Risveglio di William

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  1. Kajort: Viva la Guerra!
     
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    Glass sentiva il corpo intorpidito, come se si fosse appena risvegliato da un coma farmacologico. La spalla sinistra e il collo gli dolevano parecchio, e non appena tentò di risollevarsi anche la sua testa pareva che avesse qualcosa da ridire. Riuscì in un modo o nell'altro ad alzarsi in piedi e mentre massaggiava le tempie attese che i suoi occhi si abituassero al buio. Uno spettacolo bizzarro e inquietante gli si parò innanzi: un magazzino, un enorme magazzino abbandonato, con tanto di scale mobili e reparti conservati in perfette condizioni, ma la cosa più inquietante in assoluto era che non ricordava assolutamente nulla di quanto accaduto nelle ultime ore. La sua testa era come un candelotto di dinamite e il dolore era tale che rigettò sul pavimento.

    Blagh...fanculo...dove...mi trovo? Questo posto mi è stranamente familiare, eppure tutto ciò non ha alcun senso...come in un incubo o un film horror di Dario Argento...ehi, riesco a scherzare! Vuoi vedere che si tratta solamente di un sogno? Allora...1,2,3...SVEGLIATI!

    Lo sforzo mentale non portò alcun risultato. Il ragazzo, sempre meno a suo agio, cominciava ad accettare il fatto che tutto quello che stava succedendo poteva tranquillamente essere reale. Trasse un profondo respiro cercando di ritrovare la calma, quand'ecco che un orribile lamento proruppe in lontananza facendogli tremare persino le ossa.

    Forse si tratta di un'altra persona...devo...andare a controllare. Che cos'è questa assurdità?

    Ottenute piene facoltà sul proprio corpo, Glass seguì quella specie di nenia a passo veloce, facendo molta attenzione a tutto ciò che lo circondava.
     
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    I lamenti lontani ora paiono più simili a gorgoglii e risatine che, di umano, hanno ben poco.
    Provi a continuare a seguirli, ma il corridoio è lungo... incredibilmente lungo. Sembra quasi infinito.
    I tuoi passi si fanno strascicati, ti muovi come a rallentatore, come in un sogno, quando il tuo corpo non risponde a pieno al tuo volere.
    Mentre cammini, sopra di te si accende una serie di luci al neon, per poi spegnersi, andando in frantumi, subito dopo il tuo passaggio.
     
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  3. Kajort: Viva la Guerra!
     
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    Durante il tragitto, il lamento fu ben presto sostituito da vocine demoniache, simili a quelle filtrate con apparecchi digitali, ma infinitamente più spaventose dato il contesto in cui il giovane si trovava. A fomentare ulteriormente quel festival del non-sense contribuì una strana forza che s'impadronì del robusto corpo di Glass, impedendogli di muoversi velocemente. L'illuminazione era una sorta di valzer di lucciole ubriache, con le lampade al neon che s'infrangevano al suo passaggio. Arrivato a quel punto però, stabilì che avrebbe continuato a correre senza voltarsi. Estrasse il tirapugni di ottone dalla tasca del giacchetto e lo indossò sulla mano destra.

    Non so cosa diavolo sta succedendo e la paura mi attanaglia...ma non abbasserò la guardia.
     
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    Il tuo corpo si fa sempre più pesante, fatichi ad articolare i movimenti. Sembra quasi che le tue gambe si muovano da sole.
    Le voci si fanno sempre più vicine, e sempre più agghiaccianti: gemiti, lamenti disumani, ai quali si uniscono rumori come di movimenti veloci, come se qualcuno -qualcosa- stesse correndo in modo rapido e disarticolato.
    Mentre salta un'altra luce, davanti a te vedi, di sfuggita, un'ombra attraversare il corridoio. Non fai in tempo a vederla bene, è già scomparsa, ma ha portato dietro di sé una manciata di aria gelida, che ti attanaglia nel profondo, facendoti rabbrividire.
    Intorno a te, vetrine di negozi apparentemente vuoti, piante e panchine abbandonate. Le scale mobili, poco lontane da te, si azionano di colpo, da sole, muovendosi freneticamente.
    Il corridoio sembra sempre più lungo... senti che non arriverai mai alla fine.
     
