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Role libera, aperta a tutti

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    Artificial Flower's Lullaby

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    Ragazza-del-nome (era sua abitudine coniare un soprannome "utile" ogni volta che non conosceva il vero nome di qualcuno) chiese, con lo sguardo basso, chi fosse Nuovo-tizio.
    Bella domanda. Qui la gente se ne va appena lui arriva, cala il silenzio, chi resta guarda nel bicchiere... Accidenti, sarà mica il capo Bosozoku di turno?
    Bevve un altro sorso di Mojito, ma più piccolo; Lorenzo se n'era andato, quindi non c'era più nessuno a preparare i cocktail. Quel mezzo bicchiere che le era rimasto sarebbe dovuto durare ancora un po', almeno quel tanto che le bastava per rimanere seduta fingendo di avere un motivo per stare lì.
    Si appoggiò meglio allo schienale, osservando Nuovo-tizio con la coda dell'occhio; era parecchio muscoloso, imponente, probabilmente la sua altezza si aggirava sui due metri. E altrettanto probabilmente, non era il tipo giusto con cui attaccare briga.
    Bah... Speriamo sia pacifico... pensò, fissando prima Capelli-in-ordine, che sorrideva in maniera amichevole, poi Ragazza-del-nome, decisamente meno allegra.
    Infine guardò Nuovo-tizio, aspettando che si decidesse a dire qualcosa per giustificare la sua presenza lì.
     
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  2. Coso \m/‚
     
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    Riscuoti successo eh?
    Hai rotto, ma veramente. Parla pure quanto vuoi, non ti risponderò più
    ghignò
    Pensi di resistere, eh? Pensi davvero di non rispondermi più, di non parlarmi, di non fare nulla? Andiamo, smettila di scherzare!
    il ragazzo guardò i tre, studiandoli attentamente, il suo sguardo passava distrattamente dalle due ragazze e si posava poi intenso su M
    Chi sono io? Strano che non lo sappiate... Forse siete nuovi, o forse sono io che sono stato in coma troppo a lungo, chi lo sa.Qui il tempo funziona come vuole, e le variazioni che ci sono si trovano anche da una stanza all'altra, per non parlare della stanza stessa... Ma vi renderete presto conto che chiedere ad una persona chi sei, qui a Nowhere, è inutile, poichè qui l'apparenza non inganna, lo fa la persona stessa
    MA CHE BEL NUMERO! IL GRANDE FIGONE CHE FA IL DEMAGOGO! E poi cosa vuoi, che ti portino anche un caffè? Ma vattene a prenderlo in..
    Sorrise nuovamente, guardando cordialmente tutti i presenti
    Se proprio ci tenete, potete limitarvi a chiamarmi D. E se non vi ho salvati io, bhè non preoccupatevi, sicuramente in futuro lo farò. Diciamo che sono quello che controlla e coordina le operazioni sul campo
    sorrise nuovamente, cercando di apparire il più normale e calmo possibile
    Con chi ho il piacere di parlare?
    Disse, sorridedo nuovamente e rilassandosi nella poltrona, sprofondandovi lentamente
     
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    Dopo il primo monologo del ragazzo, Lena provava già il desiderio di rompergli una sedia in faccia. Chiunque fosse, parlava troppo, decisamente troppo, e per niente chiaro: non le piaceva.
    Poi, si rivelò essere D. QUEL D. Il D che aveva mollato il comando a Claudia, il D che era tornato... beh, del tempo fa, e che lei non aveva ancora avuto occasione di incontrare. Quel D.
    Appoggiò il bicchiere sul tappeto, voltandosi verso D, cercando di mascherare il fatto che avrebbe voluto augurargli di farsi fottere da un troll di montagna solo per come si era presentato.
    -D. Ma che cazzo avete tutti, dei genitori da sbattere in carcere a vita per avervi chiamato con lettere dell'alfabeto? È così pericoloso rivelare il proprio nome, qui a Nowhere? Se è così, chiamatemi Trinity, fanculo- disse, con voce aggressiva e piuttosto esasperata. Stava sfogando il nervosismo che aveva accumulato negli ultimi tempi.
    Afferrò di nuovo il bicchiere, mandando giù tutto d'un fiato quel ch'era rimasto; poi mise mano al "mini-bar" lasciato da Lore, e si preparò un altro 'finto' Mint Julep. Si concesse anche di accendersi una sigaretta, senza curarsi di domandare se a qualcuno desse fastidio. "Che si fottano. Non siamo qui per amore e amicizia e rispetto del vicino. Troie schifose", pensò, ma non era riferito a nessuno in particolare.
     
