Risveglio di Katherine

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  1. † Suburbian Girl †
     
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    Katherine si destò dopo un sonno profondo, si mise a sedere e si stropicciò gli occhi Che posto è mai questo? si domandò guardandosi attorno: era seduta su un lungo tavolo di legno verniciato in una stanza enorme e piena di altri tavoli come quello, le ricordò la mesa delle sue scuole medie eppure c'era qualcosa di diverso. Improvvisamente si accorse di avere addosso degli abiti insoliti: indossava un vestitino terribilmente corto e rosa con un grembiulino da cameriera americana di qualche fast food. Dov'erano finiti i suoi jeans e la sua camicetta nera? Era sicura che fossero quelli i vestiti che aveva indossato la sera prima.. o forse no? Quanto tempo era effettivamente passato? In quel momento si sentì completamente disorientata e perduta. Diede un'altra occhiata al vestitino che aveva indosso e arrossì pensando alle battutine che avrebbero fatto i suoi amici se fossero stati lì in quel momento, per un momento le venne l'impulso di provare a chiamarli ma la sua attenzione fu catturata da una targhetta che recava sul petto, sulla quale era inciso il nome "Betty" e dalla varietà di macchie che imbrattavano il grembiulino: alcune sembravano lasciate dall'unto di qualche cibo ma fra le varie ne notò alcune color sangue.
     
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  2. BeusV
     
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    Scendi dal tavolo, e da dietro una porta con su scritto "RISERVATO AL PERSONALE" senti una voce urlare
    BETTYYYYYYYYYYYYY! VIENI QUIII! SBRIGATI, O TI SPEZZO LE GAMBEEEE!
    La voce è roca e cavernosa, da uomo primitivo potresti affermare, se ne conoscessi qualcuno.
     
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  3. † Suburbian Girl †
     
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    Una voce terrificante fece sobbalzare Kate, proveniva da una stanza dietro ad una porta che recava la scritta "Riservato al personale". Qualcuno stava gridando il nome della donna di cui aveva le vesti, e il tono con cui la stava chiamando non presagiva nulla di buono. Si guardò attorno in cerca di una via di fuga anche se il terrore sembrava averle congelato parte del cervello, rendendole difficile elaborare un piano. Cosa avrebbe dovuto fare? Non sapeva assolutamente nulla di dove fosse e cosa fosse accaduto, e la sgradevole sensazione di essere in trappola si stava impossessando di lei.

    Edited by † Suburbian Girl † - 1/7/2011, 13:50
     
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  4. BeusV
     
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    Mi dispiace, ma io non ho parlato di nessuna porta. Attieniti alle parole del master, e reagisci di conseguenza


    beus ti rubo il risveglio, lei è MIA, in tutti i sensi u.u


    Il gelido silenzio che susseguì quell'urlo divenne più pesante dell'urlo stesso. Un lento ticchettiò inizio a farsi sentire, via via più forte ed intenso, come se qualcosa si stesse lentamente avvicinando dai corridoi che davano al salone della mensa. Improvvisamente, le luci iniziarono a saltare, diventando intermittenti e di un colore rossastro, come se stessero sanguinando. Ma dove diavolo è... La voce, proveniente da dietro la porta, si era fatta più bassa. Un pesante rumore di passi, accompagnato da uno stridio metallico troncato di netto con un colpo secco dato probabilmente ad un tavolo fece sobbalzare la ragazza, mentre la porta si apriva, rivelandole chi era l'urlatore. Era una sorta di palla di carne con le gambe, che si muoveva pesantemente quasi trascinando quei luridi scarponi che indossava. Un semplice grembiule di cuoio ricopriva il suo corpo, totalmente imbrattato di sangue. Alcuni teschi umani pendevano dal suo braccio sinistro, mentre nella mano destra impugnava una mannaia grande quanto una sedia Bene, bene, bene... cos'abbiamo qui... carne... FRESCA!!! Un cieco furore prese possesso di quella montagna di carne che, con un'agilità innaturale scavalcò il bancone, avvicinandosi alla ragazza Vieni qui... non ti farò... ALCUN BENE!!!! Disse, mentre i suoi occhi pulsanti e iniettati di sangue divenivano fessure nella carne e con uno sforzo non da poco sollevava quella terribile mannaia, pronta ad abbattersi sulla povera ragazza

