Il risveglio di Quantin

« Older   Newer »
 
  Share  
.
  1. Quantin P.
     
    .

    User deleted


    Io, alla fine, non dovevo realmente pisciare.
    Io voleva solo allontanarmi perché la macchina vomitava fumo e me lo sentivo nell'intestino che era stata un'idea di merda.
    Apro gli occhi, e sembra come sollevare qualcosa il doppio del tuo peso.
    Buio. C'è il nero che mi ingoia, c'è l'oscurità che mi assale.
    C'è qualche rumore, ma è del buio su cui, principalmente.
    Qualcuno, quando ero piccolo, mi aveva detto di stare attento alla luce del sole, e non della luna. Perchè ce lo si aspetta che al buio qualcuno ci possa fare del male, è alla luce del giorno che ti colgono di sorpresa.
    Sono sdraiato. Lo so perchè lo sento a contatto con la schiena. Lo so perchè non mi sento pesante.
    Penso ai miei fratelli, e quasi come se Iddio volesse dirmi qualcosa, sento dei gemiti di persone.
    Sento qualcuno che soffre, o che sta dormendo. Cerco di alzarmi. Cerco di ritrovare i miei fratello.
    Non riesco a muovere nemmeno le dita. Di solito, nei film, le dita dello sfigato di turno si riescono a muove, a me non hanno concesso nemmeno quello.
    Comincio a pregare nel Dio in cui non credo. Gli prometto di non cedere più nei vizi della carne. Di non farmi più le seghe.
    Di non fare più del male a nessuno.
    Lo prego che non mi capiti nulla di orribile. Nulla di doloroso.
    Come ci sono finito non lo so.
    Non voglio morire solo e non voglio morire qui.
    Non voglio più ascoltare nessun rumore, non voglio sentire lamenti o pianti.
    Comincio a respirare velocemente, come in tachicardia, e sento dei campanelli. Non come quelli che appendono al collo delle mucche. Come quelli delle renne di babbo natale.
    Campanellini, che suonano. Se suonano nel mio cervello, o a kilometri da me, questo, ancora, non so dirlo.

     
    Top
    .
  2.  
    .
    Avatar

    Advanced Member

    Group
    Administrator
    Posts
    3,800
    Location
    The Dawn

    Status
    Offline
    Senti un nuovo rumore, stavolta vicino. Stavolta, improvviso.
    Come un raspare, leggero, lento, fastidioso. Come se le dita di qualcuno stessero grattando, flemmatiche, la superficie di quelle pareti invisibili.
    Ogni tanto, cessa. Poi, un piccolo ghignare sommesso. E, di nuovo, riprende a grattare.
    Provi a toccare, ad afferrare, a cercare una via d'uscita. Tutto quello che senti sotto le dita è quella barriera. Soffermandoti più a lungo, ti accorgi trattarsi di legno. Legno marcio, legno umido, pieno di schegge.
    Uno spiffero ti passa sul viso. Forse, se scoprissi da dove viene, potresti trovare un'apertura...
    Ancora, quel tintinnio, incessante. D'improvviso, avverti un fastidio all'indice della mano destra.
    Qualcosa vi è legato stretto intorno...
     
    Top
    .
  3. Quantin P.
     
    .

    User deleted


    E mentre controllo il respiro, mentre conto i battiti del cuoro, qualcosa fa rumore vicino a me.
    E mi spavento. Salterei su questo tavolo operatorio se potessi. O almeno io mi immagino, che sia un tavolo operatoio.
    Uno di quelli che vedi neglo obitori.
    Qualcuno gratta, vicino, lontano. Qualcosa raschia con le unghie, per liberarsi, per il dolore.
    Magari sono davvero in un obitorio di merda, con altri poveretti che credono morti ma che non lo sono.
    Riesco a riacquistare sensibilità agli arti. Come se un qualche anestetico stesse perdendo effetto.
    Mi hanno drogato, per portarmi qui?
    Perchè?
    Faticosamente allungo una mano, allungo il braccio verso l'alto, ma si blocca troppo presto. Si blocca troppo vicino.
    C'è qualcosa, di fronte a me, qualcosa che mi impedisce di allungare ulterioremente.
    E' legno. Legno marcio. Legno unto. Legno putrido, come in decomposizione. Comincio a grattare anch'io, comicio a capire i rumori che sento.
    Le scegge si conficcano nei polpastrelli, sotto le unghie. Fose mi sta uscendo sangue.
    Sento dell'aria accarezzarmi il viso. Un soffio leggero. Uno spiffero, o qualcosa del genere.
    Perchè non vedo niente, perchè nonostante io ora riesca a muovermi non posso alzarmi di qui...
    Sono in una cassa. E spingo, questa volta, verso l'alto. Non riesco a fare nulla. A ginnastica facevo schifo.
    Cerco lo spiffero. Cerco di nuovo aria. Se c'è aria c'è uscita.
    E lo sento di nuovo, quel campanellino, qualcosa che suona, qualcosa che sento dentro fino alle budella.
    E ho qualcosa sull'indice. Ho qualcosa attorno all'inidice. Qualcosa legato al mio indice. E comincio, seriamente, a sentire il bisogno di andare in bagno. Me la sto facendo sotto.
    E lo sento, di nuovo. Quel campanello.
     
