No pain or sign of time

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  1. Dave The Heartquake
     
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    Dopo che i due ricognitori scaricarono i tre al Qg, i ragazzi si diressero al dormitorio, passando dalla cucina. D si premunì di quanto più cibo potesse, senza curarsi degli altri. Arrivato al dormitorio, si gettò sul primo letto libero, iniziando a fagocitare tutto ciò che aveva preso, recuperando visibilmente le forze, smettendo momentaneamente di sanguinare a morte

    Beh, se volete, fate pure, anche se non penso abbiate fame

    abbozzò un sorriso. Nessuno a Nowhere aveva fame, nemmeno lui, tranne quando utilizzava i suoi poteri per azioni particolari. Dettò ciò, continuo a mangiare, stendendosi e fissando il soffitto, aspettando che i due parlassero, sperando che Lena non iniziasse subito a fare domande...


    ordine di post:
    D-Lena-Nick
     
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    Lena sospirò. Il viaggio di ritorno al QG era stato inaspettato, rapido, e tortuoso. Soprattutto per il modo di guidare del Ricognitore.
    D aveva arraffato mezza dispensa, e, in quel momento, era impegnato a masticare.
    Il dormitorio. Esattamente l'ultimo luogo che ricordava, prima di svegliarsi con la faccia nella sabbia. Ancora si chiedeva come fosse possibile... Aggiunse la domanda alla lista, mentale, di quelle che aveva già intenzione di porre a D. Anche se, forse, avrebbe dovuto rimandare.
    Si avvicinò al ragazzo, e alle cibarie, afferrando una manciata di... di... qualcosa come dei crackers, o roba simile. Lentamente, prese a mangiucchiarli, dapprima poco convinta, come se potessero avere un cattivo sapore. Poi, si ricordò che praticamente tutto, lì, sapeva di carta di giornale. Non che l'avesse mai assaggiata, la carta di giornale. Ma, insomma, niente aveva un vero sapote. Quindi, iniziò a mangiarli distrattamente, sedendosi su un letto lì accanto.

    Non disse nulla. Rimase in attesa, guardandosi intorno, e rimuginando per fatti suoi.

     
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  3. Kojima4president
     
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    Odio le Jeep...
    Disse mentre stringeva i bendaggi.
    La brutta avventura alla spiaggia era finita bene per fortuna, due ricognitori erano venuti a prenderli con un fuoristrada dopo che D, ora impegnato ad ingozzarsi con tutto quello che gli capitava a tiro, li aveva chiamati con la radio.
    Hanno blocchi di pietra al posto degli ammortizzatori...
    Durante il rientro era stato sballottato sul sedile col rischio di aggravare la ferita.
    Fatto!
    Non appena finì di fasciarsi il petto e le spalle si rimise addosso una maglietta e lasciò la stanza per tornare poco dopo con una bottiglia di scotch e un bicchiere da cicchetto.
    Appena entrato prese anche un pacchetto di sigarette dal giaccone e l'accendino dai pantaloni sudici.
    Ringraziò il cielo che almeno le sigarette erano ancora un buone condizioni.
    Al QG era riuscito anche a recuperare una nuova benda per celare l'occhio azzurro, oltre ad abiti puliti. In un posto del genere l'eterocromia era meglio cercare di tenerla nascosta il più possibile.
    Prese poi due sedie, dopo aver poggiato tutto l'armamentario su una di esse, e si posizionò in modo tale da poter guardare in faccia le due nuove conoscenze, sedendosi a rovescio.
    Una volta accomodatosi, e sistemato la roba sulla seconda sedia usandola a mo di tavolino, si accese una sigaretta e mandò giù il bicchiere di whisky tutto d'un fiato.
    Fece una smorfia tra lo schifato e il perplesso, leggendo nuovamente l'etichetta sulla bottiglia per assicurarsi di non avere sbagliato.
    Si guardò Lena e D con la stessa faccia.
    Girò lo sguardo tra i due un paio di volte, prima di fare spallucce rassegnato e di versarsi un altro bicchiere.
    Si era dimenticato che in quel posto non esistevano sapori ne le piccole sfumature del mondo "reale", ammesso che quel posto fosse finto.
    Per quanto ne sapeva poteva benissimo trattarsi di un sogno. Magari stava dormendo pacificamente nel suo letto in attesa di svegliarsi, oppure qualche sicario era passato da lui mentre dormiva a fargli la festa e adesso si trovava in coma. Oppure chi lo sa.
    Lui no di certo.
    Più tempo passava li e meno ci capiva.
    Si versò un altro bicchiere cercando di ricordarsi il sapore del suo buon vecchio whisky invecchiato ventidue anni.
    Al quarto bicchiere si decise ad aprire bocca.
    Voi invece come siete finiti qui?
     
