Il risveglio di Quantin

« Older   Newer »
 
  Share  
.
  1. Quantin P.
     
    .

    User deleted


    Io, alla fine, non dovevo realmente pisciare.
    Io voleva solo allontanarmi perché la macchina vomitava fumo e me lo sentivo nell'intestino che era stata un'idea di merda.
    Apro gli occhi, e sembra come sollevare qualcosa il doppio del tuo peso.
    Buio. C'è il nero che mi ingoia, c'è l'oscurità che mi assale.
    C'è qualche rumore, ma è del buio su cui, principalmente.
    Qualcuno, quando ero piccolo, mi aveva detto di stare attento alla luce del sole, e non della luna. Perchè ce lo si aspetta che al buio qualcuno ci possa fare del male, è alla luce del giorno che ti colgono di sorpresa.
    Sono sdraiato. Lo so perchè lo sento a contatto con la schiena. Lo so perchè non mi sento pesante.
    Penso ai miei fratelli, e quasi come se Iddio volesse dirmi qualcosa, sento dei gemiti di persone.
    Sento qualcuno che soffre, o che sta dormendo. Cerco di alzarmi. Cerco di ritrovare i miei fratello.
    Non riesco a muovere nemmeno le dita. Di solito, nei film, le dita dello sfigato di turno si riescono a muove, a me non hanno concesso nemmeno quello.
    Comincio a pregare nel Dio in cui non credo. Gli prometto di non cedere più nei vizi della carne. Di non farmi più le seghe.
    Di non fare più del male a nessuno.
    Lo prego che non mi capiti nulla di orribile. Nulla di doloroso.
    Come ci sono finito non lo so.
    Non voglio morire solo e non voglio morire qui.
    Non voglio più ascoltare nessun rumore, non voglio sentire lamenti o pianti.
    Comincio a respirare velocemente, come in tachicardia, e sento dei campanelli. Non come quelli che appendono al collo delle mucche. Come quelli delle renne di babbo natale.
    Campanellini, che suonano. Se suonano nel mio cervello, o a kilometri da me, questo, ancora, non so dirlo.

     
    Top
    .
7 replies since 6/9/2012, 19:26   57 views
  Share  
.