La dannata città

Lore/Beus

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  1. LoreElite
     
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    Oh, si mr. cowboy.... O Mr Crowley!!!! OH, MISTER CROWLEY..... WHAT THEY? VE DONE IN YOUR HEAD...
    Camminava con le mani in tasca per quegli sporchi viottoli, cercando invano qualcosa che non gli facesse notare il degrado e la sporcizia.
    Hei sparviero! Dove diavolo stiamo andan.....
    Un fragore lo interruppe.
    TERREMOTO!
    Quella situazione gli stava dando una terribile sensazione di Dejà-vu. Già nelle Gallerie si era trovato di fronte - o meglio sotto - a qualcosa che crollava. Il suo istinto quindi gli impose di soccorrere la persona più vicina a lui.
    Bea!
    Si mise dunque vicino a lei, con l' intenzione di proteggerla.
    L' entrata del vicolo in fondo non era poi così lontana, e sembrava che stessero crollando solo dei palazzi di fronte a
    loro.
    Là sembra sicuro, Bea. Andiamo!
    Disse, mettendosi a correre verso l' entrata del fatiscente vicolo, assicurandosi che la compagna lo seguisse.
    A quel punto, però, anche i palazzi che erano situati nella direzione che stava imboccando il ragazzo stavano crollando
    Un' altra tremenda vibrazione.
    Il palazzo esattamente alla sua destra, stava crollando sul di loro.
    Si mise davanti a Bea, come se il suo corpo sarebbe bastato ad attenuare la forza dell' urto delle macerie che stavano piombando su di loro.
    Chiuse gli occhi ermeticament, sentendo il rumore delle macerie farsi sempre più vicino.
    Avrebbe voluto urlare, piangere, fare qualcosa.....
    Forse Bea avrebbe usato il suo Infracti per salvarli, lo aveva realizzato solo in quel momento.
    Ormai era troppo tardi.
    Sentì uno strano risucchio, e fu come se fosse stato ingoiato da qualcosa. Aprì gli occhi, ma vorrebbe non averlo mai fatto. Si ritrovò sospeso in un nero totale.
    So...Sono morto?
    Un nuovo risucchio, e fu come se quello che era successo fino a quel momento non fosse mai esistito.
    Il cuore gli batteva anche a ritmo regolare.
    Bea era poco distante dal ragazzo, che la raggiunse quasi subito, giusto il tempo di verificare dove fosse finito. Un vicoletto, con una serie di macchine abbandonate. Macchine vecchie, che gli ricrdavano i '50.
    Perfetto, adesso ci mancano solo gli Inkspots.....
    Si rivolse a Bea, con aria preoccupata
    Tutto ok?
    Alla fine del vicoletto, però, riuscì a distinguere una figura. Umanoide. Robusta. Con un cappello.
    CHUCK NORRIS!
    Guardando meglio, però si rese conto che si trattava del cowboy che aveva visto poco prima.
    Heilà sparviero! Siamo qui!
    Si rivolse di nuovo a Bea, con aria pacata.
    Andiamo, vediamo di uscire da questo casino e di trovare gli altri. Però....
    Si fece più serio, guardando prima il terreno e poi Bea dritto negli occhi. La sua voce si fece un sussurro, in modo che solo Bea potesse sentirlo.
    Non fidarti del Ricognitore. Cerca di starmi sempre vicina. Non voglio che ti accada qualcosa.
    Disse, concludendo la sua frase con un ampio sorriso.
    Si volse poi nuovamente al Ricognitore, con aria allegra.
    Stiamo arrivando!
    Con passo tranquillo, dunque, si incamminò verso la figura del Ricognitore, canticchiando un motivetto.



     
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  2. BeusV
     
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    Tu sei fuori... Non dovevi metterti davanti... Non l'avrei permesso, se non mi fossi accorta...
    La ragazza era scioccata. Aveva visto praticamente un palazzo crollarle addosso, ma per qualche assurdo motivo era viva. Ma da tutt'altra parte.
    Il tono non è di rimprovero, ma mostra chiaramente la paura: infatti nel parlare balbettò un po'.
    Rimase in silenzio mentre seguiva Lorenzo verso il Ricognitore. Pensava.
    Perché non dovrei fidarmi?
    Eppure erano i ricognitori a salvarli sempre. Erano solo a recuperarli quando si cacciavano nei guai... E qualcuno era anche carino, come Mason, che però sembrava sparito dalla circolazione.
    Probabilmente avrebbe chiesto chiarimenti, ma con l'uomo vicino non era il caso. Ma appena avrebbe potuto, avrebbe cercato di capire il perché dell'affermazione.
    Mentre camminava, ascoltava il motivetto sconosciuto cantato dall'amico. Non riusciva a riconoscere la canzone... Eppure aveva sempre buona memoria per le melodie.
    Cercò di ricordare che musica ascoltasse prima e si rese conto con orrore che non ricordava. Alla parola musica qualcosa scattò nel suo cervello: un vago ricordo di qualche luogo chiuso, con figure dal volto sfocato che ballavano, ballavano,ballavano...
    Ma niente di definito. Con sommo orrore, si ritrovò a cercare di ricordare cose semplici, come il suo numero di telefono, l'elenco della sua classe...
    Nulla, vuoto totale.
    Lorenzo... disse sottovoce, quando qualcosa dalla tasca dei jeans uscì sfrecciando e vibrando.
    Oh no...
    Erano secoli che non vedeva il coleottero-allucinazione. Faceva parte del suo infracti, del suo potere.
    L'allucinazione sfrecciò via, lontano, passando proprio sopra la spalla del ricognitore.
    Fa che non si sia accorto... Fa che non si sia accorto...
    Non voleva ricordare a tutti che lei era quella con le allucinazioni. Quella che andava in trip e metteva tutti nei casini.
    Non voleva proprio.
     