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  4. Dave The Heartquake
     
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    Il ragazzo, dopo aver fagocitato il necessario per riprendersi appieno, si tirò sul letto seduto, guardando Lena, stupito del fatto che non avesse chiesto nulla

    Sinceramente, non ricordo come sono arrivato qui. Ma so solo che sono arrivato prima di tutti gli altri, e che quelli che sono arrivati dopo di me, o almeno, alcuni, sono scomparsi, mentre di nuovi ne sono sbucati dal nulla

    aggiunse, mentre si era avvicinato a Lena, piegandosi sulle ginocchia fino ad arrivare a viso contro viso. La guardò fissa negli occhi, cercando di capire cosa potesse trapelare dalla sua mente

    Vieni qui, te lo devo

    sorrise, mentre le sue braccia cingevano Lena in una cosa che, probabilmente, non riceveva da secoli. Un lunghissimo abbraccio, di quelli sinceri che ti danno gli amici. Cose che a Nowhere non esistevano, e che avrebbero perso, a furia di rimanere lì. Tanto valeva godersele ancora un pò, no?

    Se hai bisogno di qualche risposta, farò il possibile per dartela

    disse, rimanendo abbracciato alla ragazza, cercando di capire se, nei momenti successivi, lei avrebbe ricambiato l'abbraccio, oppure se il suo bellissimo pugnale sarebbe entrato a far parte, per qualche secondo, dell'apparato circolatorio di D, direttamente nel cuore, così, per sport. In fin dei conti, il ragazzo stava cercando di combattere il male che portava dentro, ma del quale, a quanto pareva, le uniche persone a saperne qualcosa erano scomparse misteriosamente, senza che lui facesse nulla. Doveva riscattarsi, e si ricordava che, quando era nel mondo reale, per iniziare un discorso quando doveva chiedere scusa, lo iniziava così, con un semplice e lunghissimo abbraccio
     
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    Osservò Nicholas armeggiare con una bottiglia, ed era praticamente sicura che si trattasse del whisky che beveva lei di solito. Insomma, di quella lavatura di whisky che prendeva quando voleva fingere di affogare le preoccupazioni nell'alcol.

    Io... ero in casa, rispose Lena, prendendo a fissare il pavimento. La sua voce era sottile, e lei era assorta. Stavo studiando, quella notte. Ero indietro con lo studio. Ricordo che ero affacciata alla finestra. O meglio, ero appoggiata alla finestra...

    Quello lo ricordava distintamente. Il legno della tapparella della sua finestra aveva un odore dolciastro, che le piaceva moltissimo. A volte, le piaceva appoggiare la fronte a quel legno, inspirando l'odore di legno e notte, soprattutto d'estate. Ed era proprio l'ultimo ricordo che aveva della sua Terra. Del suo Mondo.

    Non ricordo nient'altro. Mi sono svegliata in una stanza piena di polvere, con indosso gli stessi abiti che avevo a casa, riprese, la sua mano scorreva fra i capelli, lentamente. Poi è spuntato un mostro, un Ricognitore mi ha salvato, ed eccomi al QG.

    Tacque. Fino a quel momento, non era sicura che le mancasse casa; ogni volta che ci pensava, giungeva alla conclusione che le bastava sapere che le persone a lei care stavano bene, e niente più. Forse, non aveva avuto modo di realizzare in che situazione si trovasse realmente. Forse, era troppo distratta. Forse, era troppo entusiasta, per un certo verso. O forse, troppo terrorizzata. Fatto sta che una fitta di nostalgia le attraversò il petto, mordendole il cuore e lo stomaco. Non era casa che le mancava: erano le persone. Si stava rendendo conto, lentamente, di quanto fosse stata sciocca a considerarle così poco... Come poteva non aver notato prima quanto fossero importanti?
    Probabilmente, non avrebbe visto mai più i suoi amici, il sabato sera. Non avrebbe più visto suo padre, a cena. Non avrebbe più visto la sua famiglia. E, quell'improvvisa realizzazione, stava facendosi strada dentro di lei, lasciandola muta, imprigionata nei suoi pensieri.

    Non ascoltò la risposta di D. O meglio, l'ascoltò, ma distrattamente. Per questo fu piuttosto sorpresa quando se lo ritrovò davanti. Le sue parole giunsero quasi distorte alla mente di Lena, rimbombandole nelle orecchie. Poi, un gesto che la fece letteralmente sussultare.
    D la stava abbracciando.
    Per i primi dieci secondi, restò immobile, con gli occhi sgranati, e la mano che si muoveva istintivamente verso l'arma. Aveva creduto seriamente che il ragazzo volesse attaccarla, come aveva già fatto in passato. Ma, dopo qualche istante, si rese conto che, forse, non era così.
    Era rigida. Era sempre rigida, quando veniva toccata. Le avevano spesso fatto notare quanto fossero freddi i suoi abbracci. Era come se fosse rinchiusa in una sfera di vetro, dalle pareti sottili, che la teneva sempre un po' distante dagli altri.
    D'improvviso, per qualche motivo, ebbe le lacrime agli occhi. Non sapeva se poteva fidarsi di lui, e non aveva mai neanche provato tutta questa simpatia, nei suoi confronti... Ma, in quel momento, sperò fosse sincero.
    Finalmente, si mosse. Portò le mani sulle braccia di D, afferrandole, stringendo, e spingendolo via, con uno scatto infastidito.
    Lo fissò, gli occhi sgranati, stupiti, confusi. Non disse niente, per un po'. Si morse le labbra, cercando di allontanare il ragazzo il più possibile da sé.
    Come faceva sempre. Naturale.