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  4. IDSeeker
     
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    Alla fine il nuovo arrivato si presentò, ma non prima di aver deliziato i presenti con un discordo degno del miglior illusionista che si appresta a cominciare il suo spettacolo di magia da quattro soldi. Per qualche motivo, forse per ricambiare in qualche modo il sorriso amichevole di M, il ragazzo guardò più intensamente lui che non le due ragazze. Alla fine disse di chiamarsi D.
    "Una coincidenza davvero curiosa"
    pensò divertito M. Per un attimo gli venne in mente quel film sugli uomini in nero che dovevano far rispettare la pace sulla Terra, bersaglio continuo di qualche alieno: tutti gli agenti in quel film avevano una lettera come nome per non rischiare di farsi riconoscere da qualcuno e per tagliare ogni legame con la loro precedente vita normale. La situazione del ragazzo ed il film avevano addirittura i mostri in comune...
    "Chissà se i mostri di Nowhere sono da considerare alieni oppure no?"
    Si chiese per una frazione di secondo il ragazzo. Per qualche motivo gli sfuggiva il nome stesso del film; e dire che ne avevano fatti addirittura due! Quando il ragazzo chiese di sapere il nome dei presenti, Lena sbottò improvvisamente. Si lamentò del fatto che a quanto pare "tutti" avevano una lettera per nome. Se fosse stato in vena di ironia ed affetto da tendenze suicide, M gli avrebbe risposto "Gelosa, eh?". Per fortuna quel pensiero si limitò a passargli per l'anticamera del cervello, dove fu prontamente fermato e completamente reso innocuo dal suo buon senso. Alla fine del breve sfogo Lena, quasi per sfottere D, si presentò come Trinity... per poi mandarlo in quella nota località turistica dove ultimamente finiva un sacco di gente poco simpatica.
    "Piacere D: io sono M"
    disse come se avesse detto la cosa più normale del mondo. Il sorriso amichevole non sparì dal suo volto
    "Comunque hai ragione: io sono arrivato qui giusto ieri... sei una specie di comandante? Ma non era Claudia il capo?"
    chiese senza cambiare tono di voce. Magari c'entrava qualcosa con il fatto che lui fosse andato in coma? Forse lui era il vero capo e lei era solo un sostituto... o magari D stava raccontando una mucchia di balle per farsi bello... Attese la risposta, incurante del fumo della sigaretta che Lena aveva acceso. Gli dava abbastanza fastidio, ma tanto quello non era il momento adatto per chiederle di andare fuori. Probabilmente non era il momento adatto per parlarle e basta.
     
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    Nuovo-tizio si presentò, in maniera piuttosto spavalda e decisamente antipatica, degna del peggior co-protagonista figo/beltenebroso di un qualunque shonen. Si faceva chiamare D.
    Come reazione, Ragazza-del-nome rispose piuttosto malamente che lei era Trinity -anche se Lily colse parecchia ironia nelle sue parole- dando prova di una leggera crisi di nervi, che cercò di tamponare facendosi un altro cocktail e accendendosi una sigaretta.
    Uh... Fantastico...
    L'ultimo ragazzo si presentò come M. Lily confermò la sua teoria, i soprannomi che dava lei erano decisamente più adatti dei veri nomi... Ma pazienza.
    Amore della pace. Amore della pace. Su, sorridi Lily, la vita è bella!
    Usando un tono neutrale, né troppo gentile né sgarbato, prese la parola.
    Io invece sono Lily. L'ultima arrivata, se la parola "ultima" ha un senso qua dentro...
    Alzò il bicchiere e ingollò il fondo di Mojito; come le avevano preannunciato, l'effetto non era recepibile.
    Bah, forse me ne faccio un altro... Però non ho idea di che ricetta seguire! Uff, mi sa che mi sparo un vodkino liscio e amen, quello di sicuro è facile da fare!
    Non voleva alzarsi subito, anche perché attorno a Trinity aleggiava un aurea di insulto rapido che non sembrava voler risparmiare nessuno. Rimase quindi comodamente seduta, appoggiò il bicchiere vuoto su un tavolino lì a fianco e tornò ad ascoltare quello che gli altri stavano dicendo.
     
