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Lena VS Angelus, Per il torneo To the Death

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  1. Eiko Bones.
     
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    Le parole di Angelus giunsero dritte a Lena, colpendola. Un lampo di lucidità l'attraversò.

    Redenzione.

    Pentimento.

    Ciò che stava facendo a quell'uomo era profondamente sbagliato...

    Ma la ragione la stava abbandonando.

    Tutto tacque per diverso tempo; il paesaggio sembrava dipinto, da tanto era divenuto immobile e silenzioso, e Lena non proferì parola. I resti dilaniati del volatile di ghiaccio presero, lentamente, a sciogliersi, paradossalmente, come neve al sole. Da essi, spuntarono fili di cristallo sottile, costellati da ciò che ricordava molto dei fiori.
    Erano rossi, a differenza del resto. Rossi, e gocciolavano ciò che dal cielo non scendeva più: gocce rosse e vermiglie, sangue rappreso...

    "Tu... volevi farmi del male...".

    Non avrebbe voluto. Una parte di lei non voleva attaccare più. Non voleva più combattere... Non era giusto.
    Tuttavia... Lei voleva solo difendersi. Solo difendersi...

    Guardò il ragazzo di fronte a sé. L'avrebbe attaccata. L'avrebbe colpita.
    L'avrebbe uccisa.

    "Vattene via...".

    Dai piedi di Angelus iniziò a salire un sottile strato di ghiaccio. Sembrava formasse delle braccia, minuscole braccia intenzionate a braccarlo, a ferirlo.

    "Vattene via... E non tornare più!".

    Il ghiaccio, che era ormai giunto all'altezza del collo dell'uomo, s'incrinò, come vetro, e poi s'infranse. Con esso, anche tutto ciò che era intorno a loro fece lo stesso.
    Il mondo di ghiaccio creato da Lena si stava infrangendo... Stava scomparendo.
    Crepe, crepe ovunque, sul ghiaccio, perfino nel cielo, e poi, su Lena.
    Lena stessa, che lì era fatta di ghiaccio, si stava spezzando. Fissava Angelus, con gli occhi che si facevano meno intensi man mano che le crepe divenivano più profonde.
    Poi, ci fu un'esplosione. Rumore di vetro che va in frantumi, frammenti di cristallo e di neve.
    Poi, bianco. Di nuovo tutto completamente bianco.
    Infine, più niente.

    Erano tornati nel corridoio. Il rosso della lampada riapparse, tenue, sfiorando entrambi.
    Ci volle qualche minuto perché tutto tornasse alla normalità. Quando anche l'ultimo frammento di gelo lasciò quel lugubre edificio, svelò la figura di Lena brandire un coltello.
    Lo stava puntando alla gola di Angelus.
    -Vattene, Angelus-, sussurrò, quasi priva di voce. -Non c'è niente per te, qui-.
    Gli occhi di Lena erano tornati del loro colore originario. Niente più viola, niente più illusioni; solo lei che lottava con le ultime forze rimaste per la sua salvezza.
     
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8 replies since 5/10/2011, 02:05   181 views
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