    Che... che cosa significa?, domandò, secca. La sua voce era dura, ma i suoi occhi dimostravano tutta la sua vulnerabilità.

    Mi prendi in giro di nuovo? , aggiunse, stavolta, con un tono addolcito. Non era un'accusa: voleva solo essere sicura. Voleva sapere. Voleva fidarsi. Lo voleva davvero.
     
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  6. Kojima4president
     
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    Sorseggiando il quinto bicchiere di quello che gli sembrava piscio dentro ad una bottiglia di whisky scozzese osservò D che abbracciava Lena e lei che lo respingeva vedendo il gesto alla stregua di una presa per il culo.
    Per un istante gli passò davanti agli occhi l'immagine della sua fidanzata, Elizabeth, rimasta a New York aspettando che lui andasse a prenderla per lasciarsi il mondo alle spalle... Il suo mondo alle spalle, il mondo di Nick.
    Ancora si chiedesse come fosse possibile che quella brava ragazza avesse deciso di restare con un tale figlio di puttana.
    Tornò nuovamente ai due ragazzi e versandosi ormai il settimo bicchiere di piscio, ma decise di restare in disparte e lasciarli fare.
     
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  7. Dave The Heartquake
     
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    Lena spinse via D molto malamente, scacciandolo con riluttanza come se fosse la creatura più orrifica che mai avesse calcato quelle terre. Il ragazzo, per nulla stupito dalla cosa, sorrise, mentre notava i lacrimoni che si erano accumulati negli occhi di lei

    Perchè mai dovrei farlo? Ti pare forse che io sia qui per scherzare?

    Il ragazzo tolse dalla tasca posteriore dei suoi pantaloni un fazzoletto, porgendolo a Lena

    Chiedi e ti sarà dato

    concluse, per poi rivolgersi a Nick

    Ehy Irlanda, come vanno le botte? Non vorrei che mi schiattassi qui, non avevo mai trovato nessuno abbastanza insano da dirmi che mi avrebbe fatto usare i miei stessi denti come supposte! Mi piace il tuo stile, dico davvero

    D continuava a sorridere, senza malizia, pareva che per un piccolo istante avesse recuperato tutta la serenità che mai aveva avuto nella sua vita
    no, no e ancora no. Non ti permetterò tutto questo, lo sai benissimo!
    E invece pare proprio di sì, ti sei indebolito, e sto imparando a controllarti TOTALMENTE

    Il volto di D si contrasse in una smorfia di dolore per un secondo, quindi si rialzò, sedendosi nuovamente sul letto, guardando i due, attendendo la loro reazione, mentre nella sua mente era in corso una guerra titanica fra due forze che oramai si equivalevano...
     
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    Lena guardò con occhio critico il fazzoletto. Poi di nuovo D.

    Adesso non esageriamo, fece.

    E tornò a sistemarsi sul letto, in una posizione raccolta, portando al petto le ginocchia.

    Quindi, risponderai a qualsiasi domanda? Proprio tutte tutte?, chiese. Apparentemente, era di buonumore. Come se nessuno dei pensieri precedenti avessero mai attraversato la sua mente, pochi istanti prima.

    Allora, dimmi, riprese, tormentandosi distrattamente una ciocca di capelli, sai perché siamo qui? Sul serio, intendo. Non è che salterà fuori che è tutto una specie di sogno, e in realtà siamo tutti drogati e legati nel retro di qualche negozio di venditori di organi, o cose simili?

    L'idea, in realtà, non l'aveva mai sfiorata. Aveva dato per scontato che fosse tutto vero, forse perché, in qualche modo, sperava che lo fosse. Perché, per lei, avrebbe voluto dire che, sì, esistevano altri mondi, e anche passaggi che vi conducevano. Ma, adesso che ci pensava, poteva anche non essere così. Dopotutto, per quel che ne sapeva, e per la logica che quel posto dimostrava, avrebbe potuto risvegliarsi a casa sua da un momento all'altro, come se nulla fosse successo. Ma anche rimanere lì per sempre...
    Quei pensieri la stavano facendo impazzire. Decise di aspettare, paziente, una risposta per volta.
     
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  9. Kojima4president
     
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    Aveva quasi svuotato la bottiglia quando D gli rivolse la parola, perdendo il conto dei bicchieri consumati.
    Mandò giù l'ultimo e gli rispose inarcando le sopracciglia.
    Ti consiglio di non provocarmi merdina, nel mio lavoro quelli come te ce li mangiamo per colazione.
    Detto questo si accese un'altra sigaretta e riprese a bere quello che sperava fosse whisky iniziando a pensare a come e dove poter recuperare qualche arma che non fosse improvvisata per non essere scoperto nella sua prossima passeggiata intorno al QG.
    Ce l'avranno da qualche parte un'armeria, no? Infondo i ricognitori sono sempre armati di tutto punto... Mah, certo che sta merda fa proprio schifo...
     