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  5. Kajort: Viva la Guerra!
     
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    La situazione non migliorava affatto e il coraggio ritrovato di Glass venne messo a dura prova. Altri rumori disgustosi appartenenti a chissà quali oscure forma di vita si unirono al coro di vocine malefiche, mentre la sofferente litania aumentava di volume. Una sagoma indistinta attraversò a gran velocità il corridoio traverso, ma come svoltò l'angolo si era già dileguata nel nulla. Freddo, un freddo mortale feriva le articolazioni del giovane che quasi non poteva più controllarle, mentre il neon fuoriuscito dalle lampade si condensava in fugaci nuvolette a testimoniare la bassissima temperatura raggiunta. L'intero grande magazzino, dalle lampade, agli scaffali, alle scale mobili, sembrava posseduto da una presenza maligna che poteva prevedere tutte le sue mosse e contro la quale si sentiva totalmente impotente. La paura si trasformò in terrore, ma il giovane non volle abbandonare la propria lucidità, nemmeno in quelli che sarebbero potuti essere i suoi ultimi istanti di vita. Adoperò tutta la sua forza di volontà per tentare di istruire gli arti inferiori e riprenderne il controllo.

    L'uscita...d-devo trovare l'uscita...guardiamoci un po' attorno...DEVONO esserci delle indicazioni...è un CAZZO di magazzino...dopotutto...
     
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    Rallenti sempre di più. Le tue gambe si muovono, ma ti sembra di essere fermo.
    Senti qualcosa sfiorarti il viso... Provi a guardarti intorno, ma non vedi niente. Forse l'hai immaginato.
    Poco distante, sulla tua destra, scorgi qualcosa che potrebbe essere ciò che cercavi: sembra un grosso cartello, recante la mappa dell'edificio. È lì, nel mezzo del nulla e del deserto, illuminato da un fascio di luce dalla sorgente invisibile, e sembra quasi una beffa.
    Poi, lo senti di nuovo: quello sfiorarti il volto... Questa volta, avverti distintamente delle dita gelide scorrerti sulla pelle.
    E, fugace come il tocco, qualcosa sussurrato all'orecchio. Non riesci a definire nessuna parola conosciuta, assomiglia di più a un rantolo, un verso roco, che gratta la gola, dai toni quasi distorti... È simile ai versi che hai sentito provenire dal fondo del corridoio.
     
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  7. Kajort: Viva la Guerra!
     
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    L'inquietudine del ragazzo crebbe al punto tale da poter percepire chiaramente qualcosa, forse uno dei "servi" della presenza oscura, ma preferì bollarlo come semplice frutto di un'allucinazione dovuta all'esperienza che stava provando. Era più comodo, e gli avrebbe consentito di non impazzire. Dopo pochi minuti Glass scorse un lieve barlume di speranza rappresentato da un grosso cartello su cui era stata stampata la piantina dell'edificio. Si stagliava al centro di un vuoto siderale, senz'alcun senso, come tutto il resto, ma era il suo unico modo per tentare di uscire vivo da quel posto. Non fece nemmeno in tempo ad avvicinarsi al cartellone che la spiacevole sensazione di prima si materializzò, questa volta supportata da lunghe dita affusolate che gli sfioravano la schiena lasciandolo quasi privo di forze, il tutto seguito da un sussurro indecifrabile e malato che si era distaccato dal lugubre canto demoniaco che avvolgeva l'enorme padiglione. Era uno di loro, qualunque cosa fossero. Il giovane era fermo, non paralizzato dalla paura quanto più per un qualcosa che si era impossessato definitivamente dei suoi arti inferiori, e nonostante tutti gli sforzi fatti per mantenere il controllo eseguiva dei passi che non lo portavano da nessuna parte. Fu preda dello sconforto più nero, e per la prima volta da quando aveva messo piede nel magazzino gli tremavano le ginocchia.

