aspettava al di fuori di quelle mura.

    CITAZIONE
    I suoi tratti non sono definiti, non riusciresti a descriverli, ma è luminosa. Lei è luce. La vedi come un essere umano, e sai perfettamente che aspetto abbia, ma, se qualcuno mai dovesse chiederti di descriverla, tu non riusciresti nell'impresa.

    Ecco brava: impediscimi di descriverla, che sennò faccio un casino XD
     
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    Asd, scusa, non volevo rimarcare troppo sulla tua descrizione della figona XD è stato più forte di me...


    Nell'oltrepassare il cancello, senti questo richiudersi alle tue spalle.
    -Sei stato sfortunato- senti dire. A parlare è un uomo alto, con un cappello nero ricollegabile a quelli visti nei film western.
    -Non c'è mai niente di buono, qui...-.
    Ti fa un altro cenno, indicando un punto alla sua destra. Riesci a scorgere qualcosa di vagamente identificabile in un'autovettura.
    -Non c'è speranza, qui... Non c'è mai stata- commenta, lanciando un'occhiata al cortile. Prima che tu possa incamminarti, vedi di sfuggita la sagoma di Danny: sembra sorriderti amaramente, dopodiché scompare esattamente come la prima volta.
    -Andiamo, ragazzo. Ti sto salvando la vita, dopotutto- borbotta l'uomo, dirigendosi verso l'auto.
     
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  4. IDSeeker
     
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    Quando finalmente giunse al cancello, esso si richiuse alle sue spalle. Mark si girò di scatto quando udì il rumore metallico dietro di sé: non vi era più nessuno all'interno del cortile; solo la malinconica sensazione di tristezza che non avrebbe lasciato quel luogo mai più.

    "Sei stato sfortunato"

    Disse l'uomo che ora stava a pochi passi da lui. Era alto una decina di centimetri in più del ragazzo ed era vestito come un cowboy in nero: lo spolverino, gli stivali, il cappello erano completamente neri, anche se un po' impolverati.

    "Non c'è mai niente di buono, qui.."

    Disse come se ci fosse stato fin troppe volte in quel luogo. Con un cenno del capo indicò una specie di veicolo a quattro ruote (anche se in comune ad una normale auto aveva ben poco) e poi si avvicinò a sua volta al cancello e guardò all'interno del cortile.

    "Non c'è speranza, qui... Non c'è mai stata"

    Commentò l'uomo con un tono di uno che aveva perso una persona amata all'interno di quello stesso cortile da cui il ragazzo era uscito incolume proprio un attimo prima. Dopo un attimo di silenzio, lo sceriffo cominciò a camminare verso il mezzo parcheggiato poco più avanti. La figura di Danny si palesò un'ultima volta e con un sorriso malinconico salutò per sempre Mark. "Non preoccuparti Danny: avrò abbastanza speranza per entrambi... per tutti quanti..." pensò il ragazzo con una nota di tristezza.

    "Andiamo, ragazzo. Ti sto salvando la vita, dopotutto" borbottò l'uomo che ormai era a metà strada. Mark non disse nulla e si diresse a sua volta verso l'automezzo. Poco dopo, entrambi erano saliti sul veicolo che li avrebbe riportati a casa. O forse li avrebbe portati nella tana di un mostro ancora più temibile? Prima che partissero, il ragazzo guardò la scuola dal sedile del passeggero un'ultima volta con aria persa. Chissà se ci sarebbe mai tornato?

    E forse io non dovevo andare troppo sull'ironico XD
     
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    Il tuo "salvatore" non proferisce parola per lunghi istanti. Si limita a guidare in modo piuttosto avventato, tra scenari desolati e boschi piuttosto lugubri.
    -Se hai domande da fare, falle adesso- si limita a mormorare, con voce roca. Si sta facendo buio, e quella fastidiosa foschia non vi ha ancora lasciati...
    Non sai dove siete diretti, non sai chi sia quest'uomo. Ma, anche se non ha l'aria più affidabile del mondo, senti che non è un nemico... Forse, lui ha qualche spiegazione da darti.
     
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  6. IDSeeker
     
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    Nella vettura si era creato un silenzio quasi imbarazzante. Nessuno dei due aveva voglia di proferire parola in quel momento, chi per un motivo, chi per un'altro. Solo il rumore dell'asfalto, ed ogni tanto del terreno, assieme a quello del motore, che tra l'altro era più silenzioso di quanto Mark pensasse anche se faceva comunque il suo bel casino, fungevano da sottofondo per quel viaggio. Alla fine lo sconosciuto prese coraggio e disse quello che doveva dire:

    "Se hai domande da fare, falle adesso"