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  10. Dave The Heartquake
     
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    CITAZIONE
    Colonna sonora della prima parte

    D, sedendo sul letto, sistemando il cibo che era rimasto nei rispettivi contenitori, guardò Lena con fare mansueto e tranquillo. Aveva deciso che era ora di porre fine alla mascherata che era in atto da quando era lì, e che forse, far trasparire ciò che provava, o, per meglio dire, ciò che restava di quello che provava, potesse migliorare, anche se di poco, le cose

    Sì, Lena, risponderò a tutte le tue domande, anche quelle che non farai

    Disse sorridendo, guardandola per poi continuare in quello che sarebbe stato il suo discorso più lungo e profondo da quando era arrivato lì, ma soprattutto il più sincero

    Purtroppo non siamo in un film, non siamo addormentati nel retro di nessun spacciatore di organi maniaco, e nemmeno cose simili. Siamo davvero intrappolati, INTRAPPOLATI, in questa dimensione fra le dimensioni. Posso provare a spiegarti quello che ho scoperto, ma non sarà facile, è veramente lunga da dire

    Sospirò, continuando

    Chi finisce a Nowhere in genere ha solo una botta incredibile di sfortuna, capita al posto sbagliato nel momento più sbagliato possibile. Ma non finisce qui. I più fortunati vengono fatti a pezzi e divorati subito, senza soffrire. Per quanto paradossale sia, è così. Chi muore subito, è fortunato, significa che non ha un compito da svolgere qui, e che la sua vita doveva comunque finire anche sulla terra

    Poi la guardò, preparandosi a vuotare il sacco nella maniera più diretta possibile, per far arrivare immediatamente il concetto ai due

    Quindi, se siamo qui, se stiamo VIVENDO qui, a Nowhere, un motivo c'è, deve esserci

    Si alzò

    Durante le mie ricerche, ho trovato un sacco di indizi strani, un sacco di dati assurdi che mi facevano capire che sotto a tutto questo, qualcosa c'è. Ma non so cosa, e le mie ricerche servivano proprio a quello, a scoprire come uscire da questo posto. Ma vedi, le cose si sono complicate, e mi sono sfuggite di mano. Siete arrivati voi, e sono successi dei casini abominevoli. Pensavo di essere l'unico ad essersi Spezzato, e invece era già successo ad altri, fortunatamente in forma lieve. E' questo che succede a chi rimane qui

    Scoccò un'occhiata pesante ai due, fissandoli

    Alcuni di noi, mano a mano che rimangono qui, "diventano" parte del Nowhere, spezzandosi. Ed è spezzandosi che un semplice umano entra a far parte del sistema, e quindi Nowhere entra in lui, in piccola parte, donandogli capacità di controllo sul suo corpo esorbitanti, ma ad un costo altissimo, visto che queste anomalie non erano studiate per noi, ma per chi abita...

    si interruppe bruscamente, cadendo in ginocchio, con gli occhi stralunati

    Cucù

    Un sibilo leggero, nella sua mente. Poi, iniziò tutto


    CITAZIONE
    Colonna sonora della seconda parte

    Con uno scatto innaturale, D si piegò all'indietro, spalancando le braccia e iniziando ad urlare di dolore, mentre il suo petto iniziava ad espandersi in una massa di carne gigantesca. La carne, che si espandeva in continuazione, pareva una sfera di materiale gommoso in ebollizione, che continuava ad espandersi ad una velocità allarmante, formando grottesche forme lontanamente accettabili all'occhio umano

    Mi sono stancato di te, è ora di riprendere CIO' CHE E' MIO DI DIRITTO

    MAI, NEMMENO MORTO, FOTTUTO MOSTRO

    D, con tutta la forza che gli era rimasta, afferrò il grumo di carne in espansione, strappandolo con un urlo sovrumano per il dolore che stava provando. Dopo averlo strappato, lo scagliò contro il muro, per poi rialzarsi a fatica in quel lago di sangue e carne. Tenendosi con la mano sinistra gli organi interni mutilati orrendamente in una tremenda poltiglia di carne e ossa e sangue, con la destra si trascinava sul letto. Doveva mangiare, nutrirsi per richiudere le ferite. Era l'unica cosa che poteva fare. Ingerì rapidamente quel che era rimasto, e il suo corpo iniziò a pulsare rapidamente fra le urla agonizzanti del ragazzo. Parallelamente, l'ammasso di carne prendeva forma rapidamente, fino ad assumere quello che pareva l'aspetto di un normalissimo essere umano. D si alzò in piedi, mentre la sua gabbia toracica si richiudeva attorno al suo cuore pulsante e i suoi polmoni grondanti di sangue. Il fegato era ricostruito, e lo stomaco si stava riposizionando correttamente, mentre lo squarcio che aveva dal petto al basso ventre si richiudeva rapidissimo, senza lasciare alcun segno