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  6. Coso \m/‚
     
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    Avanti, centrifugala, CENTRIFUGALA!
    il ragazzi ghignò, applaudendo sarcasticamente
    Ma che bel temperamento mia cara, che bel temperamento! Ti servirà sicuramente in futuro, potrebbe salvarti quel bel visino dall'essere brutalmente strappato e divorato
    il suo tono era divertito e al tempo stesso serio, facendosi scappare ogni tanto qualche risolino. Fissò lena intensamente, come se stesse cercando di sfondarle il cranio ed esplorare il suo cervello
    Oh sì, avanti! Facciamoci un bel giretto
    M dici? Interessante, credo proprio che ti chiamerò con il tuo nome vero sai? Puoi nasconderlo agli altri, ma a me... no
    ghignò ancora di più, si stava divertendo da pazzi!
    Per quanto riguarda la catena di comando, claudia ha il potere perchè IO gliel'ho lasciato per andare a... compiere un lavoro che ci ha evitato una morte certa e dolorosa
    sorrise nuovamente, ormai non faceva altro. Si sentiva davvero bene, e si stava davvero prendendo gioco di loro, nonostante quello che dicesse fosse vero
    Lily... che nome affascinante
    si voltò verso la ragazza, fissandola intensamente negli occhi
    Del resto, come può una ragazza così bella non aver un nome così appropriato?
    In realtà poteva immaginare che quel nome era riduttivo, ma tant'è, lei era comunque davvero carina, e marpionare un pò non fa mai male quando devi catturare l'attenzione di una donna
    Oh andiamo smettila di giocare e fai divertire anche me!
    Il sorriso del ragazzo scomparì improvvisamente, mentre faceva nuovamente passare lo sguardo fra i tre
    Bhè, ora che abbiamo fatto le presentazioni, che ne dite di aggiornarmi un pò sulla situazione? Sono un pochettino arruginito e sapete, se devo salvare qualcuno, vorrei almeno sapere cosa succede in giro prima di farlo no? Non tutto ciò che gira qui è abbattibile con del piombo...
    tornò a sorridere, e stavolta lo faceva in modo naturale e tranquillo, non in quel modo strano che doveva farlo sembrare un pazzo omicida con la brama di sangue
    Ti odio
    Senti, cara la mia voce nella mente, vedi di farti una bella girata di tacchi, perchè con me hai chiuso, chiaro?
    La sua espressione, per quanto naturale e rilassata che fosse, incredibilmente non lasciava trasparire nulla di ciò che avveniva nella sua mente, ma ogni tanto, nei suoi occhi, un guizzo di luce passava rapido , come a segnalare strani accadimenti interiori che il ragazzo camuffava abilmente
     
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    Gli occhi ridotti a due fessure, Lena guardò D fare il suo spettacolino brillante.
    -Mi prendi per il culo o cosa?- fece, irritata dallo sguardo dell'altro su di sé: sembrava la stesse studiando, e la cosa non le piaceva affatto.
    Si sentiva sempre più infastidita dall'atteggiamento del ragazzo: ok che era il capo, ma chi cazzo si credeva di essere?
    Si dedicò alla sigaretta per un paio di minuti, ascoltando tutto quello che D stava dicendo agli altri due; evitò di rispondergli, non erano affari suoi, ma poi chiese di essere aggiornato sugli ultimi avvenimenti.
    -Loro due sono appena arrivati- disse, senza guardarlo. -Non so che tipo di aggiornamenti tu voglia-. S'interruppe per bere parte del drink.
    -Oltre ad aver perso un sacco di tempo all'ospedale per curare uno che, inspiegabilmente, ha già piedi, mani e culo nella fossa, altro non so dirti, per quanto mi riguarda-.
    Questo D aveva qualcosa che non le piaceva. C'era qualcosa che non andava, in lui, ma non riusciva a capire cosa... Inoltre, non le sarebbe dispiaciuto sapere qualcosa in più su Nowhere, o qualunque cosa sapesse lui che lei ignorava.
    -D, cosa sai di questo mondo? Sai qualcosa che non ci è mai stato detto, che neanche Claudia conosce?-. Stavolta, lo guardò con la coda dell'occhio, pensierosa: forse gli altri erano stati troppo avventati, e avrebbero fatto meglio a rimanere, dopotutto...
     