    Edited by Coso \m/‚ - 5/7/2011, 12:49
     
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  5. † Suburbian Girl †
     
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    A Kate sembrava di essere precipitata dritta in un film dell'orrore. La stanza era stata pervasa da un silenzio innaturale e le luci avevano iniziato ad emettere strani bagliori vermigli. Cosa poteva succedere ancora? Non fece in tempo a porsi la domanda che sentì ancora la rude voce cavernosa dell'uomo che aveva gridato prima. Arretrò debolmente fissando la porta che, proprio in quel momento, si stava aprendo con un rumore metallico che avrebbe fatto impallidire Stephen King in persona. Un uomo, se così poteva essere definito, enorme e terrificante, completamente ricoperto di sangue avanzava verso di lei. L'unica cosa che riuscì a comprendere delle sue parole fu "carne fresca", la sua mente correva frenetica, così come i suoi occhi che, dopo aver indugiato sul groviglio di teschi che impugnava con una mano, si posarono sulla mannaia rilucente di sangue. Vacillò, sbattendo contro un tavolo, l'odore acre della morte le era entrato prepotentemente nelle narici dandole la sensazione di essere sul punto di svenire, ma non doveva cedere, lo sapeva. Se l'avesse fatto la sua corsa sarebbe finita lì. Il mostro sollevò la mannaia sulla sua testa e lei, raccolte tutte le forze che possedeva in corpo lanciò un disperato urlo d'aiuto.
     
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  6. Coso \m/‚
     
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    Master fati
    Narrato
    Parlato
    Pensato


    La mannaia stava per abbattersi inesorabilmente sulla ragazza, c'era ben poco da fare per lei, paralizzata com'era dal terrore della morte che oramai era così vicina... Ne si poteva assaporare l'odore nell'aria, e quel mostro sembrava essersene accorto al punto che, quando Kate emise quell'urlo, si sentì totalmente soddisfatto e, per un secondo, gli parve un peccato sprecare una così paurosa ragazza, potendo torturarla in eterno per assaporarne la paura e il terrore... Ma ormai i giochi erano fatti, la mannaia a breve avrebbe troncato quella che era la sua povera testolina indifesa...
    Dilettante
    Silenzio, la mannaia distava ormai poco dal suo obiettivo. Un breve luccichiò si mostro dall'oscurità di uno dei corridoi, mentre un'esplosione generata da una bocca di fuoco ignota spezzò il momento che si era generato. Il proiettile si mosse rapido contro l'obiettivo. La mannaia venne colpita in pieno e deviata, andando a conficcarsi nel tavolo a fianco della ragazza. La creatura si voltò verso l'oscurità, ringhiando e iniziando a sbavare
    Ci vuole il permesso per stare qui, brutta bestia, e mi pare che tu non ne abbia uno...
    poi volse il suo sguardo alla ragazza, e ghignò
    E mi pare che la signorina invece ne abbia uno attaccato al petto... Quindi, se mi consente, signorina... Io farei PULIZIA
    Il ghigno malefico finalmente prese forma. D uscì dall'ombra, con il fucile poggiato dietro la nuca impugnandolo con la mano destra, mentre la sinistra era momentaneamente libera
    Giochiamo un pò, brutto mostro, ti va?
    Il ringhio della bestia si levò, mentre scagliava il tavolo addosso a D, che lo evitava prontamente con un'agile balzo di lato, proteggendosi dietro al muro. Come se non bastasse, D prese una scheggia di legno e, conficcandosela nel braccio, rise, urlando qualcosa di incomprensibile al mostro, il quale, preso totalmente dal nuovo odore e dalla furia scatenata da quel sangue versato, nel frattempo si era dimenticato totalmente della ragazza, che si accasciò a terra, seduta, vicino ad una colonna. Lo scontro fra i due procedeva, il mostro incalzava il ragazzo sferrando colpi di mannaia aestra e a manca nel ristretto corridoio, rigandone i muri generando acuti stridi metallici che perforavano i timpani del ragazzo, il quale non si curava del dolore lancinante provocato da quel rumore ma pensava piuttosto a come continuare a schivare quei goffi ma potenti colpi
    Sei stato... un'ottimo... PASSATEMPO!!!
    Come se avesse deciso tutto ad un tratto di porre fine a quella stupida danza dalla quale sembrava non esserci uscita, il ragazzo attese quello che doveva essere il colpo finale del mostro, evitandolo bruscamente appogiandosi al muro. Facendo leva su di esso e sulla mannaia stessa con le gambe, scavalcò il mostro con una mirabolante piroetta e, una volta alle sue spalle e puntato il fucile alla nuca dell'incubo di carne premette il grilletto, scatenando un'eruzione di sangue e cervella che inondarono il corridoio. Dopo aver pulito il suo abito dal grosso del sangue con un fazzoletto, si avvicinò quindi alla ragazza e, sedendosi inanzi a lei, incominciò a parlare
    Bene, bene, bene, cos'abbiamo qui? Ma che tenero bocconcino... E dimmi, mia cara, quale sarebbe il tuo nome? E soprattutto, che diavolo ci facevi qui?
    Il ghigno del ragazzo era diventato improvvisamente un dolce sorriso, mentre continuava a guardare quella povera ragazza tremante, ignorando il dolore che gli era rimasto dagli acuti rumori generati dallo stridere del metallo sui muri e dalla grossa scheggia di legno che ancora se ne stava conficcata nel suo braccio
     
