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Bene. Molto bene. Fantastico. Non avevamo neanche iniziato a camminare, che già la ragazzina mi innervosiva.
Tanto per cominciare, la tua utilità è un fattore del tutto scisso dalla tua età. Potresti avere anche trent'anni, ed essere più una palla al piede di un affarino di dieci.
Sospiro seccamente e velocemente. Di nuovo. Mi viene la tentazione di accendere una sigaretta, anche se non funzionerebbe come vorrei...
Secondo. Non ti conosco, quindi non conosco neanche il tuo grado di "utilità", come dici tu, che, per inciso, è alquanto discutibile per chiunque, qui. Chiunque. Non siamo utili, siamo qui per forza. L'utilità migliore che possiamo avere l'uno per l'altro è non causarci danni.
Mi passo una mano dietro al collo, chiaramente a disagio. Dal mio personale punto di vista, chiunque al di sotto dei sedici anni è un bambino, e io coi bambini non sapevo trattare...
Terzo... Beh, non prenderla male, Diana, ma questo è proprio un gran bel posto di merda, e io non ho la tua capacità di essere carina e gentile con tutti se mi girano, cerca di capirmi.
Dopo quel goffo tentativo di addolcire il mio tono di voce, probabilmente fallito miseramente, frugo di nuovo nella borsa: è ora della sigaretta. E vaffanculo al non mondo del cazzo.
Ah, e, ti prego: non chiamarmi signorina...
Sospiro, ma meno adirata di prima. Mi servirà tempo per abituarmi a tutte queste persone...
Mi fermo ad osservare una delle prime porte che troviamo all'inizio del corridoio.
Direi che una vale l'altra, dico, e la spalanco decisa, ma non irruente: non si sa mai... non si sa mai.
L'ospedale era come tutto il resto, lì: cupo, buio, e pieno di niente. La stanza era nella penombra, ma saremmo riuscite ad esplorarla senza troppe difficoltà; sembrava più un archivio, che un deposito farmaci o simili...
Beh, vediamo se troviamo qualcosa di interessante, mormoro, lasciando la porta aperta in modo da far filtrare un minimo di chiarore, e buttandomi su uno scaffale, stando attenta a non danneggiare niente con la sigaretta accesa.
Ah, il nome del farmaco è sul foglietto, guarda, aggiungo, mentre le mostro il foglio consegnatoci prima, vedi se riesci a trovare qualcosa...
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'ndrocchia;.
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Abbasso leggermente la testa e sospiro. Meglio lasciar perdere e fare tutto quello che vuole,non ho per niente voglia di litigare o di discutere con una persona che neanche conosco e che si irrita così facilmente.
Guardo il foglietto che mi ha mostrato e memorizzo il nome del farmaco.
Va bene.
Le rispondo.
Dopo questo mi metto a girare per la stanza in cerca del farmaco.
Ero un po' a disagio a stare li con lei continuavo a pensare che sarebbe stato meglio essere con un'altra persona.
Ma cosa potevo farci? Niente.
Continuavo a ripetermi: Ormai è andata così quindi cerca di fare la brava e vediamo di finire tutto il prima possibile.
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Mordicchio il filtro della sigaretta. Questa Diana mi sembrava una che incassava troppo, a mio parere: non mi andavano troppo a genio le persone così, avrei preferito che avesse urlato qualcosa e mi avesse mandato affanculo senza troppe moine. Niente di personale, come al solito, ma preferivo una mirata sincerità.
Rovisto un po' nello scaffale, ma niente medicine. Ci sono dei documenti, però... Potrebbero essere cartelle cliniche? È possibile? Provo ad estrarne uno.
Mi sposto il più possibile verso la luce, e, aprendo la cartella, realizzo che i fogli sono completamente bianchi. Sul cartoncino, c'è un etichetta sbiadita recante quello che potrebbe essere un nome, sembra scritto in caratteri illeggibili e inesistenti...
Mi affretto a controllare anche le altre: niente, tutti fogli immacolati, con etichette astruse.
Strano... ma interessante, commento; anche se potrebbero esserci migliaia di spiegazioni logiche a quella faccenda, io tendo sempre a pensare a qualche ipotesi assurda, anche se nella maggior parte dei casi, mi dimostro scettica... Sì, un gran bel casino di contraddizione; eppure, ormai sapevo che lì, a Nowhere, tutto poteva essere, ed era più probabile che entrasse dalla finestra un rinoceronte a cavallo di una tigre siberiana, che trovare un telefono funzionante.
Avevo la tentazione di prendere una delle cartelle e portarle con me al QG... Mi vennero anche in mente almeno dieci motivi per non farlo, ma forse qualche Ricognitore poteva chiarirmene il significato.
Niente. Tu hai trovato qualcosa?
Espiro una boccata di fumo, poi spengo la sigaretta. Adesso inizio ad essere interessata da questa missione.... -
'ndrocchia;.
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Mi volto verso di lei e scuoto un poco la testa
Non ho trovato nulla. Scusa.
A dire la verità quella persona mi faceva paura. Ho la sensazione che se muovo solo un passo davanti a lei,anche solo per cercare qualcosa,potrebbe mangiarmi. Letteralmente.
La osservo.
Come avevo fatto con Beatrice,Lore e la persona che mi aveva salvato da quella galleria.
Cercavo una qualche espressione,o anche un movimento particolare che potesse farmi capire meglio che persona fosse.
Si,lo facevo con tutte le persone che incontravo.
Tu hai trovato qualcosa di interessante?
Le chiedo mentre continuo a guardarmi intorno in cerca di qualche cosa utile.. -
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Mi volto a guardarla, fermando le mie attività.
Non devi scusarti. Non mi fai un torto, le rispondo, stavolta con tono decisamente più tranquillo. La rabbia di poco prima stava lentamente scemando, sostituita dall'eccitazione delle nuove scoperte.
Nella penombra, non riuscivo a distinguere bene il volto della ragazza, ma il tono che aveva usato per rivolgersi a me mi aveva spinto a domandarmi se fossi stata troppo dura, con lei.
Non ero brava nelle scuse, -le odiavo-, perciò non dissi nulla, e mi limitai a scuotere la testa, tornando a guardare i presunti documenti che avevo fra le mani.
Non ne sono sicura. Niente di utile, ma forse interessante sì...
Le mostro una delle cartelle.
Vedi? È pieno di cartelle cliniche completamente bianche. Forse non sono neanche cartelle cliniche, ma...
Mi interrompo. Non sapevo cosa dire, cosa pensare... Quel posto era ai limiti dell'assurdo.
Finalmente, mi decido a mettere in borsa una cartella. Era ora di prendere una decisione.
Se neanche tu hai trovato nulla, direi di provare in un'altra stanza, dico, iniziando a uscire dalla porta, controllando Diana con la coda dell'occhio.. -
'ndrocchia;.
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Guardo la cartella che mi ha mostrato poi la osservo metterla nella borsa.
Ah..si è vero.
Si è calmata. Mi sento un poco più tranquilla adesso. Spero solo di non combinare qualcosa che possa farla innervosire nuovamente. Non ci tengo a essere mangiata,no.
La seguo uscendo anche io dalla porta.
Questo posto è strano.
Sussurro.
Ho pensato nuovamente ad alta voce. Accidenti.
Spero non mi abbia sentita.
Continuo ad osservarmi intorno,per sicurezza.
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Le lancio un'occhiata fugace.
Puoi scommetterci, ma sei troppo tenera: si dice "Questo è un posto del cazzo", le dico, mordicchiandomi il labbro inferiore. Stammi vicino, e non restare mai indietro, aggiungo; già non sono esattamente un mostro di bravura nel badare alla mia stessa sicurezza, figurarsi di un altro essere umano... Io, la loro più grande fan.
Idiota, mi rimprovero, senza un vero motivo. Forse stavo iniziando ad impazzire. Forse ero già impazzita. Forse, troppo stabile non lo ero neanche prima...
Vediamo qui... inizio a dire, ma mi blocco. Un'ombra... ho visto un'ombra...
Levo lo sguardo nel mezzo del corridoio, e mi ritrovo a fissare quello che, a prima vista, sembra un mucchietto di ombre; guardando meglio, più attentamente, mi sembra quasi che si stia muovendo...
Gelo. Mi sento gelare. Da quando ero lì a Nowhere, mai mi era capitato di provare una sensazione così netta, così... viva.
I miei occhi sono fissi su quel cumulo, osservandolo muoversi, assumere una forma diversa, quasi umana... Ma sempre completamente ombra.
Quelle luci fioche... sono i suoi occhi?
Come un flash, tutto scompare. Si è fermato davanti a una porta, poi è svanito nel nulla.
Taccio. Mi chiedo se anche Diana l'abbia visto... Mi volto verso di lei, per controllare che stia bene.
Tutto... tutto a posto?
Il gelo era scomparso. Decido di tentare, di provare ad aprire quella porta.
Andiamo... andiamo di là, Diana, faccio, cercando di riacquistare compostezza nella voce.
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'ndrocchia;.
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Cosa era successo poco fa?
Mi giro verso Lena. Aveva un espressione un poco strana in volto.
Io sto bene. Ma cosa è stato?
Sono un poco scossa ma cerco di riprendermi in fretta. Dobbiamo cercare il farmaco no? Non c'è tempo per essere troppo preoccupati.
Va bene andiamo di là
Le dico con tono calmo e sorridendo. Cerco di tranquillizzarla.
Anche se inizialmente,e forse anche un poco ora,mi faceva paura ho capito che non è una cattiva persona.
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Abbozzo un mezzo sorriso a Diana, ma ben poco convinta. L'"apparizione" di prima mi aveva particolarmente turbata, ma non riuscivo a capire perché... Ero sempre riuscita a mantenere la calma, fino a quel momento, qualunque cosa mi comparisse davanti; solo durante il mio... il mio Risveglio mi era successa una cosa simile... Già, con la musica e il pianista, come sotto un incantesimo... Forse, alcune creature, lì, erano diverse dalle altre, forse superiori, avevano un modo diverso di attaccare... di uccidere.
Alla luce di tutto, perché diavolo stavo andando verso quella porta?! Stavo rischiando di trascinare me e quella ragazza verso un pericolo certo. No, strategia sbagliata. Mi ero fatta trascinare dagli eventi, e da quella sensazione orribile provata prima.
Forse, penso, forse, in un posto come questo, dove sensazioni di ogni genere sono abolite, mi sento inconsciamente attratta da qualunque cosa mi faccia sentire... di nuovo viva. Come una droga....
No, dico, fermandomi. Non potevo permettermi di mettere in pericolo qualcun'altro per un mio capriccio. Non lì, dove, come avevo detto a Diana poco prima, l'unica cosa utile e gentile da fare era risparmiare all'altro di rischiare il culo.
No, non è sicuro. Se quella... cosa è lì, potremmo essere in pericolo. E non so tu, ma io non ho voglia di morire, oggi, faccio, con tono fermo.
Indico la porta, semiaperta, proprio alla nostra sinistra. Entriamo qui, per ora.
Dalla soglia, riuscivo a scorgere qualche particolare: sembra la stanza di un reparto... intravedevo dei letti, o qualcosa di simile.. -
'ndrocchia;.
User deleted
Annuisco.
Anche se sono curiosa di entrare nell'altra stanza. Mi fermo a fissarla. Era come se dicesse: Aprimi,aprimi.
Scuoto la testa. Non devo fare scemenze!.
Mi avvicino alla porta e sbricio dentro. Posso vedere dei lettini,molto probabilmente.
Pensi che qui ci tenessero i pazienti?
Quindi qui c'erano altre persone prima di noi?
Incomincio ad essere incuriosita.
Apro un poco di più la porta e faccio un passo dentro la stanza.. -
.SPOILER (clicca per visualizzare)Scusa se continuo a cambiare tempo verbale, ma sto cercando una forma sintattica ideale xD
Scrollai le spalle. Non ne ho idea. Mi sembra tutto così paradossale... Voglio dire, cosa ci fa un ospedale, apparentemente identico a quelli del nostro mondo, qui, nel bel mezzo del non-mondo?
Avrei dato non so cosa per vedermi apparire, come nei film, l'omino buono che ti spiega tutto quanto, per poi dissolversi in una misteriosa e scenica nube di fumo.
Beh, scopriamolo, dissi, riscuotendomi. Decisa, entrai nella stanza.
Mi guardai intorno. Qualche letto, un paio di tavolini, sedie... E, sorprendentemente, tutto era avvolto in uno strato di polvere e abbandono. Strano, pensai, sarcasticamente.
Davanti ai letti, nello scomparto per inserire documenti e fogli clinici, sembrava esserci qualcosa. Ne presi uno, per curiosità, e si presentava esattamente come quelli visionati fino a quel momento.
Aspetta un attimo...
Una differenza c'era: in una delle pagine centrali, c'erano delle macchie di sangue.
Fantastico. Sono felice di sapere di essere in un luogo sicuro.
Anche se, a ben guardare, sembrava piuttosto scuro, per essere sangue...
No, niente. Non c'è nulla neanche qui.
Anche se... Adesso che ci facevo caso, su uno dei comodini, qualcosa c'era...
Mi avvicinai con un paio di falcate: una scatola. La afferrai, portandola verso la luce. Conteneva una boccetta: fisiologica.
Solo acqua, feci, amaramente, facendola comunque scivolare in borsa. Però adesso abbiamo la certezza che esistono i nostri stessi farmaci, qui.... -
'ndrocchia;.
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Mi giro verso di lei.
Tutto questo non ti sembra un po' strano? Voglio dire il fatto che ci sia un ospedale come il nostro e con i farmaci simili.... Forse prima questo posto era abitato a persone proprio come noi.
La guardo per qualche istante
Ma tu di sicuro avrai già pensato a tutto ciò,scusa
Rido un poco.
Incomincio a girare per la stanza,mi avvicino ai letti e alzo le coperte. Tossisco un poco. C'è un po' di polvere e mi da non poco fastidio.
Pensi che ci abbiano portati qui per qualche scopo preciso?
Chiedo mentre continuo a frugare in giro per la stanza.. -
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Ricambiai il suo sguardo, di sfuggita.
In effetti, sembra difficile da concepire, ma se ricordi la spiegazione sul diario che Claudia ci ha fatto leggere appena Risvegliati, replicai, abbassandomi a controllare negli scomparti inferiori dei comodini, il mio tono piuttosto secco, a causa della concentrazione, se lo consideri, non è poi così improbabile.
Niente. Neanche lì. Sbuffai, piano; iniziavo di nuovo a perdere interesse per la cosa. Solo la visione di poco prima mi tratteneva dall'andarmene in giro a caso per i corridoi di quell'ospedale, annunciare che non avevo trovato nulla, e tornarmene al QG con la ragazzina.
Voglio dire, questo è... un mondo tra i mondi. Potrebbe esserci qualunque cosa, e qualunque cosa potrebbe succedere. Quindi, alla luce dei fatti, non trovo improbabile che siamo in una specie di... che so, mondo parallelo, in cui tutto può succedere.
Mi raddrizzai. La caccia era stata magra... forse era ora di proseguire di nuovo.
Io... non lo so, feci, rispondendole; non avevo idea del perché eravamo lì... nessuno ce l'aveva. Credo che non lo conoscano neanche i Ricognitori, il perché di tutto questo. Ma io non credo che "ci abbiano portati qui": ci siamo finiti. Credo che siamo stati noi a muoverci nel modo giusto... o in quello sbagliato.
Le feci un cenno col capo.
Andiamocene. Proviamo un'altra stanza.. -
'ndrocchia;.
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Già,hai ragione.
Mi avvicino un poco a lei e le sorrido.
Non abbiamo ancora trovato niente,che peccato.
In quale stanza andiamo ora?
Chiedo quasi allegramente,era come una grande caccia al tesoro.
Solo,molto probabilmente,un po' più pericolosa,si.
Voglio andare nella stanza dove quella "cosa" era entrata.
Sono sempre stata una persona curiosa e questo è parecchio interessante.
Ma non volevo dirlo a Lena,infondo lei voleva proteggermi no? Credo.
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BeusV.
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All'improvviso, sentite un lugubre lamento,
Una luce si accende in una stanza lì vicina.
"Reparto Odontoiatrico" leggete, prima che le vostre torce si spengano senza dare segno di vita..
Esplorazione: Gruppo [2]Lena/Diana |
