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Intorno a te, il macabro paesaggio si distorce. Come catturato in un vortice, come se si stesse, lentamente, piegando su se stesso, per poi tornare, con la stessa lentezza, stabile. Per poi riprendere il suo movimento. Tutto gira, tutto si muove. E, ogni tanto, ti sembra di muoverti con lui. La donna ti si avvicina, afferrandoti la mano.
Vuoi fuggire? Io posso farti uscire, da qui, ti sussurra, vicina al tuo volto. Le sue labbra sono rosse, grondanti di sangue.
Vuoi sapere come?
E, nell'aria, un pianto. Sembra quello di un neonato. Ti accorgi che porti ancora quel filo legato al dito. Guardandola più attentamente, ti accorgi che non è proprio un filo... Carne. Una lunga fibra di carne rosso sangue. E, scuotendolo, ti rendi conto che non è più collegato ad una campanella. Scuotendolo, il pianto del bambino si fa più intenso. Si allontana e si avvicina. Si allontana e si avvicina. Si allontana, e si avvicina... La donna ride, di una risata isterica. La corda intorno al tuo dito fluttua nell'aria, e, all'estremità opposta, individui la fonte del pianto. Un neonato, ricoperto di sangue, mutilato, deformato. Piangente.
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