    Mark continuava a guardare all'esterno, notando che non aveva mai visto nessuno di quei paesaggi; persino le foreste, che di norma si somigliano tutte agli occhi di una persona che non se ne intende troppo, avevano l'aria di essere aliene al suo mondo d'origine. Gli parve addirittura di vedere un orso, in mezzo agli alberi... o comunque sperò che quello fosse "solo" un orso. L'uomo al posto di guida sembrava una persona, anche se da una prima occhiata non sembrava così ovvio, buona e quindi le sue informazioni dovevano essere relativamente affidabili. Dopo alcuni secondi, il ragazzo fece la sua domanda: "Dove stiamo andando?" chiese quasi distrattamente, senza voltarsi per ammirare il nuovo quanto tetro paesaggio. Dopo qualche secondo aggiunse, questa volta girandosi, "Ah! Io sono..." si fermò un attimo, come se avesse dovuto riflettere su quello che stava per dire. "M... solo M. Tu chi sei? Una specie di cow boy o qualcosa del genere?" chiese infine, riferendosi al suo abbigliamento. Questa volta si era sforzato di sembrare amichevole, anche se in quel momento proprio non gli riusciva. Ma questo non importava: non avrebbe lasciato a quel posto la soddisfazione di vederlo cambiato; non sarebbe mai riuscito a trasformarlo nel peggiore dei suoi mostri.
     
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    La Jeep sbanda, curvando, sballottandoti con poca grazia contro cruscotto e sedile.
    -Al Quartier Generale. Lì è sicuro- si limita a risponderti, con vaga svogliatezza. Ridacchia, poi, alla tua ultima domanda.
    -Un cowboy... Beh, non mi dispiacerebbe. Qualunque cosa, piuttosto che stare in questa merda- dice, ancora ridacchiando, ma non sembra realmente divertito.
    -Chiamami Black Hat. Sono un Ricognitore, ovvero ti salvo il culo. Non ti serve sapere altro-. La macchina dà segno di rallentare. Riesci a vedere un grande edificio, diverso dalla scuola di prima, anche se con la penombra crepuscolare ti è difficile distinguerlo perbene.
    -Beh, di solito gli altri li salvo. A te sono solo venuto a prendere- specifica, frenando bruscamente.
    -Sei arrivato, M. Entra, troverai altri nella tua stessa situazione del cazzo. E il presunto capo in Sala Controllo... In realtà, credo che sappia meno lei di tutti voi- commenta, ridacchiando di nuova, stavolta con scherno.
    Ti fa un cenno col capo, come poco prima, al cancello.
    -Ci vediamo, "M"- ti saluta, aspettando che tu scenda per rimettere in moto, -Non dimenticare ciò che hai visto laggiù- aggiunge, facendo sembrare il suo tono volutamente distratto.
    Dopodiché, vedendoti entrare nell'edificio, fa inversione e sgomma via.


    CITAZIONE
    Concludi pure qui, poi posta in "Operazione recupero!", Sala Controllo.

     
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  8. IDSeeker
     
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    Il veicolo prese bruscamente una curva, sballottando a destra e a manca i due passeggeri.

    "Al Quartier Generale. Lì è sicuro"

    Fu la laconica risposta del cow boy, seguita da una ridacchiata per via delle supposizioni del ragazzo.

    "Un cowboy... Beh, non mi dispiacerebbe. Qualunque cosa, piuttosto che stare in questa merda. Chiamami Black Hat. Sono un Ricognitore, ovvero ti salvo il culo. Non ti serve sapere altro"

    All'orizzonte cominciava a stagliarsi un nuovo edificio, diverso sia dalla scuola che dai ruderi che avevano incrociato durante il viaggio. M stava per dirgli molto schiettamente cosa pensava del suo "salvataggio", quando riprese a parlare per correggersi.

    "Beh, di solito gli altri li salvo. A te sono solo venuto a prendere"

    Disse prima di tirare un'inchiodata che fece quasi sbattere la testa del ragazzo contro il cruscotto. Prima che potesse chiedere dove diavolo avesse preso la patente il suo "accompagnatore", notò che erano arrivati al palazzo intravisto poco prima. Ancora una volta fu il Ricognitore a parlare:

    "Sei arrivato, M. Entra, troverai altri nella tua stessa situazione del cazzo. E il presunto capo in Sala Controllo... In realtà, credo che sappia meno lei di tutti voi"

    "Incoraggiante..." pensò il ragazzo mentre l'interlocutore rideva alla faccia di questo "capo". Fece nuovamente il cenno che aveva usato per attirare l'attenzione di M alla scuola per salutarlo.

    "Ci vediamo, "M" "

    Disse mentre il ragazzo scendeva dal mezzo. Quando questi chiuse la portiera, dal finestrino abbassato (o forse addirittura assente) Black Hat gli rivolse un'ultima frase:

    "Non dimenticare ciò che hai visto laggiù"

    M non disse nulla, realizzando che il Ricognitore sapeva molto più di quanto desse a vedere. Lo guardò con espressione seria e gli fece a sua volta un cenno di intesa. Per quel breve attimo sembrò che i due si conoscessero da una vita. Il ragazzo si voltò ed entrò con decisione attraverso la porta metallica della struttura, scomparendo al suo interno. La pseudo-jeep sgommò, producendo il classico stridore di ruote sull'asfalto, per poi sparire a sua volta in lontananza.
     
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22 replies since 1/8/2011, 15:10   170 views
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