It's always time for tea

Role libera, aperta a tutti

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    Lena stava armeggiando con il bollitore, cercando di capire se funzionasse, o se le sarebbe esploso in faccia.

    "Naturalmente, mi esploderà in faccia. Che domande", pensò, mentre accendeva il fornello. Era già tanto che non si fosse bruciata le sopracciglia; regolare quella fiamma era impossibile.

    Mentre aspettava che l'acqua bollisse, si appoggiò con la schiena ad uno dei ripiani, estraendo sigaretta ed accendino dalla tasca della camicia a quadri. Ripensò ai tempi in cui si trovavano lì, in cucina, lei e gli altri, condividendo assurdità e biscotti. Quando ancora c'era Claudia, e Bea. Chissà dov'erano finite... Si rifiutava di credere che fossero morte. Non voleva pensarci.
    Infilandosi la sigaretta tra le labbra, prese a rovistare nella dispensa, alla ricerca di biscotti. Il sapore sarebbe stato uno schifo, naturalmente, ma non le importava. Aveva bisogno di qualcosa che le tenesse compagnia, e che la distraesse. E i prescelti di quella sera erano tè è biscotti di dubbia origine.
     
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  2. BlackieTheCat
     
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    Avrebbe seguito l'aroma di te e biscotti, se ce ne fosse stata la possibilità, ma profumi e sapori erano solo alcuni dei lussi che Nowhere non avrebbe mai concesso loro. Al diavolo, ne avrebbe fatto a meno, in barba a quel mondo perverso.
    ...
    Cat sapeva di mentire a se stesso, considerando quanto gli mancasse gustare cibi di ogni genere. Può ancora ingozzarsi, ovvio, solo che il sapore raffermo condiviso da ogni pietanza non stimola molto il desiderio di nutrirsi. Ah, giusto, nemmeno quello avevano, almeno non così intenso e necessario come di norma. Insomma, il cibo si era ridotto quasi ad un optional, ad un lusso che di quello non aveva nemmeno il sapore.
    Dunque non fu seguendo l'aroma di merenda britannica che raggiunse la cucina ma solamente per puro vagare errante dovuto alla noia. Non che il mondo esterno al quartier generale fosse tedioso, solo che risultava spesso risultare altrettanto letale. Ed era probabilmente là fuori che parte del loro gruppo viaggiava sperduta, forse addirittura intrappolata in attesa di aiuto. Forse addirittura morti. Ma bando al peggio, era in cucina, l'ambiente più accogliente che conosceva. E chissà, forse lo stesso aveva pensato anche Lena che in quel momento stava occupando la stessa stanza appena raggiunta da Cat.

    - Trovato qualcosa di lontanamente appetitoso?-

    Domanda teoricamente inutile dovette constatare. Ma non poteva smettere di sperare, nel profondo.
     
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  3. Kojima4president
     
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    Varcò la soglia della cucina, coi capelli arruffati e l'aria ciondolante.
    Si era svegliato da poco da un riposo privo di consistenza e cercava qualcosa per riavviare i neuroni da quella dormita rinfrescante quanto un dopo sbronza.
    Non si sentiva stanco, d'altronde non poteva, ma si sentiva ugualmente confuso e spaesato.
    Come se non bastasse la benda che si era tolto prima di stendersi era sparita da sopra al comodino su cui l'aveva lasciata e non riusciva a trovarla da nessuna parte, quindi teneva l'occhio sinistro chiuso per evitare scene come quella con Lore non molto tempo prima.
    Non gli andava molto a genio che si sapesse della sua eterochromia.
    Gli occhi, uno marrone e l'altro azzurro, lo facevano sembrare un husky e visto il suo mestiere, se così lo si può definire, prima di finire in quello strano posto abitato da ragazzini e creature poco rassicuranti di ogni forma e dimensione passare inosservato era d'obbligo.
    Nick si guardò un po' in giro squadrando la stanza cercando di metterla a fuoco a causa dell'occhio chiuso e della confusione.
    Dopo qualche secondo fermò lo sguardo verso i fornelli, da cui gli era sembrato provenissero delle voci e vide Lena che fumava e un altro ragazzo che non aveva mai visto prima.
    SalveDisse avvicinandosiAvete per caso visto la mia benda? L'avevo lasciata sul comodino ma ora non c'è più.
     
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    -Ehi, Cat-, salutò, senza interrompere la sua ricerca. -Cercavo qualcosa che fosse almeno carino da vedere, ma, a quanto pare, è chiedere troppo. Voglio dire, niente sapori, o sapore di cartone masticato, ma un po' di estetica, almeno? Eh?-.

    Rovistò nervosamente per quelli che le sembrarono minuti interminabili, quando il fischio del bollitore la fece sobbalzare, facendole rischiare un trauma cranico.
    -Potresti spegnermi il fuoco, per favore?-, chiese al ragazzo, afferrando un sacchetto di carta scuro, e portandolo alla luce con aria trionfante.

    -Ah! Vi ho trovati, piccoli bastardi! Oh, ciao, Nick-. Si voltò verso l'ultimo arrivato, e, in effetti, notò che il suo volto era privo della benda che gli aveva visto indossare... beh, da quando l'aveva incontrato. Si limitò a scuotere la testa.

    -No, mi dispiace. Hai provato a guardare in Infermeria? Forse lì c'è qualcosa che puoi utilizzare, in caso non la trovassi-. Mentre parlava, radunò tutte le scatole di tè che riusciva a trovare, giocherellandoci, annusandole. -Chi vuole del tè?-.

    Edited by Eiko Bones. - 13/4/2013, 23:43
     
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  5. BlackieTheCat
     
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    -Effettivamente l'aspetto è l'unica cosa su cui possiamo contare per ora sul cibo.-
    Si diresse verso il bollitore fischiettante per farne cessare il rumore,girando la manopola con estrema cautela ('per quanto ne sapeva poteva rimanergli in mano per quanto affidabile appariva) e spegnendo il fuoco che aveva orami compiuto il suo dovere.
    -O forse potremmo cercare di insegnare a questo mondo che sapore ha un buon tè.-
    Nel frattempo una nuova presenza fece la sua entrata, l'aspetto stravolto con tanto di capelli scompigliati e occhi chiuso a contornare un'aura di torpore. Per quanto riuscisse a ricordare non aveva mai incontrato prima quella persona quindi tanto valeva presentarsi e, nel caso si fosse sbagliato, scusarsi senza troppi problemi. Perché quelli veri, di problemi, solitamente costavano la vita in quel posto.
    -Non sono sicuro di conoscerti... Comunque io sono Lucio, piacere.- Si limitò ad un cenno con la mano, evitando ogni contatto non necessario. -Puoi chiamarmi anche Cat se preferisci, è lo stesso.-
    Alla parola 'tè' la sua attenzione fu subito catturata dalla ragazza, che in qualche modo era riuscita ad arraffare un buon numero di scatolette della suddetta bevanda.
    -Mi hai letto nel pensiero, ci vorrebbe un buon tè!- Si fermò per nemmeno un istante, a rimuginare su ciò che aveva appena detto. Odiava quando le parole uscivano troppo alla svelta formando frasi su cui non era ancora definitivamente sicuro. Per questo aveva sempre preferito scrivere, poter avere il tempo di pensare prima di esporre il proprio pensiero.
    -Oddio, che poi buono non saprei... Diciamo che almeno sarà tè.-
    Ancora una pausa, prima di tornare ad analizzare la new entry di quella merenda improvvisata.
    -... Almeno spero.-
     
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  6. Morthag
     
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    Wade non aveva ancora fatto in tempo ad essersi ambientato che già aveva litigato con la femme fatale del luogo

    Duchessa... da stendere, in tutti i sensi

    si disse soddisfatto, mentre girovagava per i corridoi del Qg, cercando altre persone con cui parlare. In fin dei conti voleva capire dove si trovava, e per farlo avrebbe dobuto trovare qualcuno che era lì da più tempo di lui. Dopo aver fatto qualche svolta e aver girovagato per un pò, sentì dei rumori provenire da una stanza in fondo al corridoio che stava percorrendo


    Sticazzi

    Si lasciò sfuggire una volta entrato. Non una, ma ben tre persone nello stesso posto, bingo. Un ragazzo con i capelli lunghi e la pelle decisamente pallida, un armadio a due ante che aveva l'aria di essere più duro di quanto potesse sembrare e una ragazza che gli fece venire un tuffo al cuore

    Sembra proprio...

    Pensò, mentre entrava nella stanza in maniera piuttosto tranquilla, guardandosi in giro. L'ambiente, piuttosto spazioso, era illuminato da lampade sparse un pò ovunque. La grande vetrata doveva far entrare luce, ma lì non c'era luce, c'era solo un grigiore strano che non capiva bene cosa fosse


    Ciao belli, chi ha voglia di spiegarmi bene come funzionano le cose qui?

    disse con il suo solito tono arrogante, sedendosi distendendo le gambe sul tavolo, osservando i tre che erano nella stanza
     
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    -E tè sia-, commentò Lena, armeggiando con buste, tazze e bollitore. -O cosa-color-tè-che-sembra-tè-, aggiunse, accennando un sorriso. Non le capitava spesso di ridere o sorridere, a Nowhere: trascorreva troppo tempo da sola. E quando non era sola, inseguiva un Ricognitore. E quando non era sola e non inseguiva un Ricognitore, era troppo impegnata a correre e a salvarsi la vita.

    Una nuova voce le fece alzare la testa. Non sapeva chi si aspettava, ma si ritrovò davanti un ragazzo. Un uomo. Una montagna. Il nuovo arrivato fece in modo di sentirsi subito a casa propria, mettendosi comodo.

    -Come funzionano le cose qui? Tieni i piedi giù dal tavolo, tanto per cominciare-, fece, ma senza alcuna irritazione nella voce. -Sei nuovo? Quando sei arrivato? Io sono Lena. Come ti chiami? Ah, vuoi un tè?-.

    La mancanza di contatti sociali si faceva sentire, e le parole sembrarono uscirle a fiumi dalla bocca, mentre proseguiva a prepapare il tè, con una certa energia, quasi saltellando. Troppo silenzio, troppo a lungo. Voleva voci, voleva parlare. Se parli, non pensi.

    Kojima, re-inserisciti pure quando vuoi: qua andiamo avanti a nastro e senza pietà, così non teniamo bloccata la role
     
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  8. BlackieTheCat
     
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    -Oppure ancora cosa-color-tè-che-sembra-tè-e-che-speriamo-non-ci-uccida.-


    Cercò di velare una risatina nel vedere Lena rimproverare il nuovo arrivato; aveva pensato alla stessa cosa ma l'esecuzione di lei era stata impeccabile. Lo stesso valeva per le domande che la ragazza porse al bestio, anche se quello era dovuto alla sua generale curiosità riguardo le cose che non conosceva. Diversamente da lei però Cat porse la sua domanda con fare più pacato, tranquillo, il tono di voce alto il giusto per farsi sentire rimanendo nei pressi della finestra, giusto per gettare qualche occhiata al di fuori di essa.

    -Il punto, 'bello', è che le cose qua non funzionano. O almeno non come sei abituato. Diciamo che si arriva qui dal nostro solito mondo in modo ancora ignoto, anche se si ipotizzava uno shiftamento dimensionale o simle l'ultima volta che ho sentito in giro.-

    Lo sguardo ora si divertiva a passare dal cupo panorama oltre il vetro opaco alla teiera contenente il liquido che sperava non fosse per loro letale.

    -E questo, di mondo, è molto poco accogliente, se non hai ancora avuto modo di constatarlo al tuo arrivo. Certo, ci sono i Ricognitori e il QG come punti di riferimento, ma è ancora da vedere per quanto sarà così.-
    La mano scivolò pigra nella tasca destra dei jeans, andando a carezzare la chiave che portava sempre con sé come riferimento ad un qualcosa di cui non era certo neppure lui. Più semplicemente, forse, era solo un oggetto che aveva trovato e gli era piaciuto in modo particolare.

    -E ora non ci resta che capire come tornare a casa... Ecco, si può dire che funzioni in questo modo, da queste parti. Almeno, per quanto riguarda noi.-
     
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  9. Morthag
     
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    Dei tre, solo la ragazza e il più piccolo fra i due li presenti parlarono. La ragazza sembrava essere chiaramente disturbata, come se non avesse un contatto umano "diverso" dal solito da tempo. Come se vedesse quelle solito quattro facce da secoli. Inoltre parlò con un tono di voce piuttosto tranquillo, troppo tranquillo. Lei parlò per prima

    Solo perchè mi ricordate una persona cara accontenterò la vostra richiesta, maestà!

    e aggiunse, sorridendo

    Certo, è dai tempi dell'America che non bevo un tè decente. Ne sarei piuttosto estasiato

    Sorrise nuovamente, con una falsità e una rabbia repressa che non solo non erano affatto nascoste, ma anzi accennavano ancora più la sua grottesca espressione. DOpo aver tolto i piedi dal tavolo ed essersi seduto come dio comanda, Wade guardò nuovamente Lena, rispondendole

    Sì, sono arrivato da poco, non so quanto, ma l'importante è essere arrivati, no? E mi chiamo Wade, molto piacere, Lena

    poi, cambiando completamente espressione, alzando e volteggiando una mano in aria come a dipingere il nome di lei, disse con tono alquanto spensierato

    Lena... si addice ad un angelo questo nome!

    Sorrise, guardandola per un secondo. Poi venne il turno del ragazzo, che parlò in maniera pacata e con un tono di voce leggermente alterato per essere più alto. Wade sorrise, erano anni che qualcuno non si permetteva di alzare la voce con lui. Scattò in piedi, iniziando a camminare per la stanza, squadrando Cat, che era alla finestra

    Forse è poco accogliente per i FINOCCHIETTI come te, cocchino. Ne ho visti di mocciosi come te in discoteca, e ne ho mandati altrettanti in ospedale. Per fortuna esiste una legge che vieta di eliminare certi ladri d'ossigeno

    Aggiunse, muovendo le spalle con fare minaccioso, come se stesse caricando un colpo. Si portò vicino al muro e iniziò a colpirlo ripetutamente, con forza e velocità degne di un campione dei pesi cruiser

    Come vedi, cocchino, non ho alcuna paura di fare a cazzotti con le "cose" la fuori. E non tirarmi in ballo la cazzata che "ci sono avversari che non possono essere presi a pugni". La violenza è la soluzione di tutti i problemi, e se i problemi persistono signifca che non ne stai usando abbastanza

    Detto questo, si avvicinò a Cat, era ad un braccio di distanza da lui, e iniziò a guardarlo male. Pareva emanasse un'aura di rabbia. Gli facevano girare gli ingranaggi soggetti simili. Cat poteva essere anche il miglior ragazzo del mondo, ma agli occhi di Wade non era altro che un patetico ladro d'ossigeno, e per questo meritava solo ed esclusivamente legnate


    spero che come post vada bene, non voglio ledere la sensibilità di nessuno, stò solo cercando di mettere in gioco il "passato" da buttafuori che odia 3/4 della popolazione mondiale. Se non va bene, ovviamente cambierò!
     
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    Lucio fu molto meno diplomatico di lei, nel rispondere al tizio, Wade, che almeno le diede retta. Quasi non ci sperava: di solito, non la ascoltava nessuno.

    -Non sperare che sia decente-, fece, posandogli una delle tazze davanti. Ignorò il commento sul suo nome, limitandosi a rispondergli con un'occhiata torva.

    Consegnò un'altra tazza nelle mani di Lucio, e ne prese un'altra per sé. Mentre lui e Wade battibeccavano, si limitò ad appoggiarsi ad uno dei mobili, spostando lo sguardo dall'uno all'altro. Non le piacque il punto di vista di Wade, e, valutando la sua stazza, le cose stavano per prendere una brutta direzione.

    -Basta, vi prego-, commentò, stizzita. -Per una volta che siamo lasciati in pace, non osate mettervi a fare a cazzotti-.

    Sorseggiò il suo tè (acqua calda), prendendo ad osservare fuori dalla finestra, distrattamente.
     
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  11. BlackieTheCat
     
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    -Peccato che le 'cose' là fuori non siano dei muri.-

    Cat non si smosse di un millimetro, del resto aveva visto cose ben peggiori e di cui avere veramente timore. Non voleva nemmeno causare quel conflitto, si era solamente limitato a rispondere alla domanda che era stata posta loro. A quanto pare quella cosa del 'tono involontario' lo perseguitava persino a Nowhere.

    -Devo veramente cercare di capire cosa c'è che non va quando parlo.-

    Prese la tazza da Eiko e ne sorseggiò appena il contenuto, reagendo con un'espressione di neutra consapevolezza. Certo non poteva aspettarsi di poter bere finalmente un tè come si deve, dato che tutto ha lo stesso sapore di... Beh, di tutto.

    -Non era mia intenzione Lena, nè prima nè ora. Anzi, non vedevo proprio l'ora di godermi finalmente un po' di tranquillità.-

    Gli dispiaceva aver causato quella reazione nella ragazza, seppur involontariamente. Diamine, era per questo che non sopportava i tipi come Wade. Aveva però cercato di utilizzare un tono pacato e senza alcun velo di emozione differente dalla serenità e compostezza. Nemmeno mentre fissava il ragazzo che aveva di fronte, al quale invece non sembrava dispiacere l'idea di una rissa.

    -Sinceramente Wade? Farai bene a cambiare presto idea se vuoi sopravvivere qua. Perché ci sono cose che non puoi prendere a pugni, oh sì. E tutte le altre... Diciamo che non gradirebbero essere prese a pugni, e non ci penserebbero due volte a fartelo notare nel peggiore dei modi.-

    Ignorò volutamente il resto del discorso che gli era stato rivolto contro, dato che non c'era alcun motivo di dargli peso. Tutte parole senza senso per lui, sia in un mondo che nell'altro. Bevve un altro sorso del facciamo-finta-sia-tè, riuscendo con un pizzico di immaginazione a goderselo veramente, rimanendo alquanto sorpreso della cosa.

    -Ma lungi da me impedirti di fare come vuoi tu. Cerco solo di fare in modo che nessuno ci rimetta le penne, dato che più siamo e meglio è. Soprattutto più interi siamo.-

    Quella che aveva davanti era una bomba ad orologeria, pronta a scoppiare alla minima sollecitazione. Per quanto ne sapeva una scazzottata forse era proprio ciò che voleva e quindi ogni risposta di Cat sarebbe stata usata contro di lui. Tanto valeva cercare di venirne fuori, almeno sapeva d'aver agito nel giusto.
     
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  12. Morthag
     
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    Wade si fermò un secondo, osservando la scena alquanto divertito e sconcertato. L'omaccione se ne stava ancora in disparte, come se fosse distratto da qualcosa. La ragazza, invece, dopo aver posato la tazza sul tavolino vicino gli disse qualcosa sul sapore del tè. Wade non capì, e prese la tazza.

    Che intende con non sperare che sia buono?

    si chiese, mentre assaggiava la bevanda. Sentì il calore del liquido spostarsi dalla bocca fino allo stomaco, ma del sapore non vi era traccia alcuna. Non era nemmeno come bere acqua. Era semplicemente qualcosa di caldo che si spostava nel suo corpo. Una sensazione decisamente orribile

    Che posto assurdo... la roba non ha sapore, vuoi vedere che non mi serve nemmeno respirare?

    Si disse, pensando alle potenzialità che avrebbe potuto sviluppare sottoponendosi a degli allenamenti in quel posto. Se mai un giorno sarebbe tornato indietro, sarebbe stato un mostro in quanto a potenza e velocità! Poi, dopo essere tornato alla realtà di quel posto, ascoltò nuovamente Lena che disse qualcosa sul non litigare. Wade pensò di poter seguire ciò che aveva detto. Ma poi il damerino parlò di nuovo. E questa volta lo fece incazzare


    Oh, e quindi mi stai dicendo che "le cose" che ci sono qui in giro sono inaffrontabili eh? TI PREGO

    Il damerino non si era proprio smosso prima, e questo mandò Wade piuttosto in bestia. Non esisteva cosa che potesse spaventarlo, e tutto questo era merito del rigidissimo allenamento a cui era stato sottoposto dallo zio. Che uomo

    Senti, pidocchietto, con chi pensi di parlare? Non sono mica fatto di pastafrolla sai?

    Disse, scazzato. Lenamente appoggiò la tazza al tavolo, avvicinandosi al ragazzo. Lo squadrò un secondo, fece una smorfia di disgusto. Mosse rapidamente le mani, lo afferrò per il colletto, avvicinandoselo al viso, fissandolo con lo sguardo più truce possibile

    Devo alzarti o provvedi da solo a capire quanto sei patetico?

    Lo mollò subito, allontanandosi dandogli le spalle, dirigendosi verso il tavolo

    Sinceramente, coso di cui non so il nome, non me ne frega un cazzo di quello che pensi. Come puoi anche solo avere una minima speranza di uscire vivo da questo posto, se non tiri fuori le palle e fai l'uomo? Pensi che stare qui a gironzolare tutto il giorno cambierà le cose? Pensi che non fare nulla possa salvarti? Sinceramente piacerebbe anche a me stare qui a fare allenamento con la Duchessa, a chi non piacerebbe? Ma sai, forse esiste un modo per tornare a casa, no?

    Si fermò, in parte al tavolo, fissando una sedia. Rimase fermo un secondo, con le mani sullo schienale della stessa. Poi mosse rapido lo sguardo sul damerino

    Se c'è una cosa che mi fa incazzare davvero tanto, sono gli smidollati come te!

    Alzò la sedia e, con un movimento rapidò, la sbattè sopra il tavolo, facendo sì che le gambe si spezzassero. Si piegò per raccoglierne due e, quando si rimise in piedi, ne scagliò una senza preavviso in direzione del damerino

    Prendila, e fammi vedere quanto vali, poppante

    Disse Wade, con un sorriso piuttosto inquietante. Era da tempo che non faceva una sana rissa, e non vedeva l'ora di spaccare il muso di quel tizio da strapazzo
     
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    Lena assistette allo scambio di battute tra i due, senza aggiungere altro. Li ascoltò, spostando lo sguardo dall'uno all'altro, spostando lo sguardo da loro alla finestra, stringendo la sua tazza, mordicchiandone distrattamente i bordi. Dopo pochi istanti, l'appoggiò con forza sul ripiano.

    -Se avete intenzione di uccidervi, almeno andatevene fuori!-, gridò, innervosita. -Guardate che se qualche Ricognitore viene a farci presente che non ci si ammazza all'interno del QG, sono cazzi vostri-, sibilò.

    Poi, quando Wade si diresse a falcate verso Lucio, fece uno scatto involontario in avanti, d'istinto.

    -Ehi!-, fece, con tono di monito.

    Non aveva idea di come sarebbe potuta finire una rissa nel Nowhere, se le ferite sarebbero state altrettanto gravi, o peggio; e se, non sentendo la fatica, l'energumeno fosse andato avanti in eterno a colpire Lucio? Non credeva che Lucio avrebbe reagito. E non credeva che Wade si sarebbe fermato.
    Ma, quasi immediatamente, quest'ultimo lasciò andare l'altro ragazzo. Lena pensava che stesse per andarsene, ma, ancora prima che se ne rendesse conto, sentì il secco spezzarsi del legno, e vide la gamba della sedia sfrecciare verso Lucio.

    Si scansò, per evitare di trovarsi nella sua traiettoria.

    -Ehi, ti avverto-, ringhiò, con il tono di voce più alto che riuscì. -Rompimi la tazza, o rovesciami il tè, e non mi interessa quanto sei grosso, te ne pentirai-.
     
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  14. BlackieTheCat
     
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    Wade non ci mise molto a fare la sua mossa, mentre Lena dimostrava giustamente il suo dissenso in quella dissidia. Ma nonostante l'essere sollevato e fissato con sguardo truce Lucio non si smosse, né ricambiò l'emozione dello sguardo dell'altro se non con l'indifferenza. Wade VOLEVA che si spaventasse, desiderava solo vederlo piangere e lamentarsi per poter dimostrare di avere ragione. Tipico, ragionano tutti così, ogni tipo di bullo o gradasso. E Cat aveva una sola teoria in merito: non dar soddisfazione. Pericolsa decisione forse, e non di poco. Ma in quanto orgoglio e testardaggine non era secondo a nessuno.

    -Il nome è Lucio, o Cat se preferisci.- Rispose all'energumeno, ignorando una seconda volta le sue precedenti parole di provocazione, in quanto vuote. Però non rimase zitto in quanto su una cosa Wade aveva ragione: non si era presentato.

    -Te l'ho detto, sei libero di pensare quello che vuoi riguardo le mie opinioni, cercavo solo di darti una dritta. Perché non sarà con i pugni che torneremo a casa. O forse anche con quelli alla fine, chissà. Ma principalmente per ora ci sono inutili.-

    Il tono fermo e deciso, senza dare peso nemmeno ai commenti sul 'fare l'uomo' o sul 'ciondolare senza far nulla'. Il primo era perché fonte di un punto di vista totalmente sbagliato, a suo pensiero. Il secondo perché lui sapeva cosa aveva fatto fino all'arrivo del bestio e non era in dovere di rendergli conto a riguardo.

    -Stiamo investigando e cercando di ricavarne qualcosa a riguardo, sta a te decidere come agire.-

    ... Ok, forse un poco gliene aveva appena parlato, ma giusto perché ormai era partito in quarta ed erano informazioni generiche. Wade d'altro canto si limitò a raggiungere una sedia e insultare di nuovo Lucio, cercando di provocarlo. Chissà, forse era successo qualcosa durante il suo arrivo a Nowhere che gli aveva causato quell'alto livello di rabbia. O più semplicemente era una pessima persona ogni giorno. Certo era presto per dirlo, i dati comunque per ora non gli giocavano a favore. Cat si limitò invece a voltarsi verso il rispettivo interlocutore, i piedi fissi a terra, il corpo rilassato ma immobile per imporre la propria solida posizione. Lo sguardo che, prima di passare a Wade, si posò su una Lena con tazza, interdetta. Ecco, se proprio non voleva che lei ne venisse coinvolta in quanto non centrava nulla. Non per paladinismo, in quanto lei stessa un cavaliere, per stare in tema con la metafora. Più perché una compagna, una delle poche in un luogo dove certi legami contano davvero. Un po' come quello che aveva anche con Lore, per ora fortunatamente assente. Ci mancava solo che partisse veramente una rissa in cucina.

    -Vedi solo di non intralciar...-

    Ma fra i vari pensieri e il principio di conclusione al discorso Wade aveva spezzato le gambe di una sedia, colpendo con fragore il tavolo con essa e, dopo essersi piegato, ne aveva raccolte due per poi lanciarne una in sua direzione.

    Ovvio, se non sono io ad offrirgli la lotta sarà lui a portarla da me.

    Di certo non poteva afferrarla come provocava Wade, data la pessima coordinazione braccia/mani; fortunatamente se la cavava molto meglio a schivare e, piegando rapidamente le ginocchia per abbassarsi, evitò di poco il colpo che invece proseguì sparato, infrangendo la finestra alle sue spalle, spargendo alcuni frammenti di vetro dietro di sé. La situazione un po' gli ricordò le partite di dodgeball, dove era quasi sempre uno degli ultimi a rimanere in campo solo schivando. Peccato facesse così cagare ad intercettare la palla.

    -... e. Intralciare. Bada che cambiare una finestra non è così facile qui a Nowhere.-

    Dalla posizione accovacciata si riportò in piedi senza ancora cambiare tono di voce, dando una rapida occhiata alle spalle per osservare lo stato in cui versava ora la finestra e il pavimento. Rapido perché conscio del fatto che Wade aveva ancora con sé una gamba da scagliare.

    -... Ascolta. Se vuoi sfogarti e spaccare cose c'è una palestra qui nel QG e un intero mondo là fuori dove puoi fare quel che ti pare. Del resto finché prendi a pugni le cose potrai sopravvivere facilmente, no?-

    L'aveva davvero invitato ad uscire dal quartiere per mandarlo in pasto alle creature e quant'altro di Nowhere? A quanto pare sì. Ma oh, certe persone comprendono che il fornello scotta solo quando lo toccano.
     
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  15. Morthag
     
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    CITAZIONE
    DISCLAIMER: io non sono una pessima persona, ma questo mio personaggio lo è. Quindi vi prego di non prendere sul personale ciò che scrivo e che lui fa/dice. Ci tengo a sottolineare che siamo due cose completamente differenti, perchè IO sono reale e WADE è immaginario. E in quanto tale non dovrebbe essere in grado di arrecare danno alcuno nella realtà. Spero sia chiaro come concetto, non voglio far arrabbiare nessuno, ma solo dare il massimo, perchè voglio portare questo Pg ad avere una maturazione psicologica nel corso della permanenza a Nowhere. Grazie dell'attenzione


    Ehy, prima di leggere il post, fai partire la canzone!




    Wade, completamente furente, ignorò totalmente ciò che fece Lena. Non si preoccupò minimamente della reazione dei due presenti nella stanza, oramai era troppo concentrato su Lucio. Quel ragazzo gli ricordava troppo uno di quei pezzenti che gli avevano portato via Julia. La sua Julia. E magari poteva essere uno di loro, non sapeva che fine avessero fatto. Li aveva ridotti malissimo, ma non erano morti, potevano essere ovunque. Anche lì. Lucio, disse di chiamarsi mentre si preparava ad aggredirlo violentemente. Il suo discorso fu piuttosto breve, e si concluse con quella che gli sembrò una battuta sarcastica, di quelle caustiche da film per sembrare dei veri uomini duri.

    Sai ballare, damerino, e parli bene. E' proprio per gente come te che il nostro mondo va a puttane sai? C'è pieno di menefreghisti come te in giro. Gente altezzosa che parla e si ammorba ogni giorno nell'intruglio maledetto che la società propina alla gente. Ti pare giusto? Ma che cazzo te lo chiedo a fare, sicuramente per te lo è. La società ha tolto lo scopo della selezione naturale. Gli esseri come te, nel bel mezzo del nulla, non durerebbero un singolo minuto. Morireste tutti come i cani che siete!

    Prese fiato, non tanto per necessità, ma per abitudine. Iniziò a prendere grossi respiri, gonfiando le spalle e tutto il torace. Le braccia erano tese, i muscoli contratti in un mix di follia e potenza. La scena era interessante, e si prospettava qualcosa di davvero violento all'orizzonte. Passò lo sguardo da lui a lena, per poi passare sulla vetrata in frantumi, ripensando ancora una volta alle sue parole

    Sai, i tuoi discorsi mi sembrano tanto presi da un film, aspetta, come si chiama.... V per Vendetta. Sì, mi ricordi quel film, con la sola differenza che tu non sei V, tu sei D per Disgrazia, cazzo!

    Ghignò, compiaciuto del suo piccolo intramezzo comico. In fin dei conti non è bello picchiare una persona senza il sorriso, no? Così almeno prima di perdere tutti i denti li usa un'ultima volta per qualcosa

    Quindi fammi capire, piccolo pulcino cagasotto che non sei altro. Tu, TU, essere smidollato e senza alcun tipo di spina dorsale stai dicendo a ME di andare in palestra ad allenarmi? QUANDO NON SAI NEMMENO COME CAZZO SI ALZA UN SACCO DI PANE DA CINQUE CHILI? Ma ti rendi conto? Non esiste, in nessun universo, che uno scricciolo si possa permettere di dirmi cosa fare o cosa non fare, CHIARO? E ora, caro il mio damerino, vediamo se sei bravo a combattere tanto quanto a parlare. E ti conviene prenderlo, il legno, stavolta

    Wade era carico come un treno, non stava più nella pelle. Ogni singola fibra del suo corpo vibrava all'unisono, completamente all'erta. Sentiva l'energia scorrere in se, il sangue che scorreva nelle vene rapido. Lanciò il bastone in direzione di Lucio, sperando per lui che lo prendesse. Non gli piacevano molto le lotte a senso unico alla fine, un minimo di divertimento avrebbe dovuto averlo anche lui, no?

    Tanto, in questo posto, pare che i nostri corpi funzionino diversamente, quindi non preoccuparti, mammoletta, questo significa che posso spaccarti gli arti più volte e tu recupererai sempre in tempo per l'ennesima ripassata!

    Aggiunse, prima di roteare collo e spalle, emanando dei sonori "croc" da quelle zone. Era un pò che non si sgranchiva, e sapeva che si sarebbe divertito un sacco. Mosse lo sguardo su Lena e le fece cenno di stare in parte, e fece la stessa cosa con l'altro, che non si era ancora mosso da dove l'aveva visto quando era entrato in cucina

    Non mi importa se non ti difendi, ti picchierò lo stesso, per dimostrarti che sbagli a fare la larva!

    E così, dopo avergli lanciato il bastone, si lanciò alla carica del ragazzo.
     
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