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  8. IDSeeker
     
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    Anche Lily si presentò a D, senza fare però altre domande ed aspettando che il discorso si evolvesse da sé. D rispose per le rime a "Trinity", senza mai perdere il tono sbruffone di chi è convinto di essere semplicemente migliore in tutto rispetto agli interlocutori. Poi rispose ad M che lo avrebbe chiamato con il suo vero nome. M fece una faccia, anche se per un istante, sorpresa: non si aspettava certo quella risposta. A quel punto il sorriso cordiale era sparito. Ma poi si tranquillizzò: solo la Morte ed i suoi burattini, in quel Mondo, avevano dimostrato di sapere il suo vero nome; non l'aveva detto a nessun'altro, quindi non era possibile che quel ragazzo lo sapesse. Non lasciò trasparire il sollievo che gli provocò quel pensiero: in un mondo di matti, contraddire qualcuno che afferma di sapere il tuo nome nonostante nessun'altro lo conosca poteva portarti a chissà quale inferno. Non gli rispose e lasciò che continuasse il suo discorso carico di nonchalance e follia. Dopo aver rivelato che lui era stato il capo prima di Claudia e che lei era stata incaricata da lui stesso prima di partire per, da quel che diceva lui, una missione importantissima e di vitale importanza, fece i suoi complimenti a Lily per il nome e per l'aspetto; dopodiché chiese degli aggiornamenti su cosa fosse successo ultimamente ai presenti ma, come Lena gli disse esplicitamente, sia M che Lily erano appena arrivati e non potevano aggiornarlo proprio su nulla. Alla fine, Lena stessa chiese se D sapeva qualcosa che non fosse conosciuto da nessun'altro nella base. M lo guardò nuovamente con uno sguardo incuriosito, anche se questa volta l'espressione era seria. Chissà se avrebbe detto qualcosa di utile o se avrebbe semplicemente continuato nei suoi deliri di onnipotenza...
     
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    D motteggiò Trinity, facendole quello che, pur avendone l'aria, non si poteva proprio definire un complimento. Parlando con M, invece, dichiarò che l'avrebbe chiamato con il suo "vero nome", qualunque cosa significassero queste parole: Lily osservò subito l'espressione del ragazzo in questione per notare cambiamenti, o quantomeno un minimo di stupore, ma non le sembrò di vederne.
    Ma che... È a posto, questo qui?
    Poi si rivolse a lei in tono estremamente più galante, lodando il suo nome e il suo fascino. Lily lo guardò cercando di trattenere una risposta sarcastica, una di quelle che le riempivano sempre la mente quando accadevano situazioni simili. Non era la prima volta che riceveva complimenti non richiesti da gente "strana", dove "strana" era un termine carino ed eufemistico per non dire "gente folle e completamente sciroccata", e aveva imparato la reazione giusta: occhi che si abbassano, sorriso accennato, voce carezzevole.
    Emh... Grazie...
    Intanto Trinity stava rispondendo, sempre con il tono mortalmente seccato di prima; alla richiesta di aggiornamenti rispose freddamente, indicando gli altri due come ignari di tutto in quanto appena arrivati. Poi riferì qualcosa riguardo al curare qualcuno, che la ragazza non capì. Poi venne il suo turno per fare domande, e chiese delucidazioni sul mondo che li circondava.
    In effetti D sembra saperne parecchio... Stiamo a sentire!
    Il suo sguardo si fece attento ed interessato, spostandosi da Trinity a D per incoraggiarlo a parlare. M continuava a non dire nulla, e Lily lo imitò... Anche perché non sapeva sinceramente cosa dire, i padroni della situazione erano gli altri due, lei poteva solo stare a guardare e cercare di assimilare più informazioni possibili su quel mondo così ostile e pronto a divorarla.
     