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  7. † Suburbian Girl †
     
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    Quando credeva che ormai fosse tutto finito qualcosa di strano accadde. Era sopraggiunta una nuova persona e il mostro aveva per un attimo perso la concentrazione, il suo colpo era stato deviato, la mannaia era andata a schiantarsi contro il tavolo, anzichè contro il suo corpo. Sospirò sollevata e, ripresa coscienza di ciò che le stava attorno si allontanò dal punto in cui era rimasta paralizzata. Diede una rapida occhiata al suo salvatore e imprecò mentalmente contro la sua stupidità: alla fine urlare era servito a qualcosa, ma se non ci fosse stato nessuno lei sarebbe stata lì, a pochi metri da dove si trovava ora, accasciata a terra priva di vita. Che morte stupida! Osservò lo scontro fra i due uomini, voleva intervenire perchè in quel momento temeva che il mostro avrebbe fatto a fette entrambi, lo stridio insopportabile della mannaia sulle pareti non era che un avvertimento, ma dovette ricredersi per la seconda volta quando vide quel corpo immenso cadere sgraziato a terra, separato dalle sue stesse cervella. Chi era quel ragazzo che aveva affrontato così una bestia del genere? Le si avvicinò e Katherine tentò di scrutare a fondo nei suoi occhi, in cerca di una risposta che non poteva essere trovata subito.
    Mi chiamo Katherine - sorrise debolmente in risposta alla domanda che le era stata posta - e non ho la minima idea di come sia arrivata qui. Tu chi sei? la sua voce a poco a poco si faceva più sicura, il battito del suo cuore più regolare, non provava più paura, solo un forte senso di insofferenza verso la situazione che si era creata. Non sopportava l'aiuto di qualcuno, nè sopportava di passare per una donna fragile anche se, dovette ammettere con se stessa che da quando aveva aperto gli occhi in quel luogo nulla era più stato come prima.
    Sei ferito aggiunse improvvisamente con tono grave.
     
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  8. Coso \m/‚
     
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    Voce che sente solo Davide