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    Il Ricognitore vi si avvicina.
    -Siete feriti?-, vi domanda, senza sembrare particolarmente preoccupato. Vi lancia una rapida occhiata, forse per accertarsi delle vostre condizioni.
    Poi, indugia nuovamente su Beatrice.
    -Hai visto qualcosa?-, le chiede, in tono meno aggressivo, diverso. Per qualche motivo, sembra aver notato la reazione della ragazza, o, forse, si tratta di una semplice domanda. Il suo tono e il suo volto sono enigmatici, non c'è modo di capire a cosa stia pensando.
    -Siamo finiti in culo a Fog Town-, annuncia. A quanto pare, ha avuto modo di osservare la zona.
    -Dobbiamo trovare gli altri due-, vi comunica, subito dopo. -Sarà un cazzo di casino, ma se torno al QG con due Risvegliati in meno, mi ammazzano-.
    Intorno a voi, la strada che prima era silenziosa sembra animarsi. Sentite suoni e rumori abituali, come di quotidiana ed ordinaria vita cittadina: passi, vociare, portiere che si chiudono, automobili che partono... Ma non vedete nessuno. Avete la sensazione di trovarvi in una via del centro, come se stesse percorrendo una qualunque strada vicino a casa, ma il riscontrare che si tratta di poco più di una sensazione vi dà uno strano senso di desolazione...



     
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  4. LoreElite
     
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    Mentre canticchiava, Lore riuscì a sentire una sorta di sussurro da parte di Beatrice, Un sussurro che era tutt' altro che un richiamo. Pareva più una supplica. Fu come un dardo che gli attraversò il cervello. Subito si voltò di scatto, vedendo la propria amica con lo sguardo fisso nel vuoto.
    No...
    Un terribile Dejà vu si fece strada fra le immagini che vorticavano confuse nella sua mente.
    Quello dell' ospedale, e di tutti i suoi mal di testa orribili. Pensò che Bea si trovasse in una situazione simile, dato che capitava che qualcuno si "incantasse" così, nel nulla. La melodia che fino a quel momento stava intonando nella sua mente si interruppe di colpo, lasciando solo un cupo silenzio. Silenzio tombale, dove spesso si sentono i cigolii e gli stridii delle paure più recondite che si insinuano nei pensieri.
    Si, aveva paura che fosse successo qualcosa a Beatrice. Nonostante tutti i vari battibecchi che c' erano stati fra di loro, essa era una delle persone a cui teneva di più da quando erano stati catapultati in quel nulla cosmico che era il Nowhere.
    Non era ancora certo se le persono potevano morire in quel luogo, ma di certo non avrebbe voluto scoprirlo. Non su Bea, almeno. Improvvisamente, mentre correva verso la sua compagna per cincerle le spalle con le braccia in segno di conforto, un' altra immagine gli soggiunse alla mente: Quella di leo sul lettino dell' ospedale da chissà quanto tempo.
    Peste. Come diavolo può aver preso la PESTE?
    Quel pensiero ancora lo turbava. Non era più passato a trovarlo per il semplice fatto che due tizi a guardia della porta, un mingherlino rasato e un armadio tutto muscoli, non lo lasciavano entrare. Anche se, a volte, -lo avrebbe giurato- Sentiva le sue urla eccheggiare nella sua testa.
    Bea! Bea, stai bene? Dimmi di si, ti prego...
    Sapeva che in quella circostanza la boccetta di Daphne non poteva servire, anche perchè non reputava Beatrice una persona così stupida da entrare in contatto con una delle aberrazioni ambulanti presenti in quello squallido posto.
    Dei passi.
    Il diciassettenne si voltò di nuovo verso il vicoletto, incrociando il suo sguardo con quello del Ricognitore.
    Nonostante gli occhidel ragazzo esprimessero ostilità verso il Ricognitore, ora pericolosamente vicino alla loro posizione, era tutto sommato felice, di averlo lì, in quel momento. Di certo avrebbe fornito più protezione del suo coltello.
     
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3 replies since 4/10/2011, 22:00   51 views
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