With my cross-bow, I shot the ALBATROSS!

Role libera, aperta a tutti

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  1. Eiko Bones.
     
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    Sussultò lievemente quando udì le parole di Lucio. Non si aspettava di essere raggiunta lì. Non si aspettava proprio niente, se doveva essere sincera...
    Lena accennò un sorriso all'amico (poteva chiamarlo amico? C'erano amici, lì?), (sì, c'erano), sollevandosi e puntellandosi sui gomiti. Sentiva di avere i capelli totalmente nel caos, svolazzanti in tutte le direzioni ed arruffati, ma, ormai, chi se ne curava più? Non si dava troppa pena per lora neanche prima di finire a Nowhere, perché farlo lì?

    Gente che scompare, in questo caso, fece. Voglio dire, perché qui non c'è nessuno.

    Si sistemò meglio sulla passerella, tornando ad essere seduta normalmente. La voce le era uscita roca dalla gola. Chissà quanto tempo era trascorso da quando aveva parlato l'ultima volta? Quel mondo era davvero imprevedibile. Ma, in fondo, anche lo scorrere del tempo perde d'importanza quando non ci sono segni della sua presenza. Non si invecchia, non si soffre la fame, non ci si danno appuntamenti... Era davvero necessario, il tempo?

    In tutta risposta a Lucio, si limitò a sorridere ancora, stringendosi nel cardigan verde bottiglia che aveva trovato nell'armadio del QG.
    Anch'io sono contenta di essere ancora tutta intera, aggiunse, ridacchiando sommessamente. Ne sono anche un po' stupita, in effetti.

    Era vero. Arrivando lì, si era aspettata di trovare belve, fantasmi, e chissà cos'altro. Invece, niente. La quiete, il silenzio, il nulla più totale. Come se Nowhere si fosse bloccato in una situazione statica. Come un orologio scarico.

    Piuttosto, che fine avevi fatto? Intendo, sembra che tu sia andato a caccia di orsi selvatici nella grande palude, riprese, accennando allo stato dei vestiti di Lucio.

    Ma non fece in tempo ad attendere una risposta, che Lena udì una voce familiare.

    Ehi, Lore, disse, ricambiando il sorriso. Qual buon vento.

    E, non si spiegò come, si ritrovarono tutti e tre seduti sul molo, ad ascoltare la storiella di Lore. Lena rise. Non aggiunse altro. Solo una risata sincera. Seguendo l'esempio di Lore, fece scivolare una mano in una delle borsette di cuoio marrone che portava attaccate alla cintura (cintura che era riuscita a procurarsi al QG, rischiando di prenderle da un Ricognitore, probabilmente), e ne estrasse sigaretta e accendino.
    Il cielo aveva assunto una malaticcia tonalità di arancione verso l'orizzonte, e, in lontananza, avrebbe giurato di aver sentito il verso di qualche gabbiano.

    Non credo di conoscere storie carine, temo, fece, perdendo lo sguardo nell'acqua piatta. Ne so alcune, ma sono un po' sconce.

    Si sentiva incredibilmente tranquilla, quel giorno. Forse era quello stato di calma in cui si trovava Nowhere... Ma non era una calma rassicurante: era più una quiete prima della tempesta.
    Si rannicchiò, portando le gambe al petto, come se avesse freddo. In realtà, di freddo non ne aveva, anche se indossava dei pantaloni corti. Beh, insomma, il bello di non patire freddo e caldo, era proprio quello di potersi vestire come preferiva, come dimostrava saggiamente l'abbinamento -discutibile- scelto da Lena: scarponi pesanti a metà polpaccio e pantaloncini leggeri. Un genio dell'abbinamento.
     
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