    Quindi anche senza di me sei dotato di certe capacità

    La creatura parlò con un tono che fece gelare il sangue nelle vene dei presenti, come se una gigantesca entità maligna si fosse manifestata tramite quel corpo così uguale a quello di D... Si poteva dire che fossero identici. Ed infatti, lo erano, eccezion fatta per gli occhi del mostro, di un rosso così scuro da ricordare i riflessi del sangue venoso più scuro che si possa immaginare

    Ti ho ucciso una volta, posso rifarlo. Con o senza poteri

    Questo è tutto da vedere, bello mio, questo è tutto da vedere

    I due si guardarono per un secondo, fissandosi tremendamente. Le ferite di D erano completamente risanate, ma il cibo era finito. E sapeva che il mostro che aveva davanti aveva ben pochi limiti... Doveva farlo fuori subito, al primo colpo. O per loro sarebbe stata la fine, in quest'universo e negli altri

    Che la festa ABBIA INIZIO

    Disse l'alter ego di D, mentre si spostava rapidamente vicino al ragazzo, sferrando un calcio potentissimo in direzione del busto di D

    CITAZIONE
    Terza ed ultima parte, ENJOY!

    Il colpo arrivò dritto in mezzo al busto di D, che lo bloccò con entrambe le mani, spostandosi leggermente all'indietro. Il clone si allontanò con un rapido balzo, guardandolo divertito. D si posizionò pronto per l'offensiva, sapeva benissimo che il livello fisico fra lui e il suo alter ego era uguale. La differenza era il livello mentale

    Ti faccio il culo

    Forse in qualche altra dimensione, cocchino

    Lo scontro vero e propriò iniziò in quel momento, lo scambio di colpi fra i due era impressionante. Pugni, calci, parate, controparate, schivate. I due si muovevano agilissimi nella stanza, picchiandosi senza esclusione di colpi. Ma i due erano alla pari, e nessuno riusciva a spezzare la guardia dell'altro. D decise di fare un tentativo. Scattò in avanti, fingendo di sferrare un diretto nel muso dell'alter ego. All'ultimo, però, facendo un passo laterale rapidissimo, girò il braccio, in modo da evitare quello che il suo avversario avrebbe frapposto fra il suo e l'obiettivo. Il clone non ci cascò, bloccando con la mano il colpo di D, che sorrise

    Ma che...

    Il rumore secco della testata di D pervase la stanza per un secondo. Il clone indietreggiò, con il naso distrutto, urlando per il dolore. D, compiaciuto, si rimise in posizione, osservandolo

    Carino, ma non come questa!

    Per un secondo, il clone sparì alla vista dei presenti. D sgranò gli occhi, si era scordato che anche lui aveva i suoi stessi identici poteri. Se ne rese conto troppo tardi, quando la sua testa era ormai stata schiacciata contro il pavimento. E mentre il clone teneva con la mano sinistra la testa di D bloccata, con la destra sferrava pugni su tutta la schiena del ragazzo, che urlò per il dolore. Dopo un secondo, con un rapido movimento di gambe, D, malconcio, si liberò dalla presa del mostro, guardandolo negli occhi

    Proviamoci, non ho altre carte

    pensò, mentre incrociava le braccia, fissando la sua copia


    Tutto qui? Sei patetico

    Ah sì? Ora ti ammazzo, CREPA!

    Era il momento. Gli occhi di D si illuminarono per un secondo di una luce rossiccia, mentre il ragazzo urlava. Un bagliore proruppe nella stanza, abbagliando i presenti. Quando la luce cadde, e Nick e Lena ripresero a vedere, D e il suo clone giacevano a terra, privi di sensi...

    CITAZIONE
    IMPORTANTE
    qui D ha riportato nella "sottodimensione" del mostro suddetto mostro, quindi questi eventi VOI non li vedete

    Ma che diavolo?

    Ti ho portato in un posto che conosci, che ricordi, e che conoscerai meglio a breve, mostro

    NO! NON PUOI! NON PUOI!

    Oh sì che posso, viscido essere, non tormenterai più il Nowhere, preparati a morire


    D sorrise, allargando le braccia

    Lui ti ucciderà, CI UCCIDERA' TUTTI, NON PUOI FARLO!

    Troppo tardi

    Gli occhi di D divennero rossi come il fuoco, mentre attorno a lui si addensava energia nera come la pece. Il raggio che uscì dalle sue mani investì completamente il clone, che si dissolse in un singolo istante, lanciando un ultimo, disperato grido. D, stremato per lo sforzo, cadde in ginocchio, osservando una figura che si stava delineando innanzi a lui

    Molto bene, pare che qualcuno si sia guadagnato la libertà

    La creatura sorrise, malvagia, squadrando il ragazzo

    Torna in te, i tuoi amici sono pensierosi, ci incontreremo di nuovo presto, molto presto

    Una risata maniacale riecheggiò nell'oscurità di quella dimensione parallela, mentre D lentamente la abbandonava per rientrare nel suo corpo


    CITAZIONE
    IMPORTANTE
    da qui invece, vedete tutto

    Che cazzo...

