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Lena VS Angelus, Per il torneo To the Death

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  1. Lhou
     
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    Era stato... Strano.
    Tutto era cominciato il giorno prima, quando degli strani tizi erano arrivati all'Agenzia a proporgli un lavoro.
    Non sembrava niente di che, doveva riscuotere la taglia su una ragazza di nome Lena.
    La cosa strana, era il posto dove gli dissero che l'avrebbe trovata.
    Gli spiegarono che vi ci sarebbe trovato e che, poi, avrebbero fatto in modo che tornasse indietro.
    Sembrava un lavoro interessante e sicuramente vi era qualcosa di occulto dietro a tutto ciò, per cui decise quasi al volo di accettare l'incarico.
    Mitsuhide stava svolgendo delle indagini assieme a Daniel e Tiana un altro lavoro per conto suo, quindi se ne prese carico lui.
    Non gli fu detto altro, ne come raggiungere questo posto, ne dettagli particolari, ma gli fu fornita una foto di Lena.
    Era parecchio perplesso e quando si coricò la notte, decise che avrebbe tentato di ricontattare quegli strani sconosciuti per ottenere qualche informazione in più.
    Ma non ce ne fu bisogno.
    Ebbe la sensazione di essersi addormentato da non più di pochi secondi, quando aprì gli occhi.
    Restò immobile, silenzioso e perplesso per qualche minuto, inizialmente.
    Sotto di lui, vi era erba, erba coperta di rugiada o comunque di condensa.
    Era sicuro di essersi coricato nel suo letto, a petto nudo ed indossando solo dei semplici pantaloni comodi... Eppure era vestito con i suoi abiti da caccia: anfibi neri da motociclista, jeans neri leggermente ampi, maglia appena appena aderente e la sua lunga giacca di pelle nera a coprirlo.
    Inoltre, stringeva in pugno Kurohime, la sua amata katana, ancora nel fodero.
    Si tirò a sedere e si guardò attorno.
    La prima cosa che notò era il cielo grigio spento e il freddo, seppur percepito piuttosto lieve dal suo corpo doveva essere piuttosto intenso, sembrava autunno.
    Guardandosi attorno, capì di trovarsi nel cortile di quello che era un istituto abbandonato.
    Le erbacce spadroneggiavano ovunque e gli alberi erano per lo più secchi e morti.
    Di fronte a lui sorgeva l'ampio ingresso di quella scuola decrepita ed abbandonata, sicuramente da parecchio tempo per essere in quelle condizioni.
    Gli sembrava una perfetta scena da film horror.
    Si alzò in piedi lentamente e, testandosi negli stivali e nella giacca trovò i suoi coltelli da lancio.
    Perfetto.
    Non capiva che caspita di incantesimo o sortilegio potessero aver utilizzato per portarlo li, ma non era importante, se si trovava davanti a quella scuola il primo posto dove avrebbe dovuto cercare era piuttosto palese, così, muovendosi lento e circospetto, varcò la soglia.
    Dopo pochi passi il freddo si attenuò ed il silenzio, prima rotto dal soffio del vento e da qualche altro suono naturale, scese totale ad ovattare il tutto, facendo rimbombare i suoi passi, seppur leggeri, quanto un tuono nella notte.
    Imprecò fra i denti, per il casino che si trovava costretto a fare, ma avanzò.
    Effettivamente, constatò, poteva benissimo essere una perfetta scuola horror.
    I corridoi erano ampi almeno quattro o cinque metri, il soffitto alto almeno cinque o sei, le pareti erano rosse e qua e la si susseguivano porte sfasciate e cadenti che conducevano a diverse aule malmesse e stanze di vario tipo, mentre ogni tanto, raramente, si susseguiva qualche armadietto leso dal tempo.
    Svoltò un paio di volte, seguendo il corridoio principale, quando improvvisamente una voce, proveniente da svolta a sinistra pochi metri davanti a lui, lo fece bloccare e premere contro il muro.
    Era la voce di una ragazza e, così ad occhio, una ragazza spaventata.
    Ringraziò il buio, rotto dalla poca luce che penetrava dalle rade finestre, ma subito si rimangiò i suoi ringraziamenti quando vide un fascio di luce proiettato, probabilmente, da una torcia o una lampada.
    La furtività era inutile e, oltretutto, controproducente in quella situazione, così decise di uscire allo scoperto.
    Lentamente, stringendo la mano sull'impugnatura di Kurohime, ancora infoderata, voltò l'angolo ed uscì allo scoperto, entrando nel fascio di luce che la ragazza stava facendo proiettare in avanti.
    La osservò attraverso l'oscurità, facendo qualche passo verso di lei.
    Bionda, alta e molto carina, la descrizione corrispondeva alla foto che aveva visto, decisamente si trattava di Lena.

    << Ciao Lena... Il mio nome è Angelus... Scusa se ti ho spaventata, non volevo.>>
    Le disse, avvicinandosi sempre di più ma lentamente, per non rischiare di farla scappare in preda al panico.
     
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8 replies since 5/10/2011, 02:05   181 views
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