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  10. Coso \m/‚
     
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    Se so qualcosa? Bambolina, io so tutto di qui
    Avanti, fammi divertire con il ragazzino
    Si alzò in piedi, iniziando a muoversi per la stanza, accompagnando le sue parole con dei gesti
    Avanti!
    E poi non so nemmeno cosa vi sia o non vi sia stato detto, come potrei rispondere ad una domanda così generica?
    sorrise nuovamente, mentre era arrivato davanti a Lily, prendendole la mano
    Ma non devi ringraziarmi, è un piacere per me
    sorrise nuovamente, eseguendo un baciamano impeccabile
    Ma perrrrfavore! Che cosa pensi di fare?
    Zitto e guarda
    Si avvicinò poi lentamente ad M, guardandolo fisso negli occhi, avvicinando il suo volto al suo. Erano a circa dieci centimentri di distanza e si fissavano intensamente, quando Davide diede il via alla sua azione
    Il ragazzo si mosse rapido e deciso. La sua mente guizzò e un bagliore si vide nei suoi occhi. Era fatta, era dentro il ragazzo.
    Andiamo, come ti chiami amico?
    Esplorava i ricordi in maniera rapida e decisa. Stava cercando il ricordo del suo risveglio, visto che in genere tutto ciò che risaliva a prima era confusissimo e lo faceva impazzire
    Bingo
    Rivide per un istante il risveglio del ragazzo, fino a quando non sentì il nome
    Ciao Mark, ahah
    Una volta ottenuta l'informazione che cercava, Davide uscì rapido dalla mente del ragazzo, ritornando ad essere padrone di se stesso
    Un ghigno si dipinse sul volto del ragazzo, che afferrò Mark per le spalle, mentre avvicinava il suo volto al suo orecchio
    Ciao Mark
    sussurrò con un filo di voce, mentre rideva, in modo da far percepire le sue parole a malapena al ragazzo davanti a lui
    Ahahah, guarda la sua fa...
    Davide si bloccò in piedi, con gli occhi spalancati. Qualcosa non funzionava. Sentiva che qualcosa si era rotto, dentro di lui
    Mapporcaput...
    Cadde in ginocchio, iniziando a respirare affannosamente e faticosamente. Una copiosa colata di sangue fuoriusciva dalle sue narici
    Dannazione, non di nuovo...
    il ragazzo si strappò le bende che aveva sul braccio, le utilizzò per tappare il naso e, dopo un goffo tentativo di rialzarsi finito male cadendo brutalmente a terra di faccia, fermandosi all'ultimo con un rapido movimento del braccio, disse
    Se quacuno gentilmente mi porta qualcosa da mangiare, qualsiasi cosa, mi salva la vita, grazie
    si stese, a pancia in su, mentre ghignava come un matto. Sensazioni così forti non le provava da tempo ormai, e anche se rischiava di morire, si divertiva.
    Fottutamente


    Edited by Coso \m/‚ - 29/8/2011, 18:48
     
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    -E allora dicci, fai sapere tutto anche noi- replicò, guardandolo di sottecchi; era impaziente di sapere quale sarebbe stata la sua risposta, di scoprire qualcosa, anche se cercava di non darlo a vedere. -Puoi cominciare dall'inizio. Quel che sappiamo è molto poco: solo quello che è scritto sul tuo diario-.
    Assistette al baciamano a Lily, storcendo la bocca: dove diavolo voleva andare a parare? Si era completamente fottuto il cervello, o lo faceva apposta?
    Poi, prima di poter aggiungere altro, D si era avvicinato ad M, fissandolo come se stesse visionando di rivoltarlo come un calzino con lo sguardo. Durò pochi istanti, e non ebbe modo di capire cosa stesse accadendo... Era fottutamente confusa.
    L'atteggiamento di D verso M la urtò; si immedesimò nella situazione, ed era sicura che, se fosse stata al suo posto, avrebbe mollato un pugno a D.
    Ancora allibita, stava per dire qualcos'altro di poco carino, quando D si accartocciò come un foglio di carta, perdendo sangue dal naso.
    -Ma...- balbettò, sporgendosi in avanti, mentre il ragazzo cercava di tamponare l'epistassi. Poi, lo sentì chiedere del cibo. E ghignare.
    "Ora basta".
    Si alzò di scatto, dirigendosi a falcate verso D, fino a scrutarlo dall'alto.
    -Senti, meraviglia, se sei tornato per giocare al nido del cuculo, potevi rimanere dov'eri- ringhiò, tra i denti, guardandolo mentre rideva sul pavimento. -Non m'interessa se sei il Capo Supremo, se sai tutto di Nohwere, e se ha qualche potere orgasmico. Non m'interessa. Abbi la decenza di spiegare qualcosa anche a noi, anime mortali ed ignare, o giuro, quant'è vera qualunque cosa in cui credi, che ti pianto un pugnale in mezzo alla gola. Non so se tu, o chiunque qui, possa morire, ma giuro che lo faccio-.
    Si morse il labbro. Gettò un'occhiata a Lily e a M.
    -Per carità di Dio, portategli qualcosa da mangiare. L'unico motivo per cui non voglio che crepi ora, è che voglio avere la soddisfazione di ammazzarlo con le mie mani!-.
    Si zittì, il respiro vagamente affannoso dopo aver sfogato quel fiume di parole verso di lui. Era sicura, sicurissima, che ben presto sarebbe morta per quel suo atteggiamento del cazzo, ma, almeno, sarebbe morta soddisfatta dopo aver sfanculato un mostro Nowheriano.
     