    Furono le uniche parole che gli uscirono dalla bocca quando, ripresi i sensi, si guardò intorno, vedendo Lena e Nick ancora al loro posto. Ci era riuscito, aveva sconfitto quel parassita che si portava dentro. Ma non poteva festeggiare, visto che, dopo essersi accertato di essere tornato nella realtà del Nowhere, per quanto potesse essere poco reale, svenì, a causa della stanchezza

    CITAZIONE
    importantissimo!!!!!!!
    con questo post ho concluso il reboot del personaggio, ora provvederò a sistemare l'infracto e modificarne le abilità per renderlo a tutti gli effetti un Pg giocabile e non più un Png come era stato ideato^^



    Edited by Dave The Heartquake - 27/9/2012, 18:51
     
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    Guardò di sfuggita Nick, che aveva nuovamente risposto a D per le rime. Lo scambio di battute tra i due si faceva più teso ad ogni frase, e Lena si aspettava che, da un momento all'altro, sarebbe esplosa una sorta di rissa. Rissa dalla quale uno dei due non sarebbe uscito vivo.
    E poi, finalmente arrivò. Una spiegazione. Una cazzo di spiegazione. Soddisfacente da certi punti di vista, frustrante più di prima da altri, ma era pur sempre una spiegazione. Risposte. Quello che chiedeva da un'infinità di tempo- anche dove il tempo non c'era.

    D'accordo, fece, durante una delle pause di D. Ma, precisamente, scientificamente, cos'è Nowhere? Voglio dire, ci troviamo in un'altra dimensione? Si è aperto una sorta di varco, e noi ci siamo finiti dentro, è così?

    D aveva detto tutto, e non aveva detto niente. Aveva una risposta generica alle sue domande, ma non sapeva ancora cosa tutta quella situazione avrebbe comportato materialmente. Ma, d'altronde, era probabile che neanche lui lo sapesse. Anzi: se era stato sincero, non lo sapeva affatto.

    E, dimmi...., iniziò a dire, quasi in un sibilo. Ma grida di dolore la interruppero, facendola sobbalzare.

    Lo spettacolo che le si presentava dinnanzi era... raccapricciante. Dal corpo di D stava fuoriuscendo una specie di materia molliccia e rossastra, che somigliava spaventosamente ad un ammasso di viscere, pulsante, viscido.

    Disgustoso, pensò, storcendo il naso.

    Avrebbe dovuto essere impressionata, anche spaventata, forse, ma dopo tutto il casino che avevano affrontato prima in spiaggia, aveva la mente troppo stanca per reagire in maniera appropriata. In più, la situazione che aveva davanti agli occhi era di un'assurdità tale da non lasciarle ampia scelta su termini e reazioni.

    Il grumo di viscere volò per la stanza, lanciato da D. E, dopo poco, quella stessa pallottola di carne, stava prendendo forma.
    Una forma umana.
    La forma di D.

    Il doppio di D parlò. La sua voce era, al contempo, del tutto identica e completamente diversa da quella dell'originale. L'altra loro differenza erano gli occhi: quelli del doppione, infatti, parevano dipinti di rosso vermiglio.
    I due lottarono per un po', ed erano talmente agguerriti che Lena dovette ritirarsi nell'angolo più remoto della stanza, pur di non rimanerci sul colpo.
    Grumi pulsanti e sanguinolenti, calci, pugni, e cazzate simili fu tutto ciò che riuscì a cogliere, per lunghi, lunghissimi istanti. Ad un certo punto, fu perfino semi-accecata da un bagliore di luce intensissima, che le impedì di vedere.
    Quando i suoi occhi si furono ripresi dal dolore causato dalla luce improvvisa, Lena vide che entrambi i combattenti erano a terra.
    Attese qualche istante, rimanendo in guardia.
    Niente. Sembravano essere entrambi svenuti.
    Con il massimo della cautela, prese ad avvicinarsi ai corpi. Lentamente. Con la mano sull'arma.
    E, infine, si fermò. Ancora nessun cenno di vita.

    Bene. Questa volta ce lo siamo giocato, mormorò, una punta di sarcasmo e acidità nella sua voce.

    Come in risposta, quella specie di doppelganger di D ebbe un fremito. Dopodiché, iniziò a svanire, tornando nel corpo dell'originale.
    Almeno, sperava fosse l'originale.
    Poi, D sembrò svegliarsi. Più o meno, insomma. Borbottò qualcosa, si guardò intorno per una manciata minima di secondi, dopodiché si accasciò nuovamente sul pavimento.