    Top
    .
  4.  
    .
    Avatar

    Advanced Member

    Group
    Administrator
    Posts
    3,800
    Location
    The Dawn

    Status
    Offline
    Come muovi il dito, senti il suono del campanello intensificarsi. Segue i tuoi movimenti, come un compagno fedele.
    Un'agghiacciante risata ti rimbomba nelle orecchie. Una risata rauca, grattante. Sei sicuro che provenga da fuori, ma la senti talmente vicina...
    Il grattare cessa di colpo. Per un attimo, tutto tace.
    Poi, la fitta. Una fitta di dolore al piede, intensa, improvvisa.
    Come un morso.
    E poi, sussurri. Sussurri da fuori, da sottoterra, da dentro le tue orecchie.

    Ma guarda un po'...!


    Una voce. Una voce umana, all'apparenza.
    Dall'alto, da dove sentivi provenire lo spiffero. Noti che, ora, c'è uno spiraglio.
    E attraverso lo spiraglio, intravedi un occhio...

     
    Top
    .
  5. Quantin P.
     
    .

    User deleted


    C'è qualcosa che non va, in quel campanello.
    C'è qualcosa che non quadra, quando muovo il dito.
    Lui lo segue. Segue me. Segue l'indice. Lo alzo e lui suona. Lo abbasso e lui suona. Lo muovo in qualsiasi direzione e lui tintinna cone una cagna in calore.
    Qualcuno ride, mentre faccio la mia scoperta.
    Qualcuno di diverte, mentre io tremo.
    Qualcuno di agghiacciante. Una risata che fa accapponare la pelle. C'è qualcosa di profondamente sbagliato, in tutto questo.
    Sento la risata nel petto. Eppure è fuori. E' fuori da questo schifo che sempra andare in putrefazione.
    E poi tutto tace. La calma prima della tempesta.
    Come se mi trovassi nell'occhio del ciclone. Come se fossi morto.
    Come se tutto, attorno a me, fosse morto. Sono in un campo santo? Sono in una bara?
    Urlo. Un urlo di dolore appena sento qualcosa che si conficca nella carne del mio piede. Credo.
    Voglio i miei fratelli. Non voglio morire solo. Voglio che qualcuno pianga per me.
    Voglio sentire i singhiozzi di qualcuno di familiare.
    Qualcuno parla. Ed è così piena di qualcuno, la mia testa, che credo di impazzire prima di morire.
    Assottiglio gli occhi, mi concentro su un punto.
    Il punto da cui, forse, proveniva il soffio d'aria.
    C'è un occhio, in quel punto. Un occhio che mi fissa. Un occhio che si diverte, a vedermi così.
     
    Top
    .
  6.  
    .
    Avatar

    Advanced Member

    Group
    Administrator
    Posts
    3,800
    Location
    The Dawn

    Status
    Offline
    Un risolino. Il grattare si intensifica, e, finalmente, ne individui la fonte: la superficie.
    L'occhio è scomparso, ma, dopo poco, la fessura si amplia. Una manciata di terriccio maleodorante ti cade sul volto. Ti sembra che qualche grumo si muova...

    Sei libero, eccoti!

    Un rumore di assi spezzate, schegge di legno si spargono ovunque. E poi, la luce.
    La tua prigione macabra è finalmente scoperchiata. Ora puoi alzarti, e osservare il luogo in cui ti trovi.
    Forse avresti preferito restare al buio?
    Potrebbe essere un paesaggio di montagna. Potrebbe, se al posto degli alberi non ci fossero enormi pezzi di materiale putrido, rosso e pulsante. Il suolo è ricoperto di pozzanghere scarlatte, miste a mucchietti di materia simile agli alberi.
    Tutto è rosso, tutto è marcio. Qua e là, sparse per il terreno, delle escrescenze più scure delle altre, nelle quali sono piantate grosse lastre imbrattate. Da lontano, noti che recano delle incisioni. Ricordano delle lapidi.

    Allora? Chi sei?