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  12. IDSeeker
     
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    A quanto pare aveva deciso di continuare con i deliri di onnipotenza... dopo aver affermato di sapere "tutto", risposta anche più generica della domanda che gli era stata fatta, fece il paraculo dicendo di non sapere da dove iniziare, dato che non aveva idea di cosa già sapessero gli altri. M guardò verso l'alto, con un'espressione esasperata. Nel mentre, D si era alzato in piedi, ed aveva ricambiato la risposta imbarazzata di Lily con un baciamano degno dei peggiori teatri di Caracas... Poi, senza preavviso, D si avvicinò ad M, che rimase seduto. Quando vide che il ragazzo si stava piegando per avvicinare il suo volto a quello di M, quest'ultimo disse:
    "Ehm... c'è qualche problema?"
    Lo sguardo rifuggiva quello di D; aveva una strana luce nei suoi occhi. Qualcosa simile ad un istinto primordiale gli impedì di allontanarlo subito dal suo spazio personale con un forte spintone. Indietreggiò finché l'imbottitura della poltrona glielo permise. Ora tutto quello che riusciva a fare era stare fermo ed aspettare. Quando alla fine i loro volti erano vicinissimi, M parlò con tono abbastanza teso.
    "Potresti, per favore, to..glier..."
    La frase gli morì in bocca, quando sentì una sgradevolissima sensazione nella sua mente; come se essa fosse rivoltata come un calzino da una volontà superiore. Per poco non gli venne da sboccare; o almeno quella era la sensazione che sentiva fin nel profondo delle viscere. Espellere immediatamente quella presenza, in qualunque modo possibile. Dopo qualche secondo, durato diverse eternità per il ragazzo, sul volto di D si dipinse un ghigno inquietante. Ora la sensazione di essere scandagliati non persisteva più nella sua mente, ma un'altra simile al panico si stava ora facendo largo tra i suoi pensieri. Il suo volto andò oltre il campo visivo di M, fino a giungergli all'orecchio e alla fine disse l'unica parola che in quel mondo non doveva esistere ad ogni costo. Con maniacale noncuranza e divertimento, D disse ad M il vero nome di quest'ultimo con un tono di voce così basso da sembrare solo un soffio di vento. M sgranò gli occhi, letteralmente sbiancato da quella rivelazione, incapace di muoversi; come se quell'uomo avesse detto la parola magica che bloccava ogni suo pensiero. Con una lentezza piena di panico, girò lo sguardo fino ad incrociare quello del suo aguzzino mentale. I loro sguardi si incrociarono per un attimo, facendo finalmente capire fino a che punto la follia riempisse il cervello di quel ragazzo così prestante: una luce inumana gli brillava negli occhi. Subito dopo quel velocissimo attimo, il ragazzo si ritirò con velocità ed imprecò, mentre un copioso fiotto di sangue gli usciva dal naso. M non si mosse dalla sua tesissima posizione nella poltrona, anche quando D chiese del cibo per evitare di morire; anche in quel caso non aveva perso il tono sbruffone che lo aveva accompagnato fin da quando era arrivato. Lena, invece di aiutarlo, gli saltò addosso, non letteralmente ma quasi, per sputargli in faccia quello che pensava di lui. Dopo il breve sfogo, chiese agli altri due se potevano andare a prendere qualcosa da mangiare per il "capo". M, oramai bianco come un lenzuolo, sembrò non recepire la domanda. Il suo sguardo, fisso sul ragazzo morente sul pavimento, non ne voleva sapere di scostarsi. Un milione di pensieri affollavano la sua mente: chi era veramente quel ragazzo? Gli altri avevano sentito quello che D aveva detto? Sarebbe diventato anche lui così se avesse passato troppo tempo in quel luogo maledetto? Tutte quelle domande lo tenevano semplicemente inchiodato alla poltrona, incapace di intendere e di volere per il momento.