    Io lo ammazzo. Se non è morto adesso, lo ammazzo io, dichiarò Lena, voltandosi verso Nick. Almeno, la situazione sembrava essersi arginata. Per il momento.
     
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  12. LoreElite
     
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    Un giorno come un altro, all' interno del QG.
    Sempre che di "giorno" si potesse parlare. Era ormai ovvio il non scorrere del tempo in quella strana... dimensione, o come diamine la si volesse chiamare.
    Lui la sentiva più come un universo alternativo, un pò come l' Universo Ultimate per la Marvel. Solo che in quell' universo i poteri fighi ti facevano schizzare di testa.
    Così, nella sua "giornata" circondata da azioni inutili quali mangiare e fumare cicchini a ruota libera, decise che avrebbe fatto un ulteriore giro del QG.
    Mangiare era una delle attività che era salita nella top 10 del ragazzo. Anche se in quell' universo alternativo non aveva una grande utilità, il muovere ritmicamente le mandibole macinando chili e chili di biscotti e altri troiai lo aiutava.... a far passare il tempo.
    Anche se di tempo non ce n' era.

    BASTA! devo riuscire a stabilire una dannatissima convenzione per il tempo! CRISTO, STO IMPAZZENDO!

    Era pressochè sicuro che una volta che avesse trovato il modo di stabilire un qualche modo per misurare lo scorrere del tempo avrebbe continuamente gridato l' ora, facendo seguire un "E TUTTO VA BEEEEENE!"
    Seriamente, non ci credeva nemmeno lui, ma non ne poteva più di non sapere che ore fossero.
    E sì che le cose in quel mondo di solito bastava immaginarsele... O meglio, non era vero neanche quello. Pareva fosse vero solo con la credenza che magicamente si riempiva di continuo. Ovvero con le cose inutili. Però era figo.
    "Vorrei un pollo arrosto"
    "Tieni, tanto non sa di nulla qui. EPICTROLL."
    No, doveva trovare una dannatissima soluzione per ovviare al sistema del tempo. Mentre continuava a trangugiare biscotti, seduto al tavolo di cucina, si mise a rimuginare, oltre che a ruminare. Pensava, pensava.... Eppure un modo ci doveva essere... Ripensò a quello che aveva studiato di fisica sulle unità di misura... Tanto lì in quella dimensione o si combatteva mostri e ci si cagava in mano dalla paura, oppure si facevano discorsi del genere. La via di mezzo , l' unica via di mezzo, era quando si cominciava ad esulare un pò dai soliti argomenti, ma quei momenti duravano sempre (troppo) poco.
    A giusta ragione, ovviamente. A nessuno piaceva essere lontano da casa.

    Un campione.... mi serve una misura campione, il più possibile immutabile..

    Pensava, mentre ancora masticava il biscotto che aveva messo in bocca poco prima.

    CI SONO! Non sarà un campione perfetto, anzi, fa decisamente schifo come scelta di un campione, ma d' altronde non ho nulla da fare... ed è sempre meglio di non fare niente!

    Il biscotto sarebbe stato il suo primo campione.
    D' altronde, non avendo strumenti con cui misurare con accuratezza il lasso di tempo in cui una parte infinitesimale di materia si modifica o si muove, non gli restava altro che basare il suo tempo sul quanto ci metteva a masticare un biscotto, cercando di farlo con la maggiore regolarità possibile. Una volta entrato in testa il ritmo, doveva solo ideare un marchingegno che lo riproducesse e da lì creare qualcosa che in base a quel ritmo scandisse il vero tempo.
    E tutto a partire da un fottutissimo biscotto al gusto di polistirolo.
    Prese quindi il pacco di biscotti, e di fretta si incamminò verso la libreria. Lì avrebbe preso dei libri ( scelti puramente A CASO , dato che non riusciva a leggerne nemmeno uno. Magari quella volta il fato lo avrebbe aiutato, facendogliene trovare uno in francese, o comunque in una lingua occidentale.), della carta e una penna.
    Si diresse quindi verso il dormitorio, dove sperava di poter "studiare" con calma.
    Con entrambe le braccia occupate a sostenere il peso dei libri e del resto del suo "materiale di studio", goffamente aprì la porta del dormitorio abbassando la maniglia con un gomito. Entrò dentro alla stanza e.....

    Cristus!

    Per poco non gli caddero i libri e i biscotti di mano.
    D era a terra, e tutte le pareti erano ricoperte di sangue. Accanto a lui c' erano Lena e il tizio con cui era andato a giro per il Nowhere tempo addietro.

    tempo, tempo.... ancora TEMPO! CAZZO!

    Qualcuno mi spiega cosa diamine succede qui?

    Chiese, con un' espressione un pò stralunata. Le stranezze certo non mancavano in quel posto, vero. Ma mai erano state così.... sanguinolente.
     
