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Un risolino. Il grattare si intensifica, e, finalmente, ne individui la fonte: la superficie. L'occhio è scomparso, ma, dopo poco, la fessura si amplia. Una manciata di terriccio maleodorante ti cade sul volto. Ti sembra che qualche grumo si muova...
Sei libero, eccoti!
Un rumore di assi spezzate, schegge di legno si spargono ovunque. E poi, la luce. La tua prigione macabra è finalmente scoperchiata. Ora puoi alzarti, e osservare il luogo in cui ti trovi. Forse avresti preferito restare al buio? Potrebbe essere un paesaggio di montagna. Potrebbe, se al posto degli alberi non ci fossero enormi pezzi di materiale putrido, rosso e pulsante. Il suolo è ricoperto di pozzanghere scarlatte, miste a mucchietti di materia simile agli alberi. Tutto è rosso, tutto è marcio. Qua e là, sparse per il terreno, delle escrescenze più scure delle altre, nelle quali sono piantate grosse lastre imbrattate. Da lontano, noti che recano delle incisioni. Ricordano delle lapidi.
Allora? Chi sei?
Davanti a te, una figura rannicchiata. Una donna. I lunghi capelli rossi, arruffati, la circondano come una nube, ricadendo sugli occhi grandi, enormi. Pare non indossare altro che... qualcosa che pulsa? Rosso sangue, gocciolante, lucido. Marcio. Tutt'intorno a te, senti gemiti e lamenti. Pianti, perfino. Ma non vedi nessuno.
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