    B-bene...a quanto pare è giunta la fine...non ricordo niente...nessuno avrà più modo di spiegarmi niente...ma non mi arrenderò...neanche se mi aspetta una morte orribile...

    Facendo appello agli ultimi sprazzi di temerarietà, il giovane si voltò e menò un diretto alla cieca.
     
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    Nell'edificio, riecheggia una risata con un che di diabolico, come a schernire il giovane che aveva pensato di poter colpire quell'entità.
    Con la creatura e la risata, però, sembra anche attenuarsi, pian piano, l'impedimento che attanagliava i tuoi arti. Sei così tornato quasi del tutto padrone di te, libero di raggiungere, finalmente, quella mappa... Sempre che ne valga la pena.
    I versi sembrano scomparsi, ma vengono sostiuiti presto da uno scalpiccio che si fa sempre più frenetico e più vicino.
    Tutto si è fermato: le luci hanno cessato di andare in frantumi, le scale mobili si sono arrestate... Resta solo il debole fascio di luce a illuminare il cartello.
    A ben guardare, quella luce è vagamente rossastra... era così anche prima?
     
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  9. Kajort: Viva la Guerra!
     
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    Non appena Glass rivelò il suo intento di colpire la creatura era già svanita nel nulla, sostituita da una risata diffusa che probabilmente si prendeva gioco di lui. Ciònonostante, il giovane non sembrava più vittima di quel paradosso spaziale che gli impediva di muoversi e il tempo aveva ricominciato a scorrere regolarmente anche per lui. Tirò un sospiro di sollievo, e anche se poteva trattarsi di un'altra burla si precipitò verso la piantina del centro commerciale, ora illuminata da una luce differente. L'oscura presenza di poco prima sembrava essersi affievolita, poichè i vari oggetti senza controllo erano tornati immobili come dovevano essere, anche se un rumore di piccoli passi a ruota libera si stava facendo sempre meno distante. Il ragazzo buttò un occhio alla cartina nel tentativo di individuare l'uscita. Si guardava costantemente attorno, per evitare di farsi trovare impreparato.

    Speriamo che sia finita sul serio...
     
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    Proprio quando inizi a credere di essere libero, una forza invisibile e sconosciuta ti spinge in avanti, contro il cartello; ti lascia giusto la distanza necessaria per vedere che, al posto della cartina, sono comparse delle macchie rosse, come d'inchiostro che forma un disegno. Guardi attentamente, e, dopo pochi istanti, le gocce si uniscono, sbiandendo e colando sulla superficie, disegnando una specie di volto dal ghigno sardonico e gli occhi cavi, che paiono fissarti nel profondo.
    La forza invisibile non accenna a lasciarti andare, e ti preme sempre di più verso il basso. La pressione si sta facendo insopportabile, la testa sempre scoppiarti... Ora sei completamente al buio. Anche la luce rossastra è scomparsa.
    Versi, passi e risatine sono vicinissimi, ormai. Ti sembra quasi che siano intorno a te...
     
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  11. Kajort: Viva la Guerra!
     
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    Quel senso di sollievo durò molto poco e la sua meticolosa attenzione non servì a niente. La presenza non era limitata dalle leggi naturali, non colpiva come qualcosa di reale, ed era radicata ovunque. Non c'era modo di contrastarla. Glass, questa volta, venne spinto con violenza dalla stessa entità che fino a poco prima non gli consentiva di muoversi, giungendo a pochissimi centimetri dal cartello. Un ghigno malefico prese forma al posto della cartina. Un'espressione indefinita, vuota, che metteva a nudo la sua anima. Le urla, gli strepiti, le risa, i lamenti, il festival dell'assurdo era infine giunto al culmine, e come un vero e proprio rito pagano reclamava la sua vittima sacrificale. Il ragazzo pianse, non per la situazione, ma per la fine ormai incombente. Non aveva mai temuto la morte in senso stretto, ma avendo trascorso quasi sedici anni di vita senza concludere nulla riteneva che fosse davvero troppo presto per farla finita.

