Posts written by Eiko Bones.

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    Mentre stai ancora correndo, la donna che ti ha salvato ti affianca. Ti afferra per un braccio, e, senza dire niente, ti costringe a spiccare un balzo con lei. Davanti a voi, grigio. Solo grigio.
    Cadete entrambe a terra, e, come avverti il terriccio sul viso, senti un'esplosione provenire dalle tue spalle. Vicino. Tanto vicino che ti giunge un'ondata di calore.


    -Stai bene?-, ti domanda la ragazza, rimettendosi in piedi in men che non si dica. Ti lancia un'occhiata veloce. -C'è mancato poco, stavolta-, commenta, ravviandosi i capelli, parlando come una che ha appena rischiato di perdere l'autobus.

    -Senti, vorrei rispondere a qualunque tua domanda, ma non c'è tempo: salta in auto, ti spiegheranno tutto al QG-, ti dice, prima ancora che tu possa aprire bocca; dopodiché si dirige di corsa verso una sorta di pick-up rosso dalle condizioni discutibili, facendoti cenno di seguirla.

    Risveglio concluso! Posta in Operazione: recupero!, descrivendo il tuo arrivo al QG.
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    Lore, non avertene male, ma siamo fermi da troppo: concludo il Risveglio, così anche Alice può iniziare a giocare sul forum.


    Dal corridoio, in lontananza, ti pare di udire dei passi. Veloci, quasi impercettibili, ma sei certa si tratti di passi.
    La creatura sembra accorgersi di te; emette una sorta di verso agghiacciante, dopodiché prende a muoversi rapidamente in avanti, aggrappandosi al soffitto e procedendo con una velocità che ha dell'irreale.

    THUD

    Da una delle pareti, iniziano a provenire dei tonfi sordi.
    La creatura ti è incredibilmente vicina. E' veloce. Molto veloce. Troppo veloce.
    Si stacca dal soffitto, piazzandotisi esattamente davanti. Non può ancora toccarti, ma le basterebbe un balzo. Un semplice balzo, e ti catturerebbe.

    THUD

    Questa volta, il tonfo fa tremare la parete. La creatura pare averlo sentito, perché, per un istante, cessa ogni movimento.

    THUD

    La creatura emette una specie di grido gracchiante, e inizia a trascinarsi verso di te. E' vicina. Potrebbe afferrarti in qualunque momento.

    THUD!

    E, all'ultimo tonfo, segue un fragore intenso, che non può indicare altro che qualcosa che si rompe.
    Senti una sorta di spiffero, e ti accorgi che parte del muro è crollato.


    -Spostati!-.

    Una voce femminile ti giunge secca alle orecchie. Uno spostamento d'aria, una figura rapida, e vedi qualcosa colpire la creatura. In pieno.
    Una donna è in piedi davanti a te, e sta combattendo il mostro a colpi di morgenstern.


    -Corri verso l'apertura, presto!-, ti intima, mentre la vedi estrarre una pistola dalla fondina che tiene legata alla gamba.
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    Quando Nick le sussurrò di non preoccuparsi, iniziò subito a temere il peggio. Ed ebbe ragione.
    L'azione fu immediata, quasi non si rese conto di quello che successe. Apprezzò l'intervento e le parole dell'uomo, ma temeva che Wade non l'avrebbe pensata così. Sembrava quasi di leggergli la sete di violenza negli occhi...
    L'espressione perplessa di Nick al sapore del whisky riuscì a farla sorridere. Gli rispose scuotendo la testa con una risatina.
    Per essere una che aveva appena assistito ad una quasi-rissa e un quasi-incendio, si sentiva incredibilmente tranquilla. Forse perché, alla fine, erano solo umani, e si stavano comportando da umani, e non era facile, laggiù. Forse era l'umanità che le mancava, in quel posto, nonostante quello che aveva sempre creduto.
    O forse no.
    -Ragazzi, io vi giuro, vi giuro, che se vi ammazzate me ne andrò come se niente fosse. Giuro-, commentò, scuotendo la testa, infastidita.
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    Lena assistette allo scambio di battute tra i due, senza aggiungere altro. Li ascoltò, spostando lo sguardo dall'uno all'altro, spostando lo sguardo da loro alla finestra, stringendo la sua tazza, mordicchiandone distrattamente i bordi. Dopo pochi istanti, l'appoggiò con forza sul ripiano.

    -Se avete intenzione di uccidervi, almeno andatevene fuori!-, gridò, innervosita. -Guardate che se qualche Ricognitore viene a farci presente che non ci si ammazza all'interno del QG, sono cazzi vostri-, sibilò.

    Poi, quando Wade si diresse a falcate verso Lucio, fece uno scatto involontario in avanti, d'istinto.

    -Ehi!-, fece, con tono di monito.

    Non aveva idea di come sarebbe potuta finire una rissa nel Nowhere, se le ferite sarebbero state altrettanto gravi, o peggio; e se, non sentendo la fatica, l'energumeno fosse andato avanti in eterno a colpire Lucio? Non credeva che Lucio avrebbe reagito. E non credeva che Wade si sarebbe fermato.
    Ma, quasi immediatamente, quest'ultimo lasciò andare l'altro ragazzo. Lena pensava che stesse per andarsene, ma, ancora prima che se ne rendesse conto, sentì il secco spezzarsi del legno, e vide la gamba della sedia sfrecciare verso Lucio.

    Si scansò, per evitare di trovarsi nella sua traiettoria.

    -Ehi, ti avverto-, ringhiò, con il tono di voce più alto che riuscì. -Rompimi la tazza, o rovesciami il tè, e non mi interessa quanto sei grosso, te ne pentirai-.
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    E invece ti stupirò: va benissimo. Te la approvo, tu attendi l'MP col Risveglio =)
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    CITAZIONE
    CITAZIONE (Eiko Bones. @ 23/4/2013, 02:47) 
    Benvenuto, benvenuto! I favoritismi li avrai solo da Lore, non certo da me u_u
    Maa la tua firma è forse una colta citazione?

    Anyway, enjoy your stay!

    Ti risponderei con la risposta fondamentale, ma ormai è mainstream ;)

    Mi stai simpatico u.u
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    Benvenuto, benvenuto! I favoritismi li avrai solo da Lore, non certo da me u_u
    Maa la tua firma è forse una colta citazione?

    Anyway, enjoy your stay!
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    Lucio fu molto meno diplomatico di lei, nel rispondere al tizio, Wade, che almeno le diede retta. Quasi non ci sperava: di solito, non la ascoltava nessuno.

    -Non sperare che sia decente-, fece, posandogli una delle tazze davanti. Ignorò il commento sul suo nome, limitandosi a rispondergli con un'occhiata torva.

    Consegnò un'altra tazza nelle mani di Lucio, e ne prese un'altra per sé. Mentre lui e Wade battibeccavano, si limitò ad appoggiarsi ad uno dei mobili, spostando lo sguardo dall'uno all'altro. Non le piacque il punto di vista di Wade, e, valutando la sua stazza, le cose stavano per prendere una brutta direzione.

    -Basta, vi prego-, commentò, stizzita. -Per una volta che siamo lasciati in pace, non osate mettervi a fare a cazzotti-.

    Sorseggiò il suo tè (acqua calda), prendendo ad osservare fuori dalla finestra, distrattamente.
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    -E tè sia-, commentò Lena, armeggiando con buste, tazze e bollitore. -O cosa-color-tè-che-sembra-tè-, aggiunse, accennando un sorriso. Non le capitava spesso di ridere o sorridere, a Nowhere: trascorreva troppo tempo da sola. E quando non era sola, inseguiva un Ricognitore. E quando non era sola e non inseguiva un Ricognitore, era troppo impegnata a correre e a salvarsi la vita.

    Una nuova voce le fece alzare la testa. Non sapeva chi si aspettava, ma si ritrovò davanti un ragazzo. Un uomo. Una montagna. Il nuovo arrivato fece in modo di sentirsi subito a casa propria, mettendosi comodo.

    -Come funzionano le cose qui? Tieni i piedi giù dal tavolo, tanto per cominciare-, fece, ma senza alcuna irritazione nella voce. -Sei nuovo? Quando sei arrivato? Io sono Lena. Come ti chiami? Ah, vuoi un tè?-.

    La mancanza di contatti sociali si faceva sentire, e le parole sembrarono uscirle a fiumi dalla bocca, mentre proseguiva a prepapare il tè, con una certa energia, quasi saltellando. Troppo silenzio, troppo a lungo. Voleva voci, voleva parlare. Se parli, non pensi.

    Kojima, re-inserisciti pure quando vuoi: qua andiamo avanti a nastro e senza pietà, così non teniamo bloccata la role
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    Senza quasi rendertene conto, ti ritrovi con la faccia sul pavimento, la suola di uno stivale premuta a forza nella schiena.

    -Attento-, ti senti sibilare all'orecchio. -Per te, sono La Duchessa-.

    Ti tiene le braccia fisse a terra, mentre la senti cambiare posizione e sistemarsi con le ginocchia ai lati della tua schiena.

    -Qui, niente è come a casa tua, bimbo. Un passo falso, e verrai divorato. Noi siamo qui per proteggervi, ma con me hai una sola possibilità: un solo errore, e pregherai di essere buttato tra i mostri. Siamo d'accordo?-.

    Detto ciò, ti rilascia, sollevandosi con una velocità sorprendente.

    -Ci vediamo, bambino. Ti tengo d'occhio-. E si allontana, ondeggiando, lasciandoti solo in mezzo alla stanza.
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    Una delle porte si spalanca, rischiando di colpirti in pieno volto. Appoggiata allo stipite, vedi una ragazza dai capelli lunghi e scuri; sembra reduce da una battaglia, con vestiti strappati e graffi sul corpo.

    -Oh, uno nuovo-, esclama, un sorrisetto sulle labbra. -Sei nel posto giusto, ragazzone-.

    E ti fa cenno di seguirla nella saletta. La sala controllo non è particolarmente grande, e neanche particolarmente in ordine.

    -Devo registrarti nell'elenco. Odio le formalità-, commenta, togliendo il tappo ad una penna con i denti. -Il tuo nome, campione?-, domanda, sguardo tra il canzonatorio e il malizioso, mentre si siede sulla scrivania.

    -Oh, giusto. Quel dannatissimo diario!-, esclama, rovistando dietro di sé. -Ecco, puoi leggerlo. Ti spiegherà tutto quanto-.
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    -Mi piaci, sai? Non fai domande. Bravo ragazzo-.

    Arrivate davanti ad una jeep verde marcio, che ha l'aria di aver bisogno di una sistemata.

    -Meglio così. A te penseranno al QG. Salta su!-
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    Risveglio completato! Ora puoi postare in Operazione recupero!, dopodiché puoi iniziare la tua vita al QG.
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    L'uomo ti guarda. Dopodiché ti indica un punto con un cenno del capo.

    -Al Quartier Generale-, si limita a dire, voltandoti le spalle e iniziando a camminare.

    Lo vedi armeggiare con qualcosa, dopodiché una piccola nuvola di fumo gli aleggia intorno, per scomparire quasi subito.

    -Non se ne andrà-, lo senti mormorare, più rivolto a se stesso che a te. -Resterà qui. Ad aspettare-.

    E capisci che si sta riferendo alla ragazza, alla presenza di poco prima. Aspetterà, aspetterà che qualcuno venga a liberarla, a salvarla.
    Ma, forse, non può essere salvata.
    E tu non lo saprai mai.

    -Forza, non è sicuro restare qui-, ti intima, quasi ringhiando.
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    Il salto va a buon fine. L'atterraggio, un po' meno. Ti senti sballottare, trascinare, rotolare. Ma sei salvo.

    -Spero per te che tu sia vivo-, ringhia l'uomo, strattonandoti per una manica. -E che tu possa camminare-, aggiunge, una smorfia sul viso.

    Vi trovate su una piattaforma, un binario sospeso, abbandonato, arrugginito. Un'atmosfera irreale vi circonda: a differenza di prima, però, avverti una sorta di pace. Una pace con un fondo d'inquietudine.
    Un raggio di sole malato spunta dall'alto, ma non avverti alcuna sensazione di calore. Anzi, ti accorgi che non provi proprio niente. La tua mano ferita fa male, ma non come dovrebbe: sembra più un fastidio persistente. E nessun tipo di botta, o ammaccatura, da nessuna parte.
552 replies since 10/1/2007
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