    Davanti a te, una figura rannicchiata. Una donna. I lunghi capelli rossi, arruffati, la circondano come una nube, ricadendo sugli occhi grandi, enormi. Pare non indossare altro che... qualcosa che pulsa? Rosso sangue, gocciolante, lucido. Marcio.
    Tutt'intorno a te, senti gemiti e lamenti. Pianti, perfino. Ma non vedi nessuno.


     
    Top
    .
  7. Quantin P.
     
    .

    User deleted


    Qualcuno sorride. Sembra più una risata maligna.
    Sembra una risata di goduria. Continuano a grattare, lì, sopra. Davanti a me.
    Grattano sulla cosa che mi impedisce di allungare il braccio.
    L'occhio è scomparso, al suo posto della terra mi cade addosso. In faccia. Mi cade in bocca. Terra con vermi.
    Terra da sepoltura. E comincio a sentire un groppo in gola. Comincio a sentire gli occhi gonfi e il naso tappato.
    Sto per mettermi a piangere, mentre qualcosa si spezza.
    Mentre qualcuno parla. Una, due, tre, quattro. Si spezza tutto davanti a me. Si spetta tutto nelle mie orecchie.
    Riesco a respirare. E' buio anche fuori, ma riesco finalmente a vedere.
    Mi alzo, respirando profondamente. E c'è puzza. Puzza di morto. Puzza di paura.
    Mi guardo attorno e vedo solo rosso cremisi. Rosso scarlatto. Tonalità del colore del sangue, sfumature che non vorresti mai vedere.
    Si muove, il terreno. Come un cuore. Come le vene sotto la nostra pelle.
    Fa anche lui Bum bum, bum bum. E tornano, le lacrime. Devo urlare, in qualche modo. Devo tornare a sembrare vivo.
    Faccio un passo in avanti e il piede affonda in quello che sembra un muscolo ricoperto di vene. In quello che sembra più vivo di me.
    Pallidiccio, sudaticcio. Puzzo. Qualcosa geme, ma non vedo nulla.
    Tutto è in decomposizione qui. C'è del vivo sul morto. Mi avvicino a una lastra di pietra, con inciso sopra qualcosa che non riesco a leggere. Qualcosa che potrei decifrare, se solo avessi il coraggio di spostare l'organo pulsante che vi è posto sopra.
    Mi alzo e corro di nuovo alla mia, di bara, e ci vomito affianco. Copioso. Vomito sopra a ciò che mi fa vomitare.
    Alzo il volto e vedo una donna. In ginocchio, con i capelli a coprirgli il volto. Capelli rossi, per rimanere in tema.
    Capelli rossi per confondersi con l'ambiente.
    E' un cimitero? Sono stato sepolto?
    Mi avvicino a lei, con i capelli talmente ricci che mia madre direbbe che pare la figlia del diavolo.
    La tocco e la vedo bene. Vedo i suoi organi. Vedo le sue vene.
    Vedo le budella, e non dovrei vederle.
    E attorno a me continuano a piangere. Attorno a me gemiti e lamenti. Ma non c'è nessuno.
     
    Top
    .
  8.  
    .
    Avatar

    Advanced Member

    Group
    Administrator
    Posts
    3,800
    Location
    The Dawn

    Status
    Offline
    Intorno a te, il macabro paesaggio si distorce. Come catturato in un vortice, come se si stesse, lentamente, piegando su se stesso, per poi tornare, con la stessa lentezza, stabile. Per poi riprendere il suo movimento.
    Tutto gira, tutto si muove. E, ogni tanto, ti sembra di muoverti con lui.
    La donna ti si avvicina, afferrandoti la mano.

    Vuoi fuggire? Io posso farti uscire, da qui, ti sussurra, vicina al tuo volto. Le sue labbra sono rosse, grondanti di sangue.

    Vuoi sapere come?

    E, nell'aria, un pianto. Sembra quello di un neonato.
    Ti accorgi che porti ancora quel filo legato al dito. Guardandola più attentamente, ti accorgi che non è proprio un filo...
    Carne. Una lunga fibra di carne rosso sangue. E, scuotendolo, ti rendi conto che non è più collegato ad una campanella.
    Scuotendolo, il pianto del bambino si fa più intenso. Si allontana e si avvicina. Si allontana e si avvicina. Si allontana, e si avvicina...
    La donna ride, di una risata isterica. La corda intorno al tuo dito fluttua nell'aria, e, all'estremità opposta, individui la fonte del pianto.
    Un neonato, ricoperto di sangue, mutilato, deformato. Piangente.

     
    Top
    .
7 replies since 6/9/2012, 19:26   55 views
  Share  
.