    Non è giusto...non è corretto! Dove ho sbagliato? Perchè questa follia si è abbattuta su di me? Fanculo...la mia vita era appena cominciata! Avrei dovuto far conoscere le mie canzoni al mondo, diventare famoso, fottermi le groupie...e invece mi ritrovo in un capannone abbandonato e popolato da mostri dell'immaginario...e ce l'hanno con me! CE L'HANNO CON ME!

    Un impeto di follia omicida si impadronì del suo corpo. Non era più padrone del suo cervello e tentò di dimenarsi a più non posso.

    AVANTI TESTINE DI CAZZO! NON HO PAURA DELLE VOSTRE ASSURDITA'!

    Edited by Kajort: Viva la Guerra! - 7/7/2011, 17:02
     
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    Lo scalpiccio continua per qualche secondo, poi cessa. Davanti a te si è fermato qualcosa, arrestato dal tuo grido.
    Le luci, da qualunque fonte provengano, iniziano ad accendersi e spegnersi ad intermittenza. Ora riesci a vederlo.
    È proprio davanti ai tuoi occhi. Una creaturina dalla bassa statura e la testa notevolmente più grande del corpo. Ricorda un po' un pixie, un folletto, ma non ha niente di benevolo: è completamente nuda, la pelle grigiastra sembra quasi marcia e cadente, il volto sfigurato e mostruoso. Ti si avvicina, il suo respiro è affannoso, quasi asmatico, e ghigna. Il suo sorriso si fa più largo, svelando una fila di dentini piccoli e acuminati, anch'essi grigiastri.
    Non puoi vederli, ma sai, lo senti, ce ne sono altri, tutt'intorno a te.
    L'alito gelido ritorna ad impossessarti di te, a sfiorarti la schiena e i capelli con le dita algide. Le luci tornano ad essere spente.
    La creatura di fronte a te ti si avvicina all'orecchio, intenzionata a morderti...
    Da un punto imprecisato, si leva un lamento, diverso dai precenti: sembra un grido di dolore estremo, simile a un pianto non umano, il grido di chi sta soffrendo dentro.
    Non sei ancora completamente padrone di te, ma senti la forza che ti imprigionava fino a poco fa affievolirsi, mollando la presa piano...


    Edited by Eiko Quinn - 8/7/2011, 00:07
     
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  13. Kajort: Viva la Guerra!
     
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    Le urla del giovane avevano sortito un qualche effetto sulla presenza. Forse si era intimorita, ma molto più probabilmente voleva solo "giocare" un altro po' con lui e con il suo attaccamento alla vita. Una fonte di illuminazione indefinita sferzava il buio pesto a intermittenza...e finalmente Glass poteva vedere con chi aveva a che fare. Indietreggiò, timoroso. Di certo non si aspettava qualcosa di umano, ma quella creatura era una cosa talmente orrifica che neanche la mente più malata e distorta avrebbe potuto concepirla. Aveva l'aspetto di un bimbo deformato da qualche terribile malattia, con il corpo completamente glabro e una testa assurdamente grande. Sulla bocca senza labbra che acquistava un sorriso perverso si intravedeva una dentatura sporca e irregolare, tagliente come un tritacarne. Nonostante il profondo disgusto che recava, tuttavia, l'esserino non sembrava particolarmente minaccioso. Ce n'erano molti altri però, tutt'attorno, acquattati nella penombra. La presenza era più viva che mai e le sue "dita" spettrali avvolgevano il ragazzo in una morsa di ghiaccio, dandogli l'impressione che ella avrebbe potuto stroncare la sua esistenza in qualsiasi momento, anche solo per puro "capriccio". Ancora una volta si sentiva impotente. Ancora una volta non si sarebbe arreso. Era pronto ad accettare la morte, non sarebbe impazzito questa volta. Si mise in posizione di guardia e sentì gli stimolanti surrenali che gli pervadevano il corpo in lungo e in largo. Il battito cardiaco accelerò notevolmente. La creatura, che nel frattempo si era penosamente avvicinata, protese l'orrenda testa in avanti nel tentativo di staccargli un orecchio.