    Dio mio: mi sembrava di scrivere una fan-fic Yaoi quando D si è avvicinato >.>


    Edited by IDSeeker - 29/8/2011, 20:03
     
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    D si avvicinò a Lily, e lo sguardo di questa si fece più preoccupato.
    Uh? Cosa vuole?
    Si appiattì contro lo schienale del divano, ma per fortuna se la cavò lasciandosi sfiorare la mano dalle sue labbra. Non disse niente, limitandosi a guardarlo con aria perplessa mentre decideva di andare a tormentare M.
    Gli occhi di Lily si fecero più attenti quando vide una scena che sarebbe andata a pennello in un fumetto yaoi; D che fissava M intensamente, guardandolo a fondo, poi sfiorava il suo orecchio e diceva qualcosa... M che sbiancava assumendo un'espressione estremamente uke...
    Uhuh... Interessante!
    Trattenne un sorriso da fangirl compiaciuta solo perché Trinity stava sbraitando e inveendo contro D, pesantemente irritata dal suo comportamento. In effetti, come darle torto?
    Poi successe qualcosa di imprevisto: il ragazzo si ripiegò su se stesso, si strappò delle bende dal braccio e le usò per fermare l'emorragia nasale che sembrava averlo colpito all'improvviso.
    Eeeeh? Stai a vedere che si è eccitato... Naah, Lily suvvia, un po' di razionalità!
    Si sporse in avanti per guardarlo: a terra, steso, col naso coperto di fasce, e un ghigno sardonico stampato in faccia. Chiedeva cibo; Trinity non era assolutamente disposta a trovarglielo, M invece sembrava ancora sconvolto per tutto quello che aveva appena vissuto (Ok, è assolutamente uke!) e, andando per esclusione, sembrava toccasse a lei "salvargli la vita".
    Ok, ho capito, vado io.
    Si alzò in fretta e corse fuori; le sembrava di aver visto una cucina arrivando lì, e si diresse in quella direzione. Trovò dopo pochi metri una cosa che somigliava molto ad un magazzino, e spalancata la porta -sperando che nessuno le dicesse niente- arraffò le prime cibarie che trovò a portata di mano: una busta di pane in cassetta, un vasetto di marmellata di lamponi e un sacchetto di patatine. Almeno, le immagini stampate sopra riportavano quelle indicazioni, che avessero o meno il sapore originale era tutto da vedere.
    Strinse tutto fra le braccia, richiuse la porta e tornò di corsa nella sala comune, dove D era ancora sdraiato a terra,con lo stesso ghigno inquietante esattamente dove l'aveva lasciato.
    Tieni. Ce la fai a mangiare, spero. disse, inginocchiandosi di fianco a lui e porgendogli il ricavato della sua ricerca.
    Se pretende che lo imbocchi può attaccarsi bellamente allo sciacquone e tirare la catena!