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  13. Kojima4president
     
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    Nick continuò a versarsi da bere. Ormai si era scolato quasi tutta la bottiglia mentre ascoltava quello che D stava dicendo a Lena.
    Trovava quel racconto abbastanza interessante mentre analizzava parola per parola alla ricerca di indizi per trovare un modo per tornare a casa. Ma quando sembrava che il ragazzo stesse per rivelare delle informazioni fondamentali fu preso da violenti spasmi e gli si gonfiò il torace. Dal corpo del ragazzo si formò una palla che si strappo' via e lanciò dall'altra parte della stanza, imbrattandola di sangue e lasciandolo con uno squarcio che partiva dal petto e terminava nel basso ventre che si teneva con entrambe le braccia per non far uscire tutto ciò che vi era dentro. D si portò quindi al letto dove, mentre mangiava furiosamente quello che aveva a tiro, si ricompose letteralmente.
    A quella vista Nick fece un balzo dalla sedia lasciando cadere sul pavimento il bicchiere con dentro ancora del whisky che andò a mescolarsi col sangue del risvegliato.
    Cosa cazz...
    In vita sua era stato un sicario della malavita, l'omicidio rientrava tra le sue mansioni quasi quotidianamente. Aveva assistito anche a numerosi tipi di tortura, era abituato alla violenza e al sangue. Ma quando succedeva sapeva cosa doveva accadere.
    Questo evento invece era stato improvviso, non si immaginava minimamente quello che sarebbe avvenuto sotto i suoi occhi, e dovette ricacciare a fatica un conato di vomito al sapore di piscio scaduto e tabacco bruciato.
    Tenendo la bottiglia ben salda in mano fece per avvicinarsi a D per soccorrerlo, però una voce identica a quella del ragazzo, ma in qualche modo lontana da una voce normale, attirò la sua attenzione.
    Si voltò verso quella voce e vide D in piedi dove una volta c'era la palla di roba organica.
    Sgranò gli occhi girando lo sguardo da una parte all'altra della stanza.
    Holy crap!
    C'erano due D identici praticamente in tutto: stessi pantaloni, stessa maglietta strappata, stesse scarpe... Ma il secondo aveva un qualcosa di diverso che in un primo momento Nick non riusciva a cogliere. Qualcosa che aveva a che fare con gli occhi, che sembravano spiritati.
    I due D si scambiarono qualche battuta rapida poi si scagliarono uno contro l'altro dandosele di santa ragione.
    Ma che razza di trip mi sto facendo...
    Guardò la bottiglia che aveva in mano con aria stranita.
    Che sia stata questa roba qui?
    L'attimo di distrazione era bastato perché i due cascassero a terra con un tonfo sordo.
    Fissò i due corpi apparentemente senza vita e fece qualche passo per avvicinarsi spostando la sedia.
    Lena e Nick si scambiarono quindi uno sguardo e si avvicinarono a D.
    Non rispose alla ragazza, visibilmente preoccupata.
    Quando D si svegliò il corpo del doppio si fuse nuovamente col ragazzo.
    Tutto apposto merdina?
    Nello stesso istante si aprì la porta della camerata e si affacciò un altro ragazzo che portava con se biscotti e una pila di libri.
    Il nuovo arrivato aveva un'aria familiare, ma sul momento non gli venne nulla in mente.
    Hey, salve.
     
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  14. Dave The Heartquake
     
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    Che cazzo è successo?

    Il ragazzo aprì gli occhi lentamente, sentendo un brusio nella stanza in cui si trovava. Osservò per qualche attimo Nick e Lena, per poi spostare lo sguardo sul nuovo arrivato

    Il rompicoglioni! Di lui mi ricordo!

    si disse, ricordando dell'episodio di Bea, quando lui voleva fare delle analisi sulla ragazza che stava male e lui ed un altro non volevano permetterglielo. Gente strana, persino fra i risvegliati


    State tutti bene?

    Chiese con tutta la nonchalance del mondo, tirandosi a sedere sul letto, tutto indolenzito, guardandosi attorno e notando che la stanza era interamente imbrattata di sangue. Decise di starsene in silenzio, attendendo che i tre reagissero al suo comportamento

    Comunque io sto bene Nick, grazie, e non vedo perchè Lena debba uccidermi

    Aggiunse, mentre cercava fra i sacchetti di cibo sparsi qualche rimasuglio da ingurgitare...

    ORDINE DI POST NUOVO:
    1.Io
    2.Eiko
    3.Kojima
    4.Lore
     
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    Anche Lore li aveva raggiunti. Ed era comparso nel momento sbagliato. Almeno, sbagliato per lui: non l'aveva entusiasmata troppo assistere allo spettacolo di una pallottola di viscere vomitate. E, insomma, c'era sangue ovunque.

    Uno schifo, Lore, replicò, tentata di sferrare una pedata a D. Possibile che non ricordasse nulla, di quanto aveva fatto poco prima?
    Ecco che succede.

    Volse di nuovo lo sguardo verso D, che sembrava noncurante ed ignaro di tutto.

    Come sarebbe a dire, D? Davvero non ti sei reso conto di cos'hai appena fatto?
     
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19 replies since 24/9/2012, 23:45   207 views
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