    È tempo di ripassare qualche lezioncina di Aikido...

    Sapeva di non avere alcuna possibilità, ma l'adrenalina stava agendo per conto suo. Tentò di afferrare l'enorme testa prima che potesse azzannarlo e se ci fosse riuscito le avrebbe spezzato il collo con una manovra secca.
     
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    Dado sfiga:



    da 1 a 7 = sfighissima, e il master si comporterà di conseguenza;
    da 8 a 18 = normale, l'azione va a buon fine;
    19 e 20 = super-culo! L'azione non solo va a buon fine, ma andrà bene oltre le previsioni.


    La creatura è mostruosa, ma non sembra particolarmente resistente: la tua manovra va a buon fine, tanto che riesci a sentire distintamente un sonoro scricchiolio. Probabilmente, gli hai spezzato l'osso del collo.... Sempre che siano ossa, le sue.
    L'essere cade a terra, emettendo un urlo che quasi sfiora l'ultrasuono, insopportabile per le orecchie umane. Lo vedi contorcersi e lamentarsi, stordito dal suo lamento.
    Un nuovo rumore di passi, intorno a te. Le altre creature sembrano indietreggiare, forse spaventate, forse indispettite.
    Sembri essere rimasto solo, ma quell'alito gelido non ti dà tregua. La sua morsa si attanaglia sempre di più, ti senti quasi soffocare. Sebbene tu sia riuscito ad avere la meglio sulle creaturine, sei ormai privato del tutto di qualunque movimento. Senti, sai che la tua fine è vicina...
    All'improvviso, il fragore di un'esplosione ti fa sobbalzare. Si tratta di un piccolo scoppio, ma, a quanto pare, è stato sufficiente a distrarre l'entità che ha preso possesso di te...
     
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  15. Kajort: Viva la Guerra!
     
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    "Too many options? Go Random!" è da incorniciare...


    Strattonò il collo della disgustosa aberrazione con forza e questa cadde a terra con un tonfo sordo, lamentandosi e contorcendosi per via del dolore. Riassunse un po' barcollante la posizione di guardia per via della mancanza di allenamento e della "presa" spettrale che seppur molto attenuata non lo voleva comunque lasciare, magari per gioco, per dargli un piccolo handicap e rendere la lotta ancora più "intrigante". Era come un bambolotto nelle mani di una bambina viziata e dispettosa, mai soddisfatta, che riversa tutte le sue frustrazioni su uno sventurato affare di plastica. Gli esseri deformi si ritirarono pian piano per evitare di far la fine del loro simile, o almeno questo era ciò che Glass pensava, ormai ebbro della sua "forza". Il gioco, però, prima o poi doveva finire.

    Cosa diavolo...f-freddo...freddissimo...non riesco a divincolarmi......ch.....

    Il ragazzo si sentiva i polmoni scoppiare, mentre il cervello in carenza di ossigeno spegneva gradualmente e metodicamente ogni parte del suo organismo. La bambina viziata si era infine stufata del suo giocattolo.

    *BOOM*

    Un rumore a dir poco devastante gli perforò i timpani, ma gli rimembrò di essere ancora vivo, nonostante tutto. Si ritrovò a terra in ginocchio a tossire vigorosamente per riprendere fiato. La presenza l'aveva mollato, si era distratta, e senza nemmeno porsi delle domande il giovane cominciò a correre a perdifiato in direzione dell'esplosione.

    forse qualcuno mi ha aperto una via d'uscita...forse...ci sono altre persone intrappolate in questo incubo! Avanti...senza fermarsi...posso farcela!
     
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21 replies since 6/7/2011, 16:27   187 views
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