     
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  14. Coso \m/‚
     
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    La scena, assai divertente se decontestualizzata, stava finalmente avendo risvolti. Lena che inveiva contro di lui, Mark che, paralizzato sul divano, era rimasto immobile e Lily si era data da fare portandogli da mangiare
    Grazie splendore, troverò sicuramente il modo di sdebitarmi
    questa volta il tono era cambiato, più... sensuale, diciamo. La sua frase, seguita a ruota da un'occhiolino, non lasciava equivoci
    Smettila di marpionare, idiota
    Ma è divertente!
    Una volta seduto a terra, iniziò a mangiare le patatine che venivano infilate una ad una nella marmellata. Dopo pochi secondi le aveva finite, spazzolando completamente sia le patatine che la marmellata
    Mmmmm, al sapore di cartone, come piace a me
    Spazzolò rapidamente anche il pane, mentre la scena di poco prima si faceva nuovamente strada nella sua mente
    ...
    Amico no, stai buono...
    ...
    Un sentimento di rabbia pura si fece strada all'interno del ragazzo. Il suo metabolismo velocizzato, che aveva immediatamente curato le perdite di sangue dal naso sfruttando gli alimenti ingeriti, pompava a mille anche il sangue.Cosa aveva detto Lena? Che voleva ammazzarlo? Non avrebbe dovuto farlo, affatto
    Exitus acta probat
    NO!!!
    l'espressione del ragazzo mutò. In meno di un secondo, era in piedi. La mano destra attorno al collo di Lena, si mosse rapidamente, appendendola al muro
    E ora, signorina, cosa credi di fare, eh?
    avvicinò il suo volto a quello di lei, facendo sì che i nasi si potessero sfiorare
    Calmati bello, rischi di ammazzarla!
    Vedi... io sono probabilmente il tuo miglior amico... ma anche il tuo peggior nemico
    Sorrise, mentre guardava fisso negli occhi Lena, pensando cosa potesse passare nella sua mente, visto che giusto cinque secondi prima si trovava in piedi sopra di lui, ed ora si ritrovava appesa al muro da lui
    Stai attenta, signorinella, potresti non avere tanta fortuna, la prossima volta che ti serve aiuto
    Poi, di botto, la mollò, cambiando totalmente espressione
    Oddio... scusa io... ho avuto... oddio
    si chinò sulla ragazza, cercando di capire l'entità dei danni che aveva causato. Il suo braccio destro, ancora gonfio per lo sforzo, pulsava tantissimo, strappando le bende e mostrando una serie di ferite cicatrizzate
    Non volevo, davvero...
    disse nuovamente, preoccupato. Non capiva cosa gli stava succedendo, a volte perdeva il controllo di sè, e si limitava a fare da spettatore alle sue azioni, senza poter intervenire
    Tu ed io faremo un bel discorso prima o poi amico...
     
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    Lily portò del cibo a D, che, prontamente, divorò tutto con una voracità disumana. Neanche quello era troppo normale...
    Lena era ancora in piedi accanto a lui, in silenzio, aspettando che si riprendesse. Si era resa conto di essere stata precipitosa ed inutilmente aggressiva, ma quel ragazzo l'aveva fatta innervosire all'inverosimile.
    Non appena D ebbe finito di mangiare, stava per riprendere, stavolta con sangue freddo e nervi saldi, a porgergli qualche domanda, ma non ne ebbe il tempo.
    Sentì una morsa salda sulla gola, e stringerle il collo, impedendole di respirare bene; una fitta di dolore la investì, quando la sua schiena si scontrò con quella che, poco più tardi, identificò come la parete.
    In men che non si dica, si ritrovò il volto di D a pochi millimetri dal suo, le sue parole colme di stizza: sembrava realmente intenzionato a strangolarla, o peggio, e, per un istante, le balenò per la mente la certezza di morire lì.
    Ma non fu così. Di colpo, come se avesse ritrovato il lume della ragione, D mollò la presa, lasciandola cadere a terra.
    Lena trasse respiri profondi, tossendo debolmente. Era stata colta tanto alla sprovvista da non avere il tempo di reagire, né di difendersi, neanche a parole; si sentiva vulnerabile, e un po' scossa.
    Si accorse che D si era chinato su di lei, rivolgendole parole di scuse. Alzò lo sguardo, massaggiandosi il collo.
    -Ti direi che sei pazzo, ma credo che tu lo sappia già- disse, senza aggressività né rancore; la sua voce era roca, a causa della stretta, ma era quasi gentile.
    -Mi spieghi cosa succede?- gli chiese. -A te, a noi... Cosa sta succedendo?-.
    Voleva saltare la parte in cui lo guardava con occhioni spalancati e gli domandava se fosse scemo o cosa. Aveva la sensazione che la faccenda fosse più seria di quanto non avesse mai pensato; forse, era ora di smetterla di comportarsi come se fossero in una specie di vacanza forzata. Era ora di iniziare a preoccuparsi per la propria sorte.
     
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