    Lo sguardo divertito di Davide si posò sul volto di quella ragazza
    Ferito? Poh! Bella questa!
    Disse, mentre ridacchiando impugnò la scheggia di legno che aveva conficcata nel braccio, iniziando lentamente a muoverla
    Ora ti mostro cosa vuol dire essere feriti
    Il colpo secco portò la scheggia decisamente più in basso dove si trovava prima. Il braccio ora era leggermente aperto, si potevano notare i tessuti e fiotti di sangue caldo sgorgavano da quello squarcio. Davide emise una risata piuttosto isterica
    Questa, mia cara, è una ferita
    gettò la scheggia insanguinata lontana dal punto in cui si trovavano ora, estraendo una piccola garza e adagiandola sulla ferita, per poi avvolgerla con del nastro medico, tagliando poi il tutto con un morso netto
    Questo dovrebbe impedirmi di sporcare la mia bellissima maglietta, ahahah
    Torno a prestare attenzione alla ragazza che aveva di fronte
    Chi sono io? Bhè, diciamo che io sono quello che un tempo comandava qui in maniera diretta e che ora ha scelto di non stare dietro una scrivania ma nel bel mezzo dell'azione... Quello che ha visto troppo sangue amico scorrere e troppi nemici banchettare con le carni e le ossa di innocenti...
    poi, facendo cenno alla ragazza di seguirlo, prese il corridoio opposto a quello dove si trovava il cadavere
    Ed è ovvio che tu non sappia come sei finita qui... Sei nel Nowhere, nel nulla cosmico... E l'unica cosa che hai da fare, ora, è sopravvivere. E per farlo dovrai fare tutto ciò che ti dirò, chiaro?
    l'ennesimo ghigno malefico si dipinse sul volto del ragazzo
    E' molto bella, non trovi?
    Taci, immonda bestia, taci o mi sparo in testa
    Come siamo permalosi oggi... Cos'è, ti sei innamorato? AHAHAHAHHA patetico

    il ragazzo mosse rapido il fucile sotto il mento, continuando a camminare
    Ok ok, la smetto la smetto, sai che mi piace stuzzicarti così per divertimento...
    Lo so benissimo, ma sappi che un giorno o l'altro, questo tuo stuzzicarmi ci ucciderà... Idiota
    il ragazzo era completamente assorto nel suo dialogo mentale, tanto da non accorgersi più di tanto di dove stava andando, riducendosi così a muoversi alla cieca per i corridoi della scuola, per poi ritrovarsi di nuovo nella mensa
    Ok, quello che hai fatto ora è un viaggio panoramico del tuo probabile cimitero, che ne dici ora se ci sediamo qui e mi racconti tutto ciò che ti passa per la testa? Tanto abbiamo ancora circa...
    guardò rapidamente l'orologio
    Una decina di minuti prima di poter essere prelevati, sai, non pensavo di fare così in fretta,quindi, perchè non ci sediamo e parliamo un pò?
    sedendosi, iniziò a far dondolare la sedia e a ghignare, aspettando che la ragazza iniziasse il suo discorso
     
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  9. † Suburbian Girl †
     
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    Katherine rise guardando la ferita che quello strano ragazzo si stava procurando da solo. Rise mentre vedeva il suo sangue sgorgare copiosamente e scorrere lungo il suo braccio e la sua risata suonò distorta, sbagliata, era la reazione opposta a quella che qualunque altra persona avrebbe avuto. Ora diventava molto più facile capirlo e capire che, per quanto forte, la sua mente fosse labile eppure qualcosa in lui l'aveva colpita, forse furono le parole che disse e il fatto che l'avesse aiutata, forse era il barlume di follia che ogni tanto si poteva intravedere nei suoi occhi. Ricapitolando si trovava in un posto che non era alcun posto ed era in compagnia di un pazzo che ora si stava puntando un'arma sotto il mento. Tese un braccio verso di lui, forse per fermarlo, per vietargli di premere il grilletto, mentre cercava disperatamente di capire cosa stesse pensando, ma poi lo ritrasse e si limitò a seguirlo, studiando attentamente l'alternarsi di ogni espressione sul suo volto. In effetti, di quel viaggio panoramico che stavano facendo, non notò quasi nulla. Tornati nella mensa si sedettero e solo a quel punto Kate si accorse di indossare ancora quello stupido vestitino fin troppo succinto, tentò di coprirsi alla bell'e meglio ma era perfettamente consapevole che non sarebbe cambiato niente.
    Lui la esortò a parolare, la ragazza trasse un profondo respiro e iniziò:
    Suppongo non ci sia un modo per andare via da qui... mi chiedo solo.. siamo veramente vivi? Come possiamo essere certi di non essere già morti? A che scopo dovremmo sopravvivere se non si può tornare indietro? E soprattutto... perchè siamo qui? Io ricordo solo di essere uscita di casa ieri sera, e di aver perso il controllo dell'auto mentre tornavo... Come posso essere finita qui se non sono morta? Tu... riflettè un attimo, tu non sei nato qui, vero? Anche tu ci sei arrivato come ci sono arrivata io? E poi prelevati da cosa? Perchè? le domande che si affollavano nella sua mente erano centinaia ma si interruppe, prese fiato e attese una reazione.
     
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  10. Coso \m/‚
     
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    Quella risata... Non ti ricorda mica...
    Taci, taci che è meglio. Sappiamo benissimo entrambi che è una fottuta coincidenza
    A Nowhere non ci sono coincidenze...
    Lo so cazzo, lo so
    Cosa gli stava succedendo? Si sentiva strano, e qualcosa si muoveva dentro di lui...
    Sondala, avanti
    Ci provo...

    Mentre la ragazza parlava, Davide si concentrò per poter entrare nella sua mente. Complici l'emozione appena vissuta e lo stato di agitazione in cui versavano entrambi, fece decisamente fatica ad entrare all'interno della sua testa. Si trovava all'interno di una gigantesca cattedrale, e ad ogni muro vi erano intervalli regolari separati da colonne imponenti. In ogni intervallo vi era un'affresco, un ricordo. Seguì rapidamente la voce di lei, fino ad arrivare al ricordo dell'incidente, e poi il buio, fino al suo risveglio nella scuola. Mentre usciva, però, vide di sfuggita quello che aveva fatto durante la loro camminata per i corridoi, e rimase dannatamente colpita dal suo comportamento. Cosa significava quella mano? Perchè l'aveva allungata quando si era puntato il fucile al mento per ritrarla subito dopo? Quesiti simili rimasero nella mente del ragazzo, che venne richiamato bruscamente alla realtà dalla sua caduta dal suono sordo della sedia che tornava su quattro gambe
    Davide guardava Kate con degli occhi diversi, cambiati. C'era qualcosa di familiare in lei, ma non capiva cosa. Si accorse anche che aveva finito di parlare, e soprattutto che quegli idioti dei Ricognitori erano in ritardo
    Andiamo con ordine
    Si alzò dalla sedia, caricando il fucile e avvicinandosi a lei lentamente, prestando attenzione ad ogni singola cosa che potesse andare fuori posto
    Siamo arrivati nella stessa maniera... Un vuoto di quarantotto ore e boom, ci si risveglia all'inferno... E comunque ci sono persone, i Ricognitori, che sono nati qui... Non so come, ma loro qui ci vivono da praticamente sempre
    ora era a fianco della ragazza
    Per quanto riguarda il perchè, qui ci sono troppe domande e cose senza un perchè... Però ad una delle tue domande posso rispondere in modo accurato
    le afferrò il braccio, guardandola fissa negli occhi
    Tu sei viva.Io sono vivo. Noi tutti lo siamo. Appena saremo al sicuro ne parleremo... Ed ora, andiamo. Ho avuto un'idea
    Doveva essere successo qualcosa ai Ricognitori, visto che non arrivavano. Poco male, ce l'avrebbero fatta. Da soli
     
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  11. † Suburbian Girl †
     
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    Mentre rispondeva alle sue domande, Davide la prese per un braccio. Si aspettava una stretta forte quasi da farle male, invece si stupì nel sentire che l'aveva afferrata delicatamente. I loro occhi si incontrarono, ma forse sarebbe più corretto dire scontrarono, poichè pareva che stessero lottando per chi dei due avrebbe abbassato lo sguardo prima.
    Tu sei viva. Io sono vivo. due frasi, sei semplici parole che le riecheggiarono nella testa, a darle una nuova speranza. Tacque per qualche istante beandosi della semplice, illusoria idea che forse non tutto fosse perduto, poi fu nuovamente sopraffatta da un turbinio di pensieri.
    Ricognitori? Perchè si chiamano così, cosa fanno? E poi.. un momento.. idea??? Che idea?
    scoccò al ragazzo un'occhiata indecifrabile, un misto di scetticismo, curiosità e qualcosa di non ben definito, tra l'interesse ed il sarcasmo.
    Esattamente che tipo di idea?
     
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  12. Coso \m/‚
     
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    Questa è proprio un peperino... Secondo me ci stà
    Ma la vuoi finire con queste stupide idee??? Ti pare il luogo e il momento??? Smettila di farmi impazzire, cristo!
    Ma se torni sano io scomparirò! Quindi devo farti impazzire!
    Senti, portiamo il culo in salvo, poi potrai fare quello che vorrai
    Dopo l'ennesimo dialogo mentale, il ragazzo si volto verso Kate
    L'idea è quella di scappare da qui, senza l'aiuto di nessuno, visto che quegli idioti sono in fottuto ritardo. Detto ciò, prego signorina, andate avanti, vi starò alle spalle
    Disse quelle ultime parole con un sorrisino malizioso, mettendosi poi alle spalle della ragazza

    ora ti metto alla prova, voglio vedere come sai gestire il tentativo di uscita dalla zona della mensa. Ricorda, non puoi dire che usciamo da qui, descrivi come ci muoviamo per i corridoi, in che stato sono, quello che senti e quello che fai. Dimostrami cosa sai fare ;)
     
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  13. † Suburbian Girl †
     
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    Perfetto ribattè Kate, precedendolo con riluttanza. Non era particolarmente entusiasta dell'idea di avere qualcuno alle sue spalle, ma poteva anche portare dei vantaggi, perciò con un ghigno indecifrabile si incamminò verso la porta. Lanciò un'occhiata alla stanza, messa sottosopra qualche minuto prima e ancora imbrattata di schizzi di sangue, un brivido le percorse la schiena quando il suo sguardo si posò sul tavolo fracassato dalla mannaia che avrebbe dovuto colpire la sua testa. Raggiunse la porta e si voltò per un istante infinitesimale a scrutare il volto di Davide. Un sorrisetto le si disegnò sulle labbra lasciando intravedere un lampo della sua allegria: non avrebbe mai smesso di ripetersi che era stata veramente molto fortunata. Spinse la porta avendo accesso ad un lungo e stretto corridoio: le pareti erano di un pallido verde pastello, come quello di alcune scuole materne, ma sembravano terribilmente vecchie a causa delle crepe che le solcavano e della presenza di incrostazioni di varia natura. Iniziò a incamminarsi chiedendosi dove fosse l'interruttore della luce, perchè l'ambiente era piuttosto buio, rischiarato solo dalla luce solare proveniente da qualche piccola finestra, tuttavia, a quanto poteva intuire il cielo era piuttosto nuvoloso. Continuò a camminare in silenzio e, raggiunto un bivio, imboccò un secondo corridoio. Non aveva la minima idea di dove stesse andando, ma se fosse stata la strada sbagliata probabilmente Davide gliel'avrebbe fatto notare. Oppure no? Per una frazione di secondo iniziò a dubitare delle parole del ragazzo, avrebbe potuto benissimo farla perdere e abbandonarla, ma a che scopo? Dopotutto l'aveva appena salvata, e non solo dal mostro, ma anche da se stessa. Per qualche strano motivo sentiva di doversi fidare di lui, non completamente certo, non avrebbe mai abbassato le difese, ma al momento, come si suol dire, si trovavano entrambi nella stessa barca. Entrambi in un mondo che non era il loro. Il corridoio che stavano percorrendo ora era simile al precedente, se non fosse stato per l'intenso odore di cloro che emanava, come se qualcuno avesse appena disinfettato una piscina nelle vicinanze, ma non vedeva traccia di piscine e aveva idea che nessuno pulisse quel posto da molto tempo, dal momento che il pavimento era sporco e ricoperto di polvere. Svoltò a destra, sempre seguita a breve distanza da Davide, ed iniziò a percorrere un corridoio più stretto, in cui l'odore di cloro sembrava ancora più intenso. Lungo il soffitto correva una rete di tubature d'acciaio, probabilmente molto vecchie, di tanto in tanto una goccia d'acqua cadeva sul pavimento con un sonoro "plick" che echeggiava in tutto l'ambiente circostante. Ad un certo punto si udì un rumore differente, molto più violento e Katherine si immobilizzò, intenta a cercare di captarne la fonte, non era certa di cosa potesse essere stato, si voltò verso il suo accompagnatore con sguardo interrogativo, formulando una muta domanda nella sua testa: era sicuro proseguire? Era quella la direzione giusta?
     
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  14. Coso \m/‚
     
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    Davide seguiva Kate ad una distanza di circa un metro, massimo un metro e mezzo. Rimase come incantanto dal suo muoversi, fissando la sua gracile struttura comprimersi nel vestito che si era trovata addosso mentre cercava una via d'uscita in quel dedalo di corridoi. Poi, non appena odorò il cloro e avvertì delle piccole vibrazioni, ritornò bruscamente alla realtà
    Hai sentito?
    Caricò il fucile e lo imbracciò
    Come potrei ignorarlo?
    I due procedettero nel loro cammino, fino ad inoltrarsi in quella che era uno dei corridoio con le tubature scoperte, decisamente rari in una struttura simile, visto che le tubature erano tutte interrate...
    Attento
    Come sempre

    Mantenne alta la guardia fino a quando, ad un tratto, Kate non si girò, ponendogli delle mute ma chiare domande. Interrogativi molto validi, vista la situazione in cui si erano trovati. Ma mai e poi mai Davide avrebbe ammesso alla ragazza che non sapeva dove si trovassero, quindi si limitò a sorridere. Sorriso che immediatamente dopo divenne un ghigno malefico, quando il ragazzò alzò il fucile, puntandolo addosso a Kate...
    Perdonami cara
    Un ticchettio echeggiò nel silenzio, Davide si mosse fulmineo
    *CLICK*
    Un secondo prima dell'esplosione, calò un silenzio innaturale per i corridoi della scuola
    *BANG*

    Il colpo esplose rapido e preciso, passando a pochissimi centimetri dalla testa di Kate, spappolando il mostro che lentamente si era calato dalle tubature poco dietro di lei, morendo in un'esplosione di sangue e icore

    Ok, non abbiamo più tempo per giocare, bambina. E' tempo di correre
    Afferrò la radio che teneva nascosta sotto la giubba protettiva e, accendendola, disse
    Delta Rosso a Squadra, intervenire ora. Chiudo
    Non attese alcuna risposta, poichè urla belluine iniziarono a provenire dai corridoi alle loro spalle, mentre il terreno iniziava a vibrare insistentemente
    Spero che gli insetti non ti facciano schifo
    Sorrise, mentre ricaricava il fucile
    E spero che tu riesca a correre, bambina, sarà una bella scarpinata
    Davide afferrò saldamente la mano di lei, fissandola negli occhi, senza dire una parola. I due iniziarono a correre assieme, verso quella che era l'uscita. O almeno, Davide sperava fosse tale. Nel frattempo dalla radio provenivano indicazioni e domande, e anche spari. L'eco di essi, percepito dal ragazzo nei corridoi, gli fecero capire che aveva intrapreso la strada sbagliata, fece quindi una brusca svolta raggiungendo così un'ala della scuola più dismessa delle altre. Evidentemente, alla fine di quell'immenso corridoio spaziosissimo vi era la porta, visto che dei bagliori provenivano da quella che sembrava essere la location della sparatoria. I due corsero ad una velocità sempre maggiore, e Davide ogni tanto esplodeva qualche colpo, facendo fuori i mostri che più si avvicinavano. Miriadi di creature zampettanti fuorisuscivano dalla tetra oscurità che ammantava quella scuola...
    Corri fino all'uscita, là ci sono i Ricognitori, ti copro io, VAI!
    All'imboccatura di una strettoia, Davide spinse Kate fra le braccia dei suoi salvatori, girandosi. Appena in tempo, giusto per trovarsi un lunghissimo artiglio conficcato nella spalla
    ...
    Si limitò a muovere il fucile e ad aprire il fuoco, nulla di più. Il mostro che l'aveva ferito esplose come tanti altri, ma l'aculeo era ancora nella sua spalla. Quella che aveva, per la cronaca, ferito precedentemente
    Sei nella merda amico
    Lo so, ma possiamo uscirne... la ragazza?
    Andiamo, dovresti saperlo. E' già fra le braccia di Jake

    Infatti, mentre Davide era impegnato a sopravvivere, Kate aveva operato uno scatto degno di nota per una ragazza con un fisico così esile e, dopo essersi fatta strada per diversi metri attraverso i corpi dei mostri, aveva raggiunto Jake e gli altri due Ricognitori che stavano facendo fuoco come ossessi sull'orda di mostri
    Andiamo! Presto, monta in macchina, noi recuperiamo Davide e arriviamo!
    Davide si mise a sbraitare dalla sua posizione
    IDIOTI!!! IO POSSO CAVARMELA, PORTATELA VIA!!!! VE LO ORDINO!
    Mentre urlava, lentamente indietreggiava verso la postazione dei Ricognitori, massacrando ogni cosa che si muoveva a suon di fucilate
    Non possiamo permettirci di perderla, forza, riportatela alla macchina, io arrivo fra poco!
    E queste furono le sue ultime parole, prima che iniziassero ad essere troppo deboli per poter sovrastare il rumore della sua arma da fuoco

    vediamo ora come te la cavi a fare un post di "chiusura". Il risveglio è quasi finito, descrivi quello che succede mentre arrivi alla macchina. Ricorda, sei scortata da Jake, gli altri due Ricognitori sono rimasti indietro per aiutare Davide. Mi raccomando non fare cavolate ;)
     
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  15. † Suburbian Girl †
     
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    Non ci poteva credere: Davide le aveva puntato contro il fucile, era dunque giunta la sua ora? Era quello lo scopo di tutto? Una vocina sopita nei reconditi angoli della sua mente gridò "no", forse si trattava dello spirito di sopravvivenza, o chissà che altro. Stava per fare uno scatto improvviso, nel tentativo di schivare il colpo che presto sarebbe partito e, se le fosse stato possibile, disarmare Davide ma lui fu più rapido. Il proiettile le sfiorò i capelli e si schiantò qualche metro dietro di lei, con una fragorosa esplosione. Sospirò, come aveva potuto essere così sciocca da credere che il colpo fosse diretto a lei? Nel frattempo alla radio Davide stava chiedendo i rinforzi, o almeno questo era quanto Katherine era riuscita a capire ma non era più certa di nulla, quella era la giornata più strana che avesse mai vissuto.
    ...E spero che tu riesca a correre, bambina, sarà una bella scarpinata detestava essere chiamata "bambina" o "piccola" o con qualunque altro simile aggettivo ma non fece in tempo a protestare perchè la mano calda del ragazzo s'intrecciò alla sua esortandola a correre. Non aveva mai corso così tanto in vita sua, ad un certo punto dovettero cambiare strada perchè avevano sbagliato direzione, le facevano male le gambe ma non si lamentò. Erano a pochi passi dall'uscita, i Ricognitori li stavano aspettando, ma erano accerchiati dai mostri, Davide stava cercando di ucciderne il maggior numero possibile e Kate dovette ammettere che se la cavava davvero bene, ad un certo punto la spinse verso i Ricognitori dicendole che le avrebbe coperto le spalle. Kate non se lo fece ripetere due volte, nonostante il dolore alle gambe si lanciò in uno scatto felino e raggiunse, ansimante ma illesa, i Ricognitori. Jake la accompagnò, tenendole saldamente le mani sulle spalle, fino alla macchina, gli altri rimasero indietro.
    Sentì Davide che gridava contro i due Ricognitori di occuparsi di lei e si voltò per guardarlo: era ferito e stava ancora facendo fuoco verso i mostri. Katherine valutò la situazione, il fiato corto e l'adrenalina ancora nelle vene: non le piaceva essere in debito con qualcuno. Jake la spinse avanti, costringendola a girarsi, lei lo lasciò fare, apparentemente tranquilla, e mosse qualche passo verso la macchina. Ogni cellula del suo corpo era in fibrillazione. O ora o mai più si disse e con uno strattone si liberò della presa di Jake, si abbassò, sfuggendo di pochi millimetri al suo tentativo di riacchiapparla e, scusandosi, gli sferrò un calcio. Afferrò il suo fucile e iniziò a correre indietro. Doveva essere completamente impazzita, non era nemmeno capace di usare un'arma da fuoco... ma c'è una prima volta per tutto, rispose alla sua coscienza.
     
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15 replies since 30/6/2011